Riconoscimento della Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg a monsignor Corrado LoreficeCommozione fino alle lacrime. È così che l’arcivescovo di Palermo ha accolto il riconoscimento della Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg per aver riconsegnato agli ebrei la sinagoga a loro espropriata 524 anni fa.
“Sono qui oggi anzitutto come uno che insieme ad una medaglia riceve da voi un’amicizia che gli riscalda il cuore e che riscalda il cuore di tutti i cristiani di Palermo”, ha confessato monsignor Corrado Lorefice.
La cerimonia è diventata un momento storico per la Sicilia. Questo gesto inedito ha radunato i rappresentanti delle religioni presenti sull’isola. Particolarmente toccante è stata la presenza di vari imam della capitale siciliana a testimoniare l’importanza di questo gesto di riconciliazione per tutta la società.
L’impatto che la cerimonia ha avuto per la società palermitana lo si capisce anche dalla presenza e dalle parole del sindaco Leoluca Orlando.
La commozione della comunità ebraica, che vede in questo gesto un modo di lenire un’ingiustizia subita nel 1493, è stata manifestata da Giulio DiSegni, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, dal rabbino Pierpaolo Pinhas Punturello, rappresentante per l’Italia dell’organizzazione Shavei Israel, dallo Stato d’Israele, che ha mandato un messaggio firmato dall’ambasciatore presso la Santa Sede, Oren David, e da Evelyne Aouate, presidente dell’Istituto Siciliano di Studi Ebraici.
Anche cristiani di altre comunità hanno voluto testimoniare con la loro presenza il carattere profetico di questa iniziativa, in particolare, la Chiesa evangelica valdese, rappresentata dal pastore Peter Ciaccio.
“Sento il bisogno di dire —ha riconosciuto Leoluca Orlando— che questo gesto colloca tutti noi al di fuori del rischio di essere complici di una cultura della legge che viola i diritti ed è questo il senso profondo di questo stare insieme, una ferita che viene rimarginata con questo gesto da parte di Monsignor Lorefice”.
Per l’ambasciatore israeliano Oren David, questo gesto di “dialogo interreligioso è importante perché può aiutare ad accrescere la fiducia e la conoscenza reciproca e può dare un contributo importante ad abbattere i pregiudizi e la piaga dell’antisemitismo, che Papa Giovanni Paolo II ha descritto come ‘un peccato contro Dio e contro l’umanità’”.
Il rabbino Pierpaolo Pinhas Punturello ha sottolineato come “un ebreo debba sempre saper riconoscere il bene”, qualificando questo gesto come un atto “storico”, che si spiega attraverso i molti piccoli atti di amicizia e vicinanza che monsignor Lorefice ha compiuto nei confronti della comunità ebraica.
La Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg ha come obiettivo “riconoscere il bene”, preservando l’eredità eroica del diplomatico svedese, e di tante persone che hanno rischiato la propria vita per salvare i perseguitati.
In questo contesto, Guillermo Bruschtein, vice-presidente della Fondazione Wallenberg, ha motivato il riconoscimento spiegando come “noi crediamo che l’atto di monsignor Lorefice sia anche un atto di salvezza, non solo di vite umane, ma di valori religiosi e culturali, che sono fondamentali e trascendenti”.
Con motivo del riconoscimento, sono stati messi in circolazione nello Stato d’Israele, dei francobolli in onore di questo gesto di riconciliazione.
In questo momento, l’Oratorio di Santa Maria del Sabato, costruito sul terreno della grande sinagoga di Palermo, è in ristrutturazione, per poi poter accogliere tutta la comunità di Palermo e far irradiare la ricchezza della cultura ebraica.
Per monsignor Lorefice la riconsegna della sinagoga di Palermo non è altro che “una tappa della lunga strada che siamo chiamati a fare assieme”.
Questo gesto, pertanto, interpella altre comunità cristiane che in altri paesi hanno espulso gli ebrei e hanno confiscato i loro luoghi di culto.
Più informazione sulla riconsegna della sinagoga di Palermo:
Storico gesto di riconciliazione: la Chiesa restituisce la sinagoga di Palermo
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