Un’esperta spiega che le persone che lo fanno in genere hanno più successo a livello socialedi Jennifer Delgado Suárez, psicologa
Ci sono persone che piangono facilmente davanti a un film, altre si vergognano di mostrare le proprie emozioni, soprattutto gli uomini, perché pensano che le lacrime indeboliscano, una sciocchezza machista senza alcun fondamento. La verità è che piangere vedendo un film non è un segno di debolezza, al contrario, indica che la persona è psicologicamente più forte.
Piangere non è motivo di vergogna, ma un segno di umanità che indica un’emozione, sia essa tristezza, felicità, rabbia, nostalgia, e al di sopra di tutto è un sintomo di empatia. Le persone che lo fanno tendono anche ad avere più successo a livello sociale.
Piangiamo con i film perché siamo empatici
Quando i personaggi di un bel film sono ben interpretati, siamo portati a metterci nei loro panni, a vedere la realtà attraverso i loro occhi. Tutti noi, a vari livelli, cerchiamo l’identificazione con il cinema. Alcuni studi realizzati usando la neuroimmagine funzionale hanno rivelato che il nostro cervello si collega quasi al personaggio con cui ci identifichiamo, nella misura in cui attiviamo le stesse aree del cervello, collegate a ciò che il personaggio sta facendo, le stesse aree che sta utilizzando per svolgere i suoi compiti, come camminare, saltare o battere le mani.
Questa risorsa permette anche di comprendere la sua situazione e il suo punto di vista, e di sperimentare gli stessi stati emotivi. Ovviamente l’empatia è intimamente legata al modo in cui è strutturato il nostro cervello, soprattutto con i neuroni specchio, i principali responsabili del fatto di metterci nei panni degli altri.
Quando vediamo film con un alto contenuto emotivo, il nostro cervello libera anche l’ossitocina, un potente neurotrasmettitore che ci aiuta a collegarci agli altri e ci permette di essere più comprensivi, gentili, affidabili e disinteressati. Uno studio realizzato presso la Claremont Graduate School lo ha spiegato in modo molto chiaro.
In quell’esperimento, gli psicologi hanno chiesto ai partecipanti di assistere a un video dell’Ospedale Pediatrico St. Jude. La metà delle persone ha visto una parte del video che mostrava un padre che parlava del cancro in fase terminale del figlio, l’altra metà una parte in cui il bambino e il padre visitavano lo zoo e non si accennava alla malattia.
Com’era prevedibile, il passo in cui il padre parlava della malattia del figlio ha suscitato una risposta emotiva più intensa: i partecipanti hanno mostrato un aumento del 47% dei livelli di ossitocina nel sangue.
Ogni partecipante ha dovuto poi prendere una serie di decisioni collegate al denaro e ad altre persone. I risultati hanno mostrato che chi aveva assistito al video dal contenuto più emotivo è stato più generoso con gli estranei e più propenso a donare denaro per opere caritative, e chi ha donato del denaro ha detto anche di sentirsi più felice.
Questo mostra che l’empatia e gli atteggiamenti da questa provocati, come piangere quando ci identifichiamo con un personaggio di un film, non sono in realtà una debolezza, al contrario. Si tratta di una capacità che ci permette di collegarci ad altre persone e che in ultima analisi ci rende persone più forti e più felici.
L’empatia è una delle vie che ci conducono alla resilienza. Quando siamo capaci di comprendere gli altri, il nostro universo emotivo si estende. In qualche modo, vivere quelle esperienze attraverso altre persone ci aiuta ad essere più forti a livello emotivo e ci prepara per quando dovremo vivere momenti simili.
L’incapacità di mettersi nei panni altrui è uno svantaggio sociale, mentre la sensibilità emotiva, la capacità di comprendere gli altri e di sperimentare le loro emozioni – il che ci permette di espandere il nostro orizzonte emotivo – rivela che siamo persone più forti.
Piangere migliore anche lo stato d’animo
Se avete bisogno di altre ragioni per non reprimere il pianto durante un film, ecco un altro studio, questa volta degli psicologi dell’Università di Tilburg, in cui si è osservato che i film tristi possono migliorare il nostro umore, ma solo se veniamo portati alle lacrime.
Gli esperti hanno studiato l’effetto emotivo del pianto in 60 partecipanti mentre vedevano un film, scoprendo che le persone dopo aver pianto tendono a sentirsi meglio. All’inizio si sentivano tristi, ma poi hanno recuperato l’equilibrio e hanno sperimentato un significativo miglioramento dell’umore, effetto positivo durato circa 90 minuti.
Solo chi ha pianto ha riferito di aver riscontrato questo miglioramento. Chi ha soppresso le proprie emozioni si è sentito peggio dopo aver visto il film. Le lacrime hanno un effetto catartico che in ultima analisi migliora il nostro umore e ci fa sentire più rilassati, riducendo la frequenza cardiaca e respiratoria.
La prossima volta che vedrete un film e avrete voglia di piangere, quindi, ricordate ciò che ha affermato la poetessa uruguayana Sara de Ibáñez: “Piangerò senza fretta. Piangerò fino a dimenticare le lacrime e a conquistare il sorriso”.
[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]