Antonella Lumini è un’ “eremita urbana” che ha raccontato la sua esperienza al Festival Biblico
Un’eremita cattolica che decide di vivere lontana dal mondo per trent’anni, pur abitando in città. Non stiamo parlando dell’esperienza di un sacerdote, un frate, una suora. Ma di una laica, una scrittrice. Con alle spalle nessuna esperienza di carattere orientale ma solo un amore profondo per il Signore.
Antonella Lumini ha raccontato al Festival Biblico, che si è svolto a Vicenza fino al 28 maggio, la sua esperienza di eremita urbana e la sua immersione nel silenzio.
IL SILENZIO DI DIO
Premette Antonella: «Quando ho scoperto il silenzio, il richiamo è stato più forte di quello che immaginavo. Intorno a questa esperienza è girata tutta la mia vita. Per silenzio intendo una preghiera di abbandono e offerta, non una tecnica. Si entra in questo abbraccio del silenzio, ci si apre, si abbandona, e entra in contatto con la parte profonda di sé».
L'”INGRESSO” DELLO SPIRITO SANTO
Quello che si avverti in questa esperienza di catarsi è «la distanza da qualcosa di profondo che ci chiama, la nostalgia struggente, e si capisce che questa distanza deve essere consumata stando lì, nell’abbandono, alla presenza dello Spirito Santo. Più ci sentiamo passivi della nostra volontà, più consentiamo allo Spirito Santo di entrare in noi».
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NASCOSTA PER TRENT’ANNI
Il silenzio, dunque, ha aiutato Antonella ad «un cedimento interiore, ad uno scavo che permette di entrare nella propria profondità. Questa passività – evidenzia l’ “eremita urbana” – spinge ad una grande azione perché non siamo più noi ad agire ma è la forza dello spirito che ci spinge e ci manda dove noi dobbiamo andare».
«Io – sottolinea – sono stata tanto nascosta nel silenzio per tanti anni, è dal 1980 che ho cominciato questo cammino, ma da alcuni anni sento l’importanza della testimonianza».
COMUNIONE DI SPIRITO
Questa fase le ha permesso di entrare in contatto con tante persone che hanno avviato questo cammino. «Il confronto – conclude la scrittrice – porta alla comunione di spirito. Nel sottofondo si crea una rete di sostegno a questa esperienza».
Come se si formassero «canali vuoti che permettono di agire allo spirito in questo mondo scuro, perché è importante – conclude – che sia lo spirito ad entrare con la sua luce e illuminare il nostro tempo».