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Come porre domande difficili su Gesù

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Tom Hoopes - pubblicato il 27/06/17
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Un nuovo libro risponde allo scetticismo di Bart EhrmanRicordo vividamente di essermi fermato in una stazione di servizio Shell di Kansas City per fare rifornimento. C’erano molte pompe libere, ma ero io a non essere libero. Stavo ascoltando l’autore Bart Ehrman demolire dei passi del Nuovo Testamento su NPR e non volevo perdermi una parola.

Era interessante non perché era un attacco alla mia fede, ma perché la sua critica non sembrava affatto un attacco. Aveva tutti i requisiti per essere un esame giusto e obiettivo delle prove a favore – e nella maggior parte dei casi contro – della divinità di Cristo, della verità della resurrezione, dell’infallibilità della Scrittura e altro.

Era estremamente convincente, e all’epoca non avevo ancora Jesus, Interpreted per rispondergli.

Ora ce l’ho.

L’autore di questo nuovo libro è il dottor Matthew J. Ramage, teologo presso il Benedictine College del Kansas. Ha ricevuto grande attenzione per il suo libro precedente che affrontava il “problema” Bibbia, Dark Passages of the Bible.

In entrambi i testi, Ramage prende in considerazione le questioni contemporanee fondamentali relative alla Scrittura attraverso l’operato di Papa Benedetto XVI. I libri sono eruditi ma non impenetrabili nel modo in cui è spesso la teologia accademica per i lettori laici. Per me, il libro di Ramage è una guida indispensabile alle opere teologiche di Papa Benedetto sulla vita di Cristo.

Ramage sottolinea cosa dice il Papa e perché, e si riferisce anche direttamente alla mia esperienza alla stazione di servizio. Jesus, Interpreted è una risposta diretta all’opera di Ehrman, anche Jesus, Interrupted. Spiega Ramage:

“Ho scelto Ehrman come mio rappresentante principale dell’accademia moderna perché tende a basare le sue argomentazioni sulle visioni condivise tra gli esperti, perché è estremamente popolare ed è un interprete imparziale non così sopraffatto dalla sua agenda da pensare che ogni persona razionale dovrebbe vedere le cose come lui”.

Ramage ha chiaramente un grande rispetto per Ehrman, e questo aiuta a prendere sul serio le sue domande – quelle che ho sentito su NPR e altre.

Per capire i Vangeli bisogna comprenderne obiettivo. “Lo scopo principale dei Vangeli”, scrive Ramage, “è proclamare Gesù. Non sono documenti puramente storici, ma non sono nemmeno antistorici”.

Per analogia, pensate alle menzioni per la Medaglia d’Onore. Presentano le storie degli eroi di guerra nei tratti essenziali, ma con l’obiettivo di proclamare il loro eroismo al mondo.

Presumibilmente, se qualcuno dovesse elaborare un resoconto più dettagliato della vita di ogni eroe, rivelerebbe sottigliezze e sfumature. Un critico militare potrebbe usarle per gettare dei dubbi sulle citazioni. Un ammiratore dei militari potrebbe invece usarle per approfondire la storia raccontata dalle citazioni stesse.

Questo è il punto centrale che Ramage vuole sottolineare. Come dice Ratzinger, “una pura obiettività è un’astrazione assurda… la prospettiva dell’osservatore è un fattore che condiziona e determina il risultato dell’esperimento scientifico”. Per questo, il dibattito sulla Scrittura è fondamentalmente una disputa non tra storici, ma tra filosofi.

Sapere questo significa che Ramage può spesso concedere punti chiave a Ehrman in un modo tale che gli lascia trarre da questi tutta la vita. Ad esempio, quando Ehrman dice che la cristologia della Chiesa si è sviluppata più nei primi decenni del cristianesimo che in tutti i secoli dello sviluppo dogmatico che sono seguiti, pensa che stia dicendo che l’identità di Gesù era un punto interrogativo a cui i primi cristiani – non Gesù stesso – hanno risposto.

Questo non turba Ramage.

“La domanda è se la cristologia sviluppatasi in questo periodo sia stata il frutto di una riflessione vera e provvidenziale sul mistero di Gesù o un tentativo di controllo fuorviato, delirante, disperato o perfino connivente”, spiega.

Fa quindi un esempio. Ehrman cita Paolo in Romani 1, 3-4, quando dice che Gesù è stato “costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti”.

Poiché Ehrman vuole affermare che Paolo credeva che Gesù fosse angelico, non divino, decide che la definizione “con potenza” sia stata “probabilmente aggiunta” a un credo precedente ereditato da Paolo.

Ramage chiede: “Chi emerge di più da questa sorta di esegesi, il volto del Gesù storico o quello dell’interprete?”

Il libro agisce allo stesso modo con molte delle domande di Ehrman, non tanto ponendole e ricontestualizzandole. Ramage offre un grande servizio indicando infatti quali nuovi approcci si guadagnano e quali temi fondamentali vengono ignorati anche dagli studiosi della Bibbia più scettici.

Se quello in cui credono i cattolici è vero, la nostra fede non solo può sopportare un esame rigoroso, ma ne verrà anche rafforzata. Jesus, Interpreted fa esattamente questo.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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