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Pensieri e aneddoti per conoscere il nuovo presidente della Cei

GUALTIERO BASSETTI
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Giovanni Marcotullio - Aleteia - pubblicato il 24/05/17
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Il cardinale Gualtiero Bassetti è il successore di Angelo Bagnasco a Via Aurelia. Un uomo versatile e un pastore attento a molte spiritualità. Ne parla con noi anche la donna che il presule “maltrattò” il giorno della nomina cardinalizia

La maglia rosa non ce l’ha più dal 22 febbraio 2014, Gualtiero Bassetti: in quella data Papa Francesco glie ne assegnò una nuova – di un fiammante rosso porpora. Il giro d’Italia, però, lo aspetta ora più che mai, visto che stamattina è stata annunciata la sua nomina a nuovo Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. E dire che suo padre – il porporato l’ha più volte ripetuto – lo avrebbe visto bene come meccanico di biciclette!

La maglia rossa

Già quel cardinalato era parso “strano” a molti commentatori: anzitutto perché ricevuto ben oltre la soglia dei 70 anni; poi perché conferito a un vescovo di una diocesi nella cui storia la porpora romana non ha un posto costante (per quanto l’ultimo ad averla ricevuta prima di lui l’abbia poi dismessa per il bianco…). «Forse il Papa – commentava allora il vescovo – ha voluto sottolineare il valore di essere pastori piuttosto che la storia di una sede». E tuttavia la berretta non l’aveva mai presa per un mero distintivo onorifico, Bassetti, foss’anche pastorale:

Sono un figlio spirituale del cardinale Elia Dalla Costa, che ha guidato la Chiesa di Firenze fino al 1961 – aveva spiegato Bassetti –: il cardinalato avvicina al Papa perché si possa servire con più disponibilità la Chiesa. Faccio mia quell’intuizione.

Niente da fare: il suo non sarebbe stato un cardinalato onorifico, e doveva esserne in qualche modo presago quando commentò la nomina dicendo tra sé e sé: «Mi toccherà pedalare parecchio».

Il giro d’Italia

Questa mattina la prima dichiarazione del successore del cardinal Bagnasco raccoglieva i sentimenti di umiltà e gratitudine nei confronti dei confratelli vescovi in Italia:

Intendo lavorare insieme con tutti i vescovi, grato per la fiducia che mi hanno assicurato. Il Papa ci ha raccomandato di condividere tempo, ascolto, creatività e consolazione. È quello che cercheremo di fare insieme. «Vivete la collegialità», ci ha detto, «camminate insieme»: è questa la cifra che ci permette di interpretare la realtà con gli occhi e il cuore di Dio. Mi incoraggiano le parole del cardinale Bagnasco, a cui mi sento legato da sincera amicizia, quando ha augurato al nuovo presidente di “essere sé stesso”. E questo è quello che io desidero nel profondo del mio cuore.

Domani dunque il neo-eletto presiederà la conferenza stampa di chiusura della Conferenza episcopale:

Non ho programmi preconfezionati da offrire – ha detto oggi a caldo –. Nella mia vita sono sempre stato improvvisatore.

Una cosa che l’osservatore deve sicuramente annotare con positività è che da un lato il Papa ha scelto il membro più votato all’interno della terna proposta; dall’altro i vescovi si sono istintivamente diretti sul nome di Bassetti. È vero che possono essere molte le ragioni per cui l’afflato collegiale si è riversato sul vescovo di Perugia, ma se ci atteniamo all’incontrovertibile ci restano in mano due cose belle:

  1. da un lato è “un pastore con l’odore delle pecore”, e questo gli altri pastori lo percepiscono benissimo;
  2. dall’altro è nomina sicuramente gradita al Papa, che l’aveva additato con quell’insolita berretta;

e nel momento in cui si sceglie qualcuno per un ufficio così delicato anche queste considerazioni non vanno trascurate. Questa è stata infatti la prima volta che la Cei procedeva alla nomina del proprio presidente proponendo al Santo Padre una terna di nomi: fino a ieri – ed era questa un’eccezione della sola conferenza italiana – la nomina era operata direttamente dal Pontefice Romano.


Francesco, come già i suoi predecessori, aveva più volte sollecitato i vescovi italici a una più forte presa di responsabilità nell’esporsi di fronte al Papa con una proposta. Come è doveroso aspettarsi per ogni “prima volta”, non saranno mancati l’imbarazzo e l’emozione, ma per le ragioni sopra ricordate (e per altre) quello di Bassetti può essere salutato come un delicato punto d’equilibrio tra varie istanze.

Saluti & Baci

Attribuiscono a Pio II, al secolo Enea Piccolomini, l’arguta espressione: «Pria ch’ero Enea, nessuno mi volea; ora che son Pio, tutti mi chiaman “zio”». Immancabilmente quando un personaggio dal profilo basso, come Gualtiero Bassetti è sempre stato, viene nominato per un alto ufficio, come quello di capo dei vescovi italiani è, le reazioni sono in parte sospette e in parte protocollari. Ma non c’è problema, basta riconoscere i generi letterari.

Così da una parte ci sono gli insider, che da questa mattina si affollano disciplinatamente a salutare il nuovo presidente: Avvenire ricorda in ordine la conferenza episcopale umbra (che contestualmente ha perso il presidente regionale), la diocesi di Perugia-Città della Pieve, la diocesi di Firenze, il convento dei frati della basilica di Assisi, l’Unitalsi, l’Azione Cattolica, l’Aiart, il Meic, il Movimento per la Vita, il Copercom, il Forum delle associazioni familiari, il Comitato Difendiamo i nostri figli. Il genere letterario prevede che ogni ente e ogni organizzazione inserisca nel testo del saluto uno o due riferimenti al proprio operato e al nesso che esso comporta con l’ufficio del neo-nominato.

Ci sono poi gli outsider, che per la loro natura non-organica non possono essere compresi in elenchi senza che questi risultino a loro volta sospetti. Ad ogni modo ho potuto constatare, facendo un po’ di rassegna stampa, che le reazioni di queste voci oscillano in uno spettro che va dalla sincera soddisfazione all’allarmata preoccupazione, passando evidentemente per una serie di più o meno sfumate “attese prudenziali”.

Le chiacchiere e i fatti

In particolare si stanno segnalando per un atteggiamento di tiepidezza di fronte alla nomina quelle associazioni e quegli enti che – talvolta segnate da larvata o aperta ostilità al pontificato bergogliano – temono di vedere nel cardinal Bassetti il coronamento di una presunta “Chiesa progressista”. Un’accusa tanto impalpabile, in sé, da non potersi neppure commentare, ma qualche imputazione più diretta sarà bene ricordarla. Sembrerebbe infatti che in più occasioni il cardinale Bassetti – che Papa Francesco volle partecipe al Sinodo sulla Famiglia – sia stato intervistato e abbia rilasciato dichiarazioni ambigue, a quanto si legge, in merito ai temi più scottanti dell’agenda dell’assise sinodale (cioè la riammissione ai sacramenti per i divorziati risposati e la regolamentazione civile delle unioni di fatto omosessuali); in aggiunta a questo, qualcuno riporta affermazioni a lui attribuite con le quali il porporato avrebbe preso le distanze proprio dalle manifestazioni del Family Day.

Visto che ci siamo, forse è il caso di ricordare le parole che il 18 gennaio 2016 – dunque a meno di due settimane dall’oceanica manifestazione del Circo Massimo – Bassetti fece leggere in cattedrale il comunicato ufficiale della convocazione popolare, che commentò personalmente rivolgendosi così al suo popolo raccolto lì per la messa:

Fate tesoro di questo comunicato perché il bene della famiglia ci sta veramente a tutti tanto a cuore.

Perché quella però non paresse una semplice posizione personale, fece poi arrivare un sostegno esplicito anche dalla stessa conferenza episcopale umbra:

Andremo a dire che cosa crediamo: la visione della famiglia secondo la Costituzione italiana ed i principi dell’antropologia e dell’etica cristiana. […] Sono invitate le realtà ecclesiali e anche gli uomini e le donne di buona volontà che si sentono di condividere questo gesto: cristiani delle diverse confessioni, appartenenti ad altre religioni e anche non credenti.

Insomma, non male come appoggio a un evento originato da semplici realtà laicali, autoconvocatesi a difesa di valori essenziali che costituiscono l’alfabeto primario degli affetti umani, della struttura personale, della società e del welfare.

Vi sono anche gli scettici che oggi arricciano il naso perché amano vagheggiare una Chiesa che sia un hortus conclusus di perfetti e colti (quali essi stessi vorrebbero essere, si capisce), e per i quali suona sospetto ogni accento sulla “pastorale” e sulla categoria di “popolo”. Beh, un’altra cosa in cui Bassetti riesce spiazzante e decisamente fuori dagli schemi è la sua inclinazione all’uso pastorale del vetus ordo, secondo il motu proprio di Benedetto XVI Summorum Pontificum.

Family First

In realtà, non appena si conosca un po’ da vicino l’operato del cardinal Bassetti si riconosce con piacere quel particolare vigore che tiene insieme – come da sempre avviene in ogni vero uomo ecclesiastico – la verità dottrinale e la carità pastorale.

La cosa che mi ha dato più gioia – diceva infatti stamattina commentando la fresca nomina – è una cosa piccolissima ma per me importante: una telefonata affettuosa dei ragazzi di Mondo X, una comunità di recupero per tossicodipendenti, che mi hanno detto: «Continua a essere un papà per noi».

Se dei giovani inselvatichiti dal mondo e abbrutiti dalla tossicodipendenza hanno riscoperto nella carezza di Bassetti la paternità di Dio e la maternità della Chiesa, capiamo perché i vescovi italiani gli abbiano affidato con serenità il timone della loro Conferenza.

«Ho maltrattato una donna»

Ma a proposito di paternità e maternità, c’è un aneddoto che Bassetti racconta praticamente a tutti, dal Papa in giù, ogni volta che parla della propria nomina cardinalizia.

Il Santo Padre non lo aveva avvisato della sua intenzione di crearlo cardinale, e così monsignor Bassetti venne a sapere della nomina mentre si spogliava dei paramenti sacri, quel 13 gennaio 2014, dopo aver amministrato la confermazione in una parrocchia della diocesi. Una donna entrò e gli diede la notizia, lasciando di sale il povero Vescovo.

Questa donna è Cristina Epicoco Righi, e abbiamo il piacere di riportare qui il suo racconto di quel gustoso episodio:

Quella mattina una delle mie figlie era in una parrocchia grande, dove lui stava amministrando le cresime. Mentre andavo a riprendere la figlia mi giunge la telefonata di Giulia Paola [Di Nicola N.d.R.] e Attilio [Danese N.d.R.], responsabili nazionali dell’Associazione [AMarLui N.d.R.], che mi dicono: «Complimenti, Cristina: siete stati nominati dal Papa». E io: «Ma chi? Noi?!». E loro: «Bassetti è stato nominato cardinale». E io stavo andando proprio da lui, visto che dovevo riprendere mia figlia. Lo trovo solo in sagrestia mentre cominciava a cambiarsi. Mi avvicino e gli dico: «Eccellenza, tanti auguri!». E lui, quasi indispettivo: «Ma di cosa?». E lui non credeva alle sue orecchie quando gli dicevo: «Da oggi dovremo abituarci a chiamarla “Eminenza”». Ed ero sicura che lui lo sapesse già da prima, invece lo apprendeva in quel momento da me. Subito dopo scrisse un articolo, diventato ormai il suo cavallo di battaglia, in cui racconta di una donna che gli aveva dato l’annuncio e che lui avrebbe trattato male. Il fatto è stato raccontato anche nella lettera di dimissioni che ha scritto al Santo Padre al compimento dei 75 anni. Ti assicuro che non mi ha trattata male: è semplicemente rimasto stupito della notizia. La cosa bella è che questo momento di annuncio da parte mia lui lo racconta a tutti, ogni volta che fa un incontro con i preti. Un giorno, raccontandolo, mi ha presentata a monsignor Frisina, e quando ha riportato l’aneddoto al Papa questi gli avrebbe risposto: «Cardinale, non hai avuto fede, come quando le donne annunciarono il Risorto ai dodici». Questa cosa è bellissima, è un ricordo che ci lega tanto.

Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi

L’associazione a cui Cristina faceva cenno nel racconto dell’aneddoto è quella dedicata ai coniugi che san Giovanni Paolo II ha personalmente voluto proclamare beati il 21 ottobre 2001. Un mese e dieci giorni dopo l’11 settembre, il Papa polacco indicava nella famiglia – l’unica “come Dio la vuole” – la sola strada per uscire dall’impasse della violenza e del terrore.

Cristina è la coordinatrice dell’associazione a Perugia, insieme col marito Giorgio Epicoco (un’altra storia intensissima e tutta prolife), e nel racconto di come AMarLui giunse a Perugia troviamo un altro spaccato di ciò che per Gualtiero Bassetti significa la cura del popolo di Dio.

Il cardinale Bassetti è stato per noi, come famiglia e come associazione, un vero padre, e ha preso a cuore la missione con una fiducia sorprendente. Quando nel 2012 io conobbi Enrichetta [l’ultima figlia vivente, oggi defunta anche lei, dei coniugi beati N.d.R.] questa ci disse di fondare l’associazione a Perugia. Monsignor Bassetti era già venuto a casa nostra, che è il luogo dove noi diamo sostegno alle coppie in difficoltà. È per noi un servizio alla Diocesi in collaborazione con i sacerdoti. Quando dunque mi sono diretta da mons. Bassetti ho trovato un uomo che – vedi i disegni del Signore! – aveva conosciuto Maria Beltrame e la famiglia. Per cui quando io proposi questo progetto lui ripose in noi tutta la sua fiducia: «Andate – ci disse –: avete carta bianca e vi sosterrò in tutto». Naturalmente questo ha aperto le porte a molti eventi. Il lancio dell’associazione ce lo permise lui e lo facemmo presso una parrocchia e da lì è cominciata anche la nostra missione.

Mi torna in mente una cosa carina: ricordavo al cardinale della messa che avremmo celebrato per questo convegno, e gli chiesi: «Eminenza, allora ci sarà?». E lui, nel suo dialetto toscano simpaticissimo: «Certo che ci sarò: Maria m’è morta in braccio!». Magari avrà pure enfatizzato, io non lo so, però è stato molto caro.

Cristina e Giorgio ricordano però con la massima gratitudine soprattutto la concessione, fatta loro come famiglia e come responsabili di AMarLui Perugia, di tenere una cappellina consacrata in una stanza della loro casa: la famiglia è piccola chiesa domestica, certo, e nessuna chiesa, neanche quella domestica, può vivere senza ricaricarsi a quel rendimento di grazie perfetto che è l’Eucaristia.

Ecco chi è Gualtiero Bassetti, il pastore che da oggi Perugia dovrà in qualche misura condividere con tutta la Chiesa in Italia.

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Marco Righi
Foto scattata di fronte casa di Cristina e Giorgio Epicoco Righi • Accanto al cardinal Bassetti sono presenti persone (anche note) dalle storie pregne di santità familiare
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