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6 donne viaggiatrici del XX secolo che dovreste leggere

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Miriam Diez Bosch - Aleteia Spagnolo - pubblicato il 07/06/17
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Molte scrittrici e giornaliste hanno viaggiato per il mondo raccontando le proprie esperienze in cronache, articoli, libri e opere passati alla storia  Scrittori come Hemingway, Faulkner o Fitzgerald sono molto noti. Nello stesso periodo, gli inizi del XX secolo, molte donne scrittrici e giornaliste viaggiarono per il mondo e spiegarono le proprie esperienze in cronache, articoli, libri e opere entrati nella storia della letteratura e del giornalismo, ma sono ancora poco conosciute. Ne vogliamo presentare sei.

 

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Edith Warthon (1862-1937)

New York, Stati Uniti

È stata la prima scrittrice a vincere il Premio Pulitzer. Nei suoi romanzi analizza le classi benestanti della società newyorkese della fine del XIX secolo e dell’inizio del XX. Amò molto l’Europa, continente in cui visse per vari periodi e in cui alla fine si stabilì. Durante la sua vita la Warthon attraversò l’Atlantico ben 66 volte. Risiedeva a Parigi quando scoppiò la I Guerra Mondiale, e grazie ai suoi contatti con il Governo francese ottenne dei permessi per viaggiare in moto sulla linea del fronte. Durante la guerra si distinse anche per la sua opera sociale.

 

Opere principali:  Santuario (1903), La casa della gioia (1905), L’età dell’innocenza (1920).

 

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Isak Dinesen (1885-1962)

Rungsted, Danimarca

Karen Blixen scriveva con lo pseudonimo Isak Dinesen, anche se firmò le sue opere anche come Osceola o Pierre Andrézel. Per vent’anni fu proprietaria di una tenuta in Kenya, e quando tornò nella Danimarca natale ebbe sempre nostalgia per il continente africano. Nel 1937 la sua opera La mia Africa, in cui spiegava alcune delle sue esperienze, le fece guadagnare la fama. Il successo aumentò dopo il film di Hollywood tratto dal suo libro. Negli anni Cinquanta divenne molto popolare nel suo Paese per i suoi interventi alla radio danese.

 

Opere principali: La mia Africa (1937), Racconti d’inverno (1942), I vendicatori angelici (1944).

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Aurora Bertrana (1892-1974)

Girona, Spagna

La scrittrice catalana si interessò fin da molto giovane alla letteratura. Dopo aver sposato un ingegnere svizzero e aver viaggiato in Polinesia scrisse molti reportages su Tahiti, pubblicati sulla rivista D’Ací i Allà. Dopo aver vissuto tre anni in Polinesia continuò a collaborare con varie pubblicazioni catalane, avviando in parallelo una tappa di intensa attività politica e di lotta per i diritti delle donne. Si recò anche in Marocco, interessata a conoscere la cultura del Paese e la condizione femminile. Allo scoppio della Guerra Civile spagnola si esiliò in Svizzera. Scrisse la biografia di suo padre, lo scrittore Prudenci Bertrana. Il 2017 è l’Anno Bertrana.

 

Opere principali: Paraísos oceánicos (1930), La isla perdida (1935), Edelweiss (1937).

 

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Annemarie Swarzenbach

 

Annemarie Swarzenbach (1908-1942)

Zurigo, Svizzera

Scrittrice, fotografa e giornalista. Era una viaggiatrice sedotta dall’Oriente, in particolare dalla Persia. Percorse l’Afghanistan su una Ford in compagnia di Ella Maillart. Giovane aristocratica svizzera, non si adattò al contesto di lusso in cui viveva. Thomas Mann la definiva “un bell’angelo devastato”. La scrittrice nordamericana Carson McCullers le dedicò una delle sue opere più rilevanti, Riflessi in un occhio d’oro.

 

Opere principali: Tagebuch einer Reise (1934), Morte in Persia (1936), La valle felice (1940).

 

 

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Martha Gellhorn (1908-1998)

Saint Louis, Missouri, Stati Uniti

Giornalista per vocazione, volle esercitare la sua professione fuori dagli Stati Uniti. Per questo motivo si recò in Europa negli anni Trenta. È nota per essere stata una corrispondente di spicco durante la II Guerra Mondiale. Coprì anche eventi come la guerra del Vietnam, la Grande Depressione e la Guerra Civile spagnola. La sua fama giunse alle orecchie di Eleanor Roosevelt, con cui strinse uno stretto rapporto, perché entrambe lottavano contro le ingiustizie sociali. Lasciò Ernest Hemingway, del quale fu la terza moglie.

 

Opere principali: What mad pursuit (1934), The trouble I’ve seen (1936), The face of war (1959).

 

 

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Oriana Fallaci (1929-2006)

Firenze, Italia

Giornalista, partecipò fin da molto giovane alla Resistenza antifascista. Dopo aver rinunciato alla medicina per il giornalismo, coprì gli venti più importanti del momento, come la guerra del Vietnam o la morte de Martin Luther King. È stata l’intervistatrice per eccellenza degli uomini e delle donne più famosi del mondo (tra cui Kissinger, Arafat e Ghandi) e ha pubblicato romanzi, saggi, raccolte e innumerevoli cronache. Ha collaborato con media come Life, The New York Times, The Washington Post e Der Spiegel. Negli ultimi anni della sua vita ha espresso nelle sue opere posizioni polemiche nei confronti dell’islam.

 

Opere principali: Niente e così sia (1969), Intervista con la storia (1976), Insciallah (1990).

 

 

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

 

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