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5 regali per dire grazie alla nostra mamma imperfetta e magnifica!

MAMMA FELICE BIMBO
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Paola Belletti - pubblicato il 12/05/17
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Mamma, Grazie di (r)esistereQuante volte diciamo mamma in una vita? Chissà se qualcuno ha fatto i conti!

Noi non li facciamo.

Abbiamo pensato invece di confezionare un cesto di sorprese per chi porta questo nome unico e comune: la nostra, la vostra mamma. Come facevamo da bambini, quando per giorni studiavamo a scuola, in gran segreto, la poesia da recitarle a memoria dondolando sulla sedia; e preparavamo con mani goffe un lavoretto da consegnarle dentro l’abbraccio, caloroso e intenso, che riservavamo solo a lei.

Apritelo con noi, se vi va, sopra un bel prato (nel raggio di qualche antenna wifi…), con la coperta da picnic ritrovata per l’occasione in garage!

Iniziamo con qualcosa di emotivamente forte, come lo sono le mamme! Uno spot per le Olimpiadi di Rio 2016, che credo in tanti ricorderemo.

 

1) Primo regalo: uno spot video

(Ve lo proponiamo con sottotitoli in italiano grazie all’utente Youtube Censo Foggia)

A 100 giorni dall’inizio delle Olimpiadi di Rio, nel 2016, fu lanciato questo spot da Procter & Gamble. Si chiama Strong.

Perché le mamme, di solito, non sono mammole.

Le quattro storie dello spot, per la regia di Jeff Nichols, mostrano, tra le altre, una cosa che per sua natura resta nascosta. Che non ha momenti trionfali da celebrare. Non ha inni né braccia da levare in alto o medaglie da baciare. Anche se ne è il vero germe, quello che spacca le croste di terra e sbuca fuori. Allora siamo tutti a bravi a vedere la pianta che verdeggia al sole! Ma prima? Prima c’è chi custodisce, irriga, sostiene.

Ci sono lacrime, raccolte e ricacciate indietro, pensieri taciuti, decisioni invisibili.

È la forza di resistere e dare coraggio. Di portare, come si fa in una gravidanza, un giorno dopo l’altro, anche quando il mondo lo ignora, un’altra persona. Che non vediamo l’ora che sia stessa, per noi quasi di sparire…

Qui è accennata nella forza delle madri di continuare a sostenere la figlia, il figlio proprio quando non riesce. Quando cade, quando si fa male sul serio. Nella fermezza commossa che le fa dire che è capace, che si riprenderà, quando lui stesso, lei stessa avrebbe voglia di una resa, di sentirsi uno sconfitto, una sconfitta.

Mi sembra quasi di rintracciare qualche segno di pudore, in queste mamme. Perché, davvero, non credo che a loro interessasse il successo del figlio per il successo e basta. Ecco. Mamme così ricordano il buon Dio. Che non si stanca di credere in noi e di guardarci per ciò che potremmo essere.

Mamme! Grazie di (r)esistere!!!

 

2) Secondo regalo: uno scritto

Una poesia intensa, carnale e tragica. Ve la regaliamo perché è bella. Perché è contemporanea. Perché è monca di una speranza che invece c’è.

Non spargeremo ceneri al vento, non sottrarremo alla terra che ci aspetta la nostra polvere. Perché i nostri corpi e quelli delle nostre madri sono fatti per la gloria eterna di un Paradiso dove sapremo, fino in fondo, quanti grazie e quante grazie dobbiamo loro.

Mamm’Emilia

In te sono stato albume, uovo, pesce,
le ere sconfinate della terra
ho attraversato nella tua placenta,
fuori di te sono contato a giorni.

In te sono passato da cellula a scheletro
un milione di volte mi sono ingrandito,
fuori di te l’accrescimento è stato immensamente meno.
Sono sgusciato dalla tua pienezza
senza lasciarti vuota perché il vuoto
l’ho portato con me.

Sono venuto nudo, mi hai coperto
così ho imparato nudità e pudore
il latte e la sua assenza.
Mi hai messo in bocca tutte le parole
a cucchiaini, tranne una: mamma.
Quella l’inventa il figlio sbattendo le due labbra
quella l’insegna il figlio.
Da te ho preso le voci del mio luogo,
le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri,
da te ho ascoltato il primo libro
dietro la febbre della scarlattina.
Ti ho dato aiuto a vomitare, a friggere le pizze,
a scrivere una lettera, ad accendere un fuoco,
a finire le parole crociate, ti ho versato il vino
e ho macchiato la tavola,
non ti ho messo un nipote sulle gambe
non ti ho fatto bussare a una prigione
non ancora,
da te ho imparato il lutto e l’ora di finirlo,
a tuo padre somiglio, a tuo fratello,
non sono stato figlio.
Da te ho preso gli occhi chiari
Non il loro peso
a te ho nascosto tutto.
Ho promesso di bruciare il tuo corpo
di non darlo alla terra. Ti darò al fuoco
fratello vulcano che ci orientava il sonno.
Ti spargerò nell’aria dopo l’acquazzone
all’ora dell’arcobaleno
che ti faceva spalancare gli occhi.

Erri de Luca

Mamma, grazie. Grazie.

 

3) Il terzo omaggio è un film

Per sorridere e riflettere, sgranocchiando biscotti al cioccolato. Mentre compiliamo la lista...

«I bambini hanno i pidocchi. Controllati la testa».

Questo è uno dei verosimili sms che una mamma con bambini ancora piccoli, che lavora, e non è stata (ancora) relegata a fare le fotocopie in un corridoio col neon rotto, potrebbe leggere mentre è in ufficio o davanti al potenziale finanziatore di un nuovo progetto.

«Ma come fa a far tutto?» è una commedia decisamente americana di qualche anno fa che rappresenta in modo esilarante, ma per nulla caricato (purtroppo), la vita concitata, ibrida, piena di strappi, delusioni, ma anche conquiste, soddisfazioni e gioie di una mamma col fiatone!

A noi piace di più così, Sara Jessica Parker, di quando sorseggia languida un caffè fumante pensando all’ennesimo improbabile flirt nella patinata New York di Sex and the City.

Mamma mia, per davvero, ma come fai a fare tutto?

 

4) Il quarto dono è qualcosa di dolce

È vero che abbiamo messo tutto dentro un cesto di vimini e che abbiamo guadagnato questo bel prato con non poche pedalate in bici e su strade sterrate. Però facciamo finta di avere trovato il contenitore giusto.
Siamo riusciti a fare arrivare intera e con le guarnizioni ancora perfette una torta di panna, cioccolato e frutti di bosco! … Voilà! Questa porzione è per te, mamma!

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pixabay.com

Mamma,  ti vogliamo bene!

 

5- Il quinto regalo lo facciamo insieme alla Mamma di tutti

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Dora Alis | CC

Ed ora, per concludere con la vera dolcezza, con la sublime dolcezza dello sguardo della Mamma,  nella condizione che ci uguaglia davvero tutti, uomini, donne, mamme, bambini e che è quella di figli,fino alle più segrete fibre del nostro essere, offriamo insieme un omaggio e una preghiera alla Madre Celeste.

Con quell’altalena di titoli che S. Bernardo rivolge a Maria e nei quali Lei contiene e abbraccia ognuno di noi.

È san Bernardo che chiede per Dante – e Dante per noi – che la Madonna gli permetta di vedere Dio.

 

Canto XXXIII, 1-21

Vergine madre, figlia del tuo Figlio,
Umile ed alta più che creatura,
Termine fisso d’eterno consiglio.

Tu se’ colei che l’umana natura
Nobilitasti sì, che il suo Fattore
Non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l’amore
Per lo cui caldo nell’eterna pace
Così è germinato questo fiore

Qui se’ a noi meridïana face
Di caritate; e giuso, intra i mortali,
Se’ di speranza fontana vivace.

Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
Che, qual vuol grazia e a te non ricorre,
Sua disïanza vuol volar senz’ali.

La tua benignità non pur soccorre
A chi domanda, ma molte fiate
Liberamente al domandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,
In te magnificenza, in te s’aduna
Quantunque in creatura è di bontate!

Madre.

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