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10 chiavi moderne del perché esiste la religione

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Miriam Diez Bosch - Aleteia Spagnolo - pubblicato il 11/07/17
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Le teorie principali del sociologo e teologo Peter BergerSociologo e teologo nato nel 1929, Peter Berger ha offerto grandi apporti nel campo della sociologia della conoscenza e della religione. L’eredità che ha lasciato è una concezione della società in cui intende l’individuo come un prodotto sociale definito dalla sua biografia e dal suo ambiente. Come analizza la religione? Questi 10 punti riassumono le teorie principali al riguardo di colui che è stato anche fondatore dell’Istituto di Cultura, Religione e Questioni Mondiali dell’Università di Boston.

  1. La religione nasce come una risposta collettiva contro la minaccia del disordine e del caos. Per Berger la ricerca di senso è una necessità antropologica.
  2. Le religioni sono la bussola per spiegare tutto ciò che riguarda il mondo degli esseri umani. Storicamente le religioni sono state i contesti sacri che l’umanità ha costruito e che ha trasformato in barriere di fronte alla vulnerabilità della sua condizione.
  3. La religione è perenne, ma le religioni sono figlie del proprio tempo. La necessità della religione ha un carattere universale e origini biologiche, ma il modo concreto attraverso le quali le varie società hanno risolto questa necessità è sociale e contestuale, come sottolinea particolarmente l’autore.
  4. Si deve assumere una posizione basata sull’ateismo per studiare la religione in base a una prospettiva sociologica. Questo ateismo è voglia di comprensione delle religioni come fenomeni nel contesto dell’esperienza umana, ma non è mai un atteggiamento belligerante o indifferente riguardo al fatto religioso.
  5. L’esperienza religiosa sarebbe decisamente effimera senza un’istituzione che la preservi e la trasmetta di generazione in generazione.
  6. Le religioni si caratterizzano per la costruzione di un cosmo sacro che influisce sui rapporti con la trascendenza. Per Berger, inoltre, stabiliscono le frontiere tra sacro e profano.
  7. Il sacro per Berger è un tipo di potere misterioso e imponente che si può attribuire a certi oggetti, luoghi o perfino spazi di tempo. Si tratta di qualcosa di straordinario, che fa sì che l’individuo esca dalla realtà quotidiana.
  8. I rituali religiosi servono per ricordare l’esperienza di questo mondo sacro, per ricreare l’esperienza mistica originale.
  9. Secolarizzazione: la questione che lo ha fatto rettificare. Per lui la secolarizzazione inizia nell’Illuminismo e si basa fondamentalmente sulla convinzione che la modernizzazione delle società porti alla perdita di significato della religione. Dopo aver enunciato e dibattuto in questo senso seguendo le teorie e le riflessioni di altri sociologi, Berger fa un passo indietro e afferma che non c’è un rapporto causale diretto tra modernizzazione e secolarizzazione, e che in alcune zone la religione è più viva che mai.
  10. Pluralismo: Berger si rende conto che la modernità non secolarizza ma pluralizza, perché in una stessa società e in un medesimo contesto convivono convinzioni diverse. Questo fatto fa sì che la religione non sia un elemento che, come anni fa, l’individuo dà per scontato. Ora diventa uno degli aspetti della sua vita che può scegliere.

Riferimenti:
Berger, P. (1986). Invitació a la sociología. Una perspectiva humanística. Barcelona: Herder.
Griera, M.; Clot; A. (2013). Peter L. Berger. La sociologia com a forma de consciència. Barcelona: UOC.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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