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La Madonnina “usurpatrice”

Vergine col Bambino - Ponte Nomentano © Antoine Mekary / ALETEIA

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Marinella Bandini - pubblicato il 06/05/17
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Dietro la statua della Madonnina in gesso custodita in una nicchia del Ponte Nomentano c’è una storia a tratti dolorosa. La racconta Gherardo Ruggiero, docente di teatro e appassionato della storia di Roma. Cura visite guidate in luoghi poco conosciuti – dell’Urbe, arricchendole con aneddoti e racconti raccolti dagli abitanti del territorio. Anche in questo caso è stato lui a recuperare la storia dai protagonisti. Negli anni tra le due guerre, questa zona di Roma è ancora aperta campagna, sulle rive dell’Aniene (detto anche Teverone). La “sora” Maria aveva messo nella nicchia sul Ponte una stampa a colori raffigurante la Madonna delle Grazie.

Ogni giorno al tramonto si recava qui per pregare, con una breve processione con i bambini del quartiere, tra cui la figlia Natalina. A ogni bambino era affidato un compito: portare l’acqua, i fiori, le candele e anche un inginocchiatoio. Dopo la preghiera si faceva rientro a casa e la sora Maria regalava a ogni coppia di bambini una bottiglietta di aranciata da condividere. Arriviamo al dopoguerra e una sera, quando la piccola processione arriva al Ponte, trova la stampa della Madonna buttata a terra e al suo posto una statua in gesso della Madonna, quella visibile ancora oggi, sebbene deturpata in seguito ad atti vandalici. “Ah rega’, questa non è la Madonna nostra. A casa!” pare abbia sentenziato la sora Maria.

La preghiera non si fece e la processione tornò indietro e da allora non venne più fatta. Solo molti anni dopo si è scoperto che la statua fu collocata in quel punto probabilmente da uno dei costruttori del quartiere, la cui figlia era morta suicida. La Madonnina è stata per diverso tempo dimenticata, e anche abbandonata, quando il ponte è stato chiuso prima di renderlo area pedonale. Negli ultimi anni sono riapparsi prima una candela, poi qualche mazzolino di fiori e adesso tutti i giorni alcune signore vanno a visitare la Madonnina e se ne prendono cura.

* “sora”: termine romanesco che significa “signora”
* “Ah rega’”: esclamazione in romanesco. Si può tradurre con “ragazzi”

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