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Il nudo nell’arte sacra trasmette 4 tipi diversi di simbolismo

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Philip Kosloski - pubblicato il 17/07/17
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Via per apprezzare di più il “mistero personale” dell’umanitàLa Cappella Sistina affascina ogni anno centinaia di migliaia di turisti, molti dei quali si sorprendono di trovare tanti corpi nudi raffigurati sulle sue pareti.

Molti dei personaggi rappresentati nella Cappella Sistina sono stati infatti dipinti senza indumenti, neanche una foglia a coprire le parti intime.

La Cappella Sistina non è ovviamente l’unica nella quale è rappresentata la nudità. Innumerevoli artisti nel corso dei secoli hanno popolato di uomini e donne senza veli le loro opere, che abbelliscono le chiese cattoliche di tutto il mondo.

Perché tanti artisti hanno usato il nudo nell’arte cristiana?

I corpi nudi hanno una lunga storia nell’arte sacra. Nel Rinascimento gli artisti usavano quattro tipi diversi di nudità per simboleggiare quattro stadi dell’umanità.



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In primo luogo c’è la nuditas naturalis, che mostra lo stato naturale dell’umanità prima della Caduta, spesso rappresentata in scene collegate all’Eden o al Paradiso.

C’è poi la nuditas temporalis, che rappresenta la povertà, a volte volontaria, e il confidare dell’umanità in Dio per tutto ciò che riceviamo.

In terzo luogo c’è la nuditas virtualis, a simboleggiare purezza e innocenza. Le rappresentazioni della “penitente Maddalena”, ad esempio, la mostrano spesso nuda, coperta solo dai suoi capelli, come simbolo del ritorno dell’anima all’innocenza dopo il pentimento.

C’è infine la nuditas criminalis, che rappresenta l’orrore della lussuria e della vanità.

San Giovanni Paolo II ha spiegato nella sua Teologia del Corpo che “nel decorso delle varie epoche, cominciando dall’antichità – e soprattutto nella grande stagione dell’arte classica greca –, vi sono opere d’arte il cui tema è il corpo umano nella sua nudità… Queste opere portano in sé, quasi nascosto, un elemento di sublimazione, che conduce lo spettatore, attraverso il corpo, all’intero mistero personale dell’uomo. In contatto con tali opere (…) non ci sentiamo determinati dal loro contenuto verso il ‘guardare per desiderare’”.



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La rappresentazione della nudità è ovviamente del tutto diversa dall’uso del nudo nella pornografia.

San Giovanni Paolo II sottolineava come le produzioni pornografiche abbiano l’intenzione esplicita di suscitare lussuria, presentando il corpo umano come un oggetto da usare. Il porno non rispetta la dignità della persona umana, e l’atto sessuale viene sfruttato per la soddisfazione personale a scapito di un’altra persona.

La nudità nell’arte cristiana è invece volta a rivelare la bellezza dell’umanità e l’opera meravigliosa del Creatore. Ha un profondo simbolismo e non vuol essere un ostacolo, ma una via per raggiungere un maggiore apprezzamento del “mistero personale” dell’umanità.

 

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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