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12 vaccinazioni obbligatorie sono una scelta giusta? Le ragioni del sì

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Silvia Lucchetti - Aleteia - pubblicato il 09/06/17
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Il professor Alberto Giovanni Ugazio illustra le motivazioni alla base del decreto del Ministro della Salute Quali sono le malattie esantematiche? Quante sono? Il professore Alberto Giovanni Ugazio, direttore dell’Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell’Adolescente, ci ha aiutato a fare un po’ di chiarezza e a sfatare alcune false convinzioni che spesso portano fuori strada i genitori.

Malattie esantematiche: Quali sono? Quante sono?

«Non esiste una classificazione così schematica. Le malattie esantematiche sono quelle che si manifestano con degli esantemi, cioè delle macchioline sul corpo. Sono malattie infettive in parte causate da batteri e in parte da virus che colpiscono tipicamente i bambini. Le più diffuse, soprattutto in epoca pre-vaccinale, sono il morbillo, la varicella, la rosolia causate da virus, la scarlattina dovuta invece ad un batterio, lo streptococco, la V malattia e la VI malattia sono anch’esse causate da virus. La prima, il cosiddetto megaloeritema infettivo, è causata dal Parvovirus B19 e si manifesta con un esantema che conferisce al volto un aspetto “a guance schiaffeggiate”. La VI malattia invece, chiamata anche “exanthema subitum”, è causata dall’herpes-virus 6. Inizia con una febbre molto alta che crolla dopo tre giorni con la comparsa di un esantema diffuso a tutto il corpo che, a sua volta, regredisce rapidamente nel giro di un paio di giorni».



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La parotite (gli orecchioni) allora non sono una malattia esantematica come comunemente si ritiene?

«Gli orecchioni nel linguaggio comune vengono considerati tra le malattie esantematiche, ma non lo sono. Si manifestano clinicamente con una tumefazione delle parotidi, ghiandole salivari che si trovano sotto le orecchie e non si caratterizzano per un esantema».

I vaccini proteggono totalmente dalle malattie esantematiche?

«Il vaccino ha una sua efficacia che non è mai al 100%. Nella vita non esiste nulla di certo, tranne la nascita e la morte. I vaccini sono efficaci, sicuri, tra i farmaci sono i più sicuri ma non hanno mai un efficacia al 100%, alcuni dell’80, altri del 90-95 %. C’è sempre una certa percentuale di bambini che non risponde al vaccino. Nella stragrande maggioranza dei casi la protezione è assoluta, il bambino vaccinato per il morbillo ad esempio normalmente non lo contrae affatto, qualche volta invece, anche se vaccinato, si ammala di una forma molto più lieve. E in alcuni rari casi può anche contrarlo in una forma abbastanza evidente anche se modesta. In questo periodo in particolare ci troviamo di fronte al problema del morbillo, dall’introduzione del vaccino non ci sono mai stati così tanti casi come in questo momento. Addirittura gli Stati Uniti mettono ufficialmente in guardia i loro cittadini dal recarsi in Italia con i bambini, in quanto il nostro paese è considerato ad alto rischio di contagio per questa malattia.
Infatti è proprio di questi ultimi mesi la notizia relativa al picco di morbillo registrato ultimamente nel nostro Paese. A livello Europeo, l’Italia compare al secondo posto, dopo la Romania, nella classifica delle nazioni più colpite.

Abbiamo avuto un crollo delle coperture vaccinali perché i genitori hanno deciso di non vaccinare i bambini, li vaccinano sempre meno in generale ed in particolare contro il morbillo. Questa situazione ha dato origine al decreto appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed entrato in vigore all’8 giugno, che rende obbligatorie 12 vaccinazioni, compreso quella contro il morbillo che fino ad oggi non era obbligatoria ma solo raccomandata. Le vaccinazioni obbligatorie sono: anti-poliomelitica; anti-difterica; anti-tetanica; anti-epatite B; anti-pertosse; anti Haemophilus influenzae tipo B; anti-meningococcica B; anti-meningococcica C; anti-morbillo; anti-rosolia; anti-parotite; anti-varicella. Il decreto rappresenta anche un grande vantaggio economico per le famiglie in quanto rende gratuite tutte queste vaccinazioni. È una vera e propria rivoluzione per l’Italia, dove erano rimaste in vigore pochissime vaccinazioni obbligatorie: tetano, difterite, poliomielite, epatite B, scaturita sull’onda dei pericoli che stiamo vivendo come dimostrano i tantissimi casi di morbillo segnalati (tra il 1 Gennaio e il 21 Maggio 2017, l’Istituto Superiore di Sanità ha registrato in Italia 2581 nuovi casi), malattia che eravamo sul punto di eliminare totalmente. Per eliminare il morbillo bisogna arrivare ad una copertura del 95%: vaccinare quindi almeno questa percentuale della popolazione infantile. In Italia eravamo arrivati al 90%, mentre attualmente siamo attestati all’incirca all’85%. Questo calo di cinque punti, che apparentemente può sembrare poco significativo, ha determinato la crescita esponenziale da qualche centinaio di casi alle migliaia attuali».



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Il morbillo è una malattia pericolosa?

«Molto pericolosa. Ogni 1000 bambini che si ammalano uno muore e uno viene colpito da encefalite. Nel 50% dei casi l’encefalite lascia residuati neurologici gravi, paresi o deficit intellettivi: è pertanto una malattia grave».

E la scarlattina?

«La scarlattina è una malattia grave, molto meno diffusa della varicella e del morbillo, contro la quale non abbiamo un vaccino. Gli streptococchi sono centinaia ed è praticamente impossibile mettere a punto un vaccino, ma fortunatamente essendo dei batteri li si può combattere con gli antibiotici. Se curata per tempo la malattia si risolve facilmente, ma se non trattata può diventare molto pericolosa. Si manifesta con 2 sintomi principali: la febbre molto elevata e la comparsa di macchioline di colore rosso intenso, fitte e piccole, che ricoprono tutta la superficie corporea».

Attualmente quali sono le malattie esantematiche più diffuse?

«Varicella, morbillo, parotite, rosolia. Quest’ultima si caratterizza per un esantema molto tenue e per fortuna non è pericolosa per i bambini. Invece se la contrae una mamma in gravidanza nel primo trimestre, il pericolo diviene molto importante per il feto che può andare incontro ad una grave embriopatia che esita in gravissimi difetti agli occhi, alle orecchie, al cuore e anche cerebrali».

La varicella invece?

«La varicella è una malattia meno grave del morbillo, specialmente nei bambini, anche se si possono manifestare delle complicanze: soprattutto la cerebellite che è una infezione del cervelletto in grado di causare deficit dell’equilibrio. Nella popolazione infantile questa complicanza si verifica più raramente rispetto agli adulti, che presentano in genere manifestazioni più gravi, e nei quali le bolle tendono ad infettarsi maggiormente».



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È possibile che una di queste malattie si ripresenti dopo averla già contratta?

«No, non si verifica mai. Sono stati descritti casi rari di recidiva in persone molto anziane, oltre i novant’anni. Queste malattie non si ripresentano più nello stesso individuo perché l’organismo possiede una memoria immunologica. Ma, come la memoria intesa in senso proprio, con il passare degli anni anche le prestazioni di quella immunologica si attenuano. Ecco perché in quest’età molto avanzata c’è il rischio di contrarre varie malattie, tra cui quelle esantematiche, magari già sofferte una prima volta in età più giovanile».

Con il nuovo decreto i vaccini diventano obbligatori per poter iscrivere i propri figli a scuola?

«Gratuiti ed obbligatori per accedere al nido e alla scuola materna. Per la scuola dell’obbligo la mancata vaccinazione non comporta l’esclusione dall’iscrizione ma, tra l’altro, rivelanti sanzioni economiche».

Come mai molti genitori non hanno accolto positivamente il decreto vaccini?

«Ci sono dei gruppi di genitori contrari ai vaccini, ma la loro è una posizione del tutto irrazionale perché sappiamo bene quanto i vaccini siano efficaci e sicuri. Molti genitori ritengono che contrarre la malattia sia meglio che sottoporsi al vaccino, convinzione assurda perché vaccinarsi ha proprio lo scopo di evitare le complicazioni pericolose di queste malattie. Queste convinzioni irrazionali con cui oggi dobbiamo fare seriamente i conti vengono diffuse soprattutto tramite il web».



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I genitori hanno perso fiducia nei medici e si fidano più di Google?

«In alcuni casi si fidano più di Google. Questo è un fenomeno molto pericoloso visto che c’è in ballo la salute, ma il problema riguarda tutto il mondo della comunicazione. Quando mi trovo ad incontrare genitori contrari alle vaccinazioni (e succede spesso), alla fine faccio loro un ragionamento in cui credo profondamente. Quando accade una disgrazia a un figlio è una cosa terribile sempre, ovviamente, ma diventa addirittura catastrofica se nostro figlio si ammala di una malattia che avremmo potuto facilmente prevenire, e si ammala gravemente, ad esempio di morbillo andando incontro ad un encefalite per cui rimane paralizzato. Io credo che la maggior parte di questo problema sia imputabile alla mancanza di comunicazione tra il medico e i genitori dei bambini in età vaccinale: se il dialogo manca o è deficitario, non può stabilirsi una vera fiducia nel pediatra e ciò comporta che queste convinzioni errate tendono a rafforzarsi».

Secondo lei quanti sono assolutamente contrari ai vaccini?

«La percentuale di persone contrarie ai vaccini è circa l’1 % della popolazione: essi sono assolutamente convinti di essere dalla parte della ragione. Invece la stragrande maggioranza di quelli che non vaccinano i loro figli sono persone “incerte”, che sono venute in contatto con qualche notizia “terroristica” veicolata nel web, o si sono ritrovati coinvolti in conversazioni con altri genitori contrari alla profilassi. Con questi genitori confusi, per convincerli dell’erroneità della loro posizione, è sufficiente l’impegno comunicativo del pediatra che ha in cura il loro figlio».

La pericolosità della situazione infettivologica che si è andata configurando negli ultimi anni nel nostro paese, per molti giustifica il carattere fortemente prescrittivo del decreto del Ministero della Sanità diventato ormai esecutivo. Riteniamo però, con un po’ di buon senso e non perché ricchi di sapienza scientifica, che la vera partita da giocare nell’immediato futuro non sia tanto quella di costringere ma di convincere.

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