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L’abbraccio di Papa Francesco alla “schiava” venduta dall’Is

GENERAL AUDIENCE

May 3, 2017 : Pope Francis greets Nadia Murad Basee Taha during the weekly general audience in St. Peter's Square, at the Vatican. EDITORIAL USE ONLY. NOT FOR SALE FOR MARKETING OR ADVERTISING CAMPAIGNS.

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 04/05/17
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Nadia incontra il pontefice e gli racconta le violenze subite dai jihadisti dello Stato IslamicoDa schiava dei miliziani dell’Isis ad ambasciatrice delle Nazioni Unite per la dignità dei sopravvissuti alla tratta di esseri umani. Un ruolo che la vede «alleata del Papa». E per questo ha voluto fortemente incontrarlo.

LA STRAGE DEI SUOI FAMILIARI

È impressionante la storia che Nadia Murad Basee Taha, ventiduenne yazida, ha raccontato a Francesco. Rapita nel suo villaggio di Kocho, nel nord dell’Iraq, il 3 agosto 2014, ha visto morire sei fratelli e la madre. Portata con due sorelle a Mosul, Nadia ha subito ogni sorta di soprusi fino a essere venduta più volte come schiava. Dopo tre mesi è riuscita a fuggire rocambolescamente (l’Osservatore Romano, 3 maggio),

LA FUGA

Uno dei suoi carcerieri si era dimenticato la porta della prigione aperta. La ragazza è riuscita a scappare, trovando rifugio presso una famiglia della zona che la ha aiutata a raggiungere il campo profughi di Duhok, nel nord dell’Iraq. Da lì è stata condotta a Stoccarda, in Germania.

CORAGGIOSE DENUNCE

Da allora la giovane donna denuncia coraggiosamente le atrocità perpetrate contro la sua gente, portando avanti «la battaglia perché nessuna persona subisca simili violenze e venga trattata come una bestia». Nadia ora è candidata al Premio Nobel e al Premio Sacharov.

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LA CONFERENZA ALL’ONU

Il 16 dicembre 2015 Nadia apparve anche all’Onu per discutere di tratta di esseri umani e conflitti. Ora Nadia partecipa attivamente ad iniziative per sensibilizzare al tema della tratta. Nel settembre 2016 l’avvocata Amal Clooney ha accettato di rappresentare Nadia nell’azione legale contro i comandanti dell’Isis.

L’avvocato Clooney, in quell’occasione, ha descritto il genocidio, lo stupro e la tratta come «burocrazia del diavolo a scala industriale» e ha sottolineato come la tratta di esseri umani è tuttora praticata dai soldati Isis, sia tramite social network sia nelle zone da loro controllare (Il Messaggero, 3 maggio).

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