di Sebastian Campos
Alzino la mano quelli tra voi che non si sono mai innamorati! Sono certo che non ce ne sia uno. Tutti siamo stati innamorati. Sappiamo quanto sia bello provare amore verso un’altra persona. Sia i cattolici che i non cattolici si innamorano e fanno cose pazzesche per amore. Dal nostro cuore sorge impetuoso un eroe coraggioso e a tratti imprudente, eccitato nel lanciarsi in una pazza avventura per conquistare il cuore della persona che ama.
Ti invito a tornare indietro nel tempo e cercare nel tuo cuore i ricordi di quei momenti, quando qualcuno ti ha rubato il cuore senza dire una parola (e forse senza nemmeno sapere della tua esistenza). Ma allora – e questa è la parte più seria – pensa a come reagisce un cattolico quando si innamora. Forse il nostro amore per Dio fa emergere considerazioni che probabilmente, senza di Lui, non attraverserebbero la nostra mente?
1. È la felicità assoluta
Avete visto qualcuno più felice di un ragazzo innamorato? Non è nemmeno necessario che l’amore sia ricambiato. Una persona, semplicemente per il fatto di amare, cammina già sulle nuvole. Spesso potremmo sentirci tormentati, e soffriamo in segreto, ma sappiamo bene che ogni canzone alla radio parla dei nostri sentimenti, ogni film racconta la storia che noi stessi vogliamo vivere con quella persona. Tutto è così ispirato ed emozionante.
2. Ci poniamo domande sulla nostra vocazione: “Potrebbe essere reale?”
Ogni cattolico che prende la sua fede seriamente deve chiedersi a quale vocazione Dio lo chiami. E questa idea diventa concreta quando ci si innamora. Sono veramente chiamato al matrimonio? E più di una volta, quando siamo innamorati, abbiamo chiesto a Dio: per favore, non chiamarmi alla vita consacrata! Scherzi a parte, tutto questo è molto normale e ci si aspetta che tutti camminiamo nella strada del discernimento, ma quando quella persona speciale appare nella tua vita le fondamenta e le ginocchia tendono a tremare. Non preoccuparti. È bello l’impulso vocazionale ad amare, sia verso l’altra persona che verso Dio, ma in questo caso stare vicini a chi ci fa sospirare e svenire ci fa porre seriamente delle domande vocazionali.
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3. Facciamo attenzione e non corriamo
Ho avuto la possibilità di confrontarmi con giovani sposi e coppie non sposate che parlano delle loro esitazioni (passate e presente), quando si sentono attratti da qualcuno. Non osano fare il primo passo se non sono sicuri che possa essere serio. Per i cristiani, avviare una relazione non è una forma informale di intrattenimento, ma un modo di scoperta vocazionale e soprattutto di rispetto e riverenza verso l’altro. Ecco perché nei rapporti il punto non è “provare”. L’apertura del cuore e l’audacia dell’amore sono pratiche sincere di dono e vulnerabilità, non un esperimento sociale per testare il terreno.
Probabilmente ricorderai i primi appuntamenti da “amici”, dove entrambi avevate la sensazione che c’era “qualcosa di più”, ma non osavate fare il passo successivo per paura di essere respinti. Quanto sono state utili le conversazioni durate fino a tarda notte (forse oggi avvengono su Whatsapp), quando papà brontolava perché usavamo troppo il telefono o ci trattenevamo più di mezz’ora per salutare la mia “amica” alla porta. Tutto il tempo passato a conoscersi ci ha aiutato a capire chi sia quella persona di cui sono innamorato/a, cosa vuole e cosa fa, è nella fede e tutti questi tipi di scoperte importanti nel costruire un rapporto.
Oggi penso ai discorsi su cose che per me non erano granché interessanti, ma per il solo fatto di essere le sue storie, sono state le storie migliori che avrei potuto ascoltare. È saggio prendersi del tempo e controllare che “la piscina sia riempita d’acqua prima di tuffarsi”, ma non bisogna essere timidi; se sei innamorato di qualcuno da un anno, ti preghiamo di lanciarti e dirglielo.
4. Preghiamo per la persona che amiamo
Posso testimoniare con gioia dei giovani che hanno attraversato vere crociate di preghiera e di guerra spirituale a beneficio del loro amato. La parte bella è che i beneficiari di questa preghiera di solito non hanno alcuna idea di quanto sia stato fatto per loro. Un giovane a me caro, molto innamorato di una ragazza (che non era interessato a lui), non si è arreso al rifiuto e, dopo aver provato con fiori, cioccolatini e orsacchiotti, ha iniziato a pregare per lei, ma quando dico pregare intendo sul serio. Determinato e convinto, ogni giorno ha pregato per lei dicendo: “Dal momento che non posso amarla di persona, sarò sicuro che Dio si prenderà cura di lei come non posso fare io”. Sicuramente, se lui l’avesse detto a questa ragazza, sarebbe caduta ai suoi piedi.
Così molti di noi (in realtà parlo per me stesso) hanno iniziato formulare preghiere che non abbiamo nemmeno il coraggio di fare per i nostri interessi, ma è l’amore che ci spinge a chiedere a Dio il benessere di quella persona. Ci preoccupiamo dei dettagli della sua giornata. Che lei possa dormire bene, che la sua colazione sia buona, che il suo capo non sia di cattivo umore, e così via. Preghiamo affinché lei o lui sia a posto, non solo fisicamente ma anche perché, amando, guardiamo e desideriamo il meglio che sappiamo solo Dio possa dare.
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5. Non ci fermiamo all’essere “innamorati”
Ci immergiamo più in profondità nella scoperta della persona. Papa Francesco nella sua esortazione apostolica “Amoris Laetitia” spiega che “l’abbaglio iniziale porta a cercare di nascondere o di relativizzare molte cose, si evitano le divergenze, e così solamente si scacciano in avanti le difficoltà“(A.L., 209)
Mi piace guardare come le ragazze diventano improvvisamente appassionate di calcio e sono in grado di trascorrere tutta la domenica mattina in piedi al sole o al freddo, ai margini di un campo di calcio mentre i loro innamorati corrono dietro alla palla. D’altra parte, è affascinante vedere uomini impegnati con le borse, esasperati dall’attesa e dalla notevole mancanza di decisione delle loro ragazze quando scelgono un vestito o il tipo di marmellata dietetica che mangeranno a colazione.
Non solo scoprire quale sia il loro cibo preferito e la loro musica, ma anche percorrere una strada già battuta in modo che il mondo dell’altro possa essere anche il mio mondo (dato che sappiamo che per quanto possa essere bella una ragazza, se non siamo d’accordo sulle cose fondamentali della vita, non c’è relazione che possa essere tollerata). Allo stesso tempo, sappiamo quanto sia difficile che un rapporto resisti in presenza di grandi differenze nella fede e nello stile di vita. E come dice Papa Francesco, “l’amore è una specie di artigianato” (A.L., 221), dunque, costruire insieme è molto più che sentirsi attratti e mutuamente innamorato. E tu? Cosa hai iniziato a fare per accompagnare e conoscere il mondo della tua amata?
6. Chiediamo consigli
Chiediamo aiuto e opinioni. L’amore è un gioco per due, ma la vita della fede è comunitaria. Ecco perché, quando ci innamoriamo di qualcuno, lo condividiamo con i nostri fratelli e sorelle, con la nostra famiglia e con quelli che ci accompagnano spiritualmente. Perché l’amore è una parte fondamentale della nostra vita di fede. Desideriamo che ci diano la loro benedizione, ci incoraggino, ci dicano che è una buona idea e che non c’è nessuno di meglio per noi. Inoltre, di solito ritiriamo le nostre strategie di conquista, le rianalizziamo, le portiamo in preghiera e le rivediamo di nuovo. Avere qualcuno così vicino con cui condividere queste cose è un grande sollievo.
Ma l’amore ci porta a chiedere consigli a metà, perché non accettiamo ogni tipo di risposta. Ero innamorato di una ragazza che non faceva chiaramente al caso mio. Ho chiesto consiglio e ho parlato con alcuni amici, tutti dicevano che era un errore, ma io ero così convinto che seguivo il mio piano. Ovviamente, mi sbagliavo. Il discernimento è un dono di Dio che può portare molto mal di testa. Non credo che Dio apra un account Facebook o inizi a usare le e-mail per spiegare la sua volontà; ecco perché, per capire che cosa Dio vuole da noi e che cosa ha preparato, dobbiamo costruire la strada con costanza e buona fede.
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7. Siamo storditi
Facendo un giro in più prima di gettarci nella ricerca dell’amore con coraggio, finiremo per commettere più errori, distrarci e andare a zonzo. È bello amare, ci rende felici, ma allo stesso tempo l’esperienza ci scombussola un po’.
Il noto scrittore G. K. Chesterton, innamorato della donna che sarebbe diventata sua moglie, ha scritto una lettera ad un amico per raccontargli la gioia dell’evento. Quello che racconta, anche se è dell’inizio del XX secolo, ha un senso profondo anche oggi. La persona innamorata è goffa e distratta. È stato così nella storia e lo sarà sempre.
Caro Mildred:
Alzandomi questa mattina, ho lavato con cura i miei stivali in acqua calda. Poi mettendomi il cappotto al contrario, sono sceso a colazione, dove ho versato il caffè sulle sardine e messo il cappello sul fuoco per farlo bollire. Queste attività ti darà un’idea del mio stato d’animo. La mia famiglia, osservandomi uscire di casa attraverso il camino e prendere il parafango sotto un braccio, pensa che devo avere qualcosa in mente. Così è.
Amico mio, sono innamorato. Lo sto dicendo solo ai miei veri amici: ma non c’è dubbio. La prossima domanda che sorge è: di chi sono innamorato? Ho esaminato questo problema con cura e, per quanto ne possa capire, gli indizi puntano a Frances Blogg. Posso pensare che non ci sia ragionevole dubbio che sia lei la signora. È altrettanto buono che queste cose minori siano chiare nella propria mente.
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8. Cominciamo ad agire insieme, ripristinando l’ordine nelle nostre vite
Non si tratta di spogliare un aspetto bello, spirituale e morale, ma piuttosto per molti c’è davvero un impulso naturale nel mettere in ordine le nostre vite in modo che, quando arrivi il momento di avere un rapporto con quella persona, non avremo nulla di cui vergognarci o di disagio. Come dice il noto attore Eduardo Verástegui, risparmiandosi nella castità per una persona che probabilmente non conoscete ancora, è un modo di vivere la fedeltà. Pertanto, anche se non lo dicono, molti combattono la battaglia contro la pornografia e la masturbazione; altri cercano di smettere di fumare, di iniziare ad allenarsi, di ottenere buoni voti a scuola, di portare i loro capelli in modo ordinato e ovviamente i cattolici tendono a organizzare la loro vita di fede, perché sappiamo che non è solo la superficie a costruire il nostro incanto, ma anche quello che abbiamo nei nostri cuori.
In conclusione, quando un cattolico si innamora, la vita assume un nuovo colore; l’amore è vissuto con un senso più profondo e appassionato; noi modelliamo il nostro cuore ad amare per bene, a fare altrettanto bene per mezzo del nostro amore, anche se i modi bizzarri nel fare le cose mostrano le nostre fragilità.
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[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]