Ma un cristiano, spiegano gli esperti, non deve temere le nuove scoperte. Ecco perchéLa vita sulla Terra potrebbe essere cominciata 4 miliardi di anni fa emergendo, per così dire, dal nulla. A fare lo straordinario annuncio è un gruppo di scienziati del Francis Crick Institute di Londra e dell’Università di Cambridge. Gli studiosi sono riusciti a dimostrare che una serie di processi biochimici cruciali per lo sviluppo della vita cellulare avrebbero potuto svilupparsi in reazioni chimiche che hanno avuto luogo quando il nostro pianeta era un inclemente globo vulcanico privo di ossigeno, ma che possedeva vasti oceani, ricchi di ioni metallici (La Repubblica, 13 marzo).
I ricercatori hanno ricreato in laboratorio un network di reazioni chimiche che imitano il famoso ciclo di Krebs, un clico metabolico di importanza fondamentale in tutte le cellule che utilizzano ossigeno nel processo della respirazione cellulare
A mettere in moto il procedimento sono delle particelle chiamate “solfati radicali”, in condizioni simili a quelle che esistevano sulla terra 4 miliardi di anni fa.
«Abbiamo dimostrato che questo precursore non enzimatico del ciclo Krebs si forma spontaneamente, è biologicamente sensibile ed è efficiente», dice il professor Markus Ralser dell’università di Cambridge, uno degli autori della ricerca. «Esso può dunque avere contribuito a sviluppare la vita sulla Terra». Gli studiosi hanno compiuto 4850 esperimenti per arrivare alla combinazione giusta di reazioni chimiche.
NESSUNA CERTEZZA
«L’articolo, nella forma riportata da Repubblica – premette ad Aleteia Padre Gioacchino Gionti della Specola Vaticana – non è “perentorio” sul fatto che si sia completamente spiegata come sia emersa la vita sulla terra. L’articolo dice che i risultati sembrerebbero indicare come si sia originata la vita “dal niente”, dove per niente si intende elementi che noi non chiamiamo vita. Tuttavia non si ha, mi pare, una sicurezza apodittica».
NON E’ SPIEGATA LA CREAZIONE
Questo non significa affatto, precisa Gionti, «che si sia spiegata la “creazione”». La creazione è «un concetto teologico ed esula completamente dall’ambito di pertinenza della scienza. Scienza e teologia, come diceva Mons. Lemaitre sacerdote e cosmologo inventore della teoria del Big-Bang, sono due campi del sapere umano che vanno distinti e separati. Sono come due rette parallele che non si incontrano mai».
CONCETTO TEOLOGICO
La scienza, evidenzia allo stesso tempo Gionti, «potrà sicuramente spiegare, in un futuro, come si è originata la vita da elementi che sono per noi “non vita”, ma questo non va confuso con la creazione. La spiegazione di come è emersa la vita non significa che si è spiegata cosa sia la creazione e quindi non abbiamo bisogno di Dio. La creazione è un concetto puramente teologico che in ultima istanza è basato sulla fede. Noi per fede sappiamo che Dio è il Dio della vita e che ha creato il mondo dal nulla per Amore».
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UN SENSO AL MONDO
Usando un linguaggio più tecnico, prosegue lo studioso dell’osservatorio vaticano, «la scienza spiega il come dei fenomeni naturali e quindi ci sarà sempre qualcosa che lascia aperto e non spiegato che richiederà una nuova scoperta e una nuova teoria. La teologia, invece, vuole trovare un senso al mondo in cui viviamo cercando di parlare di scopi e di fini per cui Dio ha creato il mondo, è una ricerca di senso delle cose».
LA SCIENZA NON PUO’ NEGARE DIO
Quindi, tranquillizza Gionti, «non dobbiamo avere paura delle scoperte scientifiche! Se Dio ha creato il mondo ci ha dato anche la capacità di capire questa sua creazione con la scienza e di usare, quindi, la scienza per fini buoni come la guarigione dalla malattie, la capacità di difenderci dai fenomeni naturali etc. Se la scienza viene da Dio, non potrà mai dimostrare che Dio non esiste perché altrimenti andrebbe in contraddizione con il suo fondamento ultimo e questo non avrebbe senso».
“NO” A FEDE BASATA SULLE PAURE
E’ sbagliato, rimarca Gionti, «avere paura delle scoperte scientifiche quasi come se una scoperta scientifica potrebbe dimostrare che Dio non esiste. Una fede basata su questa paura non è una fede adulta e va purificata dalle sue superstizioni, come alcune volte ha ripetuto San Giovanni Paolo II. Se la scienza è fatta bene – chiosa – allora può diventare essa stessa una ricerca di Dio, perché la ricerca della verità è una ricerca di Dio».
CONCETTO FILOSOFICO
Fiorenzo Facchini, sacerdote e scienziato, già docente di antropologia all’università di Bologna e autore di libri sull’evoluzione, sgombra il campo dai dubbi: nessun collegamento tra la scoperta e la venuta meno della creazione secondo la Genesi.
«La scoperta delle reazioni chimiche e delle relazioni fra gli elementi che stanno alla base della vita – sottolinea – non rendono superflua la creazione. Il concetto di creazione è di ordine filosofico ed esprime la dipendenza radicale di ciò che esiste da Dio, a prescindere da come si presenta e da quando. La creazione riguarda tutta la realtà nei suoi inizi, nel suo sviluppo e nel suo esistere, a partire dalle prime forme, che potevano essere particellari e di radiazione».
«Le trasformazioni – prosegue – sono avvenute in condizioni ambientali di temperatura e pressione, molto diverse da quelle attuali, che hanno consentito aggregazioni sempre nuove: molecolari e sopramolecolari, fino alle molecole di base per la vita, ai primi batteri e ai viventi pluricellulari».
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TRASFORMAZIONI E REAZIONI CHIMICHE
Ma la creazione può essere collegata in qualche modo a reazioni chimiche? «Direi piuttosto – replica Facchini – che lo sviluppo della creazione è avvenuto con aggregazioni sempre nuove che hanno portato a una crescita della complessità delle relazioni tra i corpi, dapprima nel mondo inorganico, poi in quello organico.
Anche per le prime forme di vita si ammette una possibilità di aggregazione di molecole organiche. In passato si riteneva che ciò non fosse possibile. Ma oggi si ammette questa possibilità senza che si debba invocare l’intervento diretto di una causa esterna superiore».
Resta però sempre la necessità di «condizioni esterne che hanno consentito le diverse trasformazioni, come pure resta la domanda di fondo sul passaggio dal non esistere all’esistere per la materia o energia primordiale, che va oltre il concetto di trasformazione o evoluzione di materia preesistente».
“AFFERMAZIONE INGENUA”
Quindi un cristiano non deve porsi con diffidenza di fronte alle nuove scoperte che riguardano il cosmo. «Tutto ciò che mette in luce gli aspetti profondi della realtà fisica, le leggi fisiche e le proprietà della materia, la fine sintonia tre le diverse forze della natura, le sue potenzialità – sentenzia l’esperto – è da guardare con favore, perchè evidenzia una razionalità dell’universo, raggiungibile con i mezzi della scienza. Essa, come ha osservato Benedetto XVI, rimanda a una mente esterna all’universo, al Creatore. Lo riconoscono molti scienziati e filosofi che non esitano a riferire l’universo a un Essere superiore (Einstein, Flew, Foster, Barrow, Davies, Gamow, Lennox, Polkhingorm, Collins, Ayala, ecc)..».
«Affermare che tutto si sia autoformato – chiosa Facchini – e che il caso abbia portato all’universo ordinato che conosciamo è un’affermazione ingenua e gratuita, frutto di un pregiudizio ideologico».