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Müller: «Potrà volerci del tempo perché si arrivi a una decisione su Medjugorie»

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i.Media per Aleteia - pubblicato il 11/04/17
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Secondo il cardinale, i messaggi che la Vergine Maria trasmetterebbe a Medjugorie dal 1981 non hanno alcuna urgenza particolare

«Ci vorrà del tempo perché la Santa Sede prenda posizione su Medjugorie», afferma il cardinal Müller.

Una decisione ufficiale della Santa Sede sul carattere soprannaturale o meno degli eventi di Medjugorie (Bosnia-Herzegovina) «potrebbe richiedere molto tempo», ha avvertito il cardinale Gerhard Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, in un’intervista rilasciata all’agenzia polacca “KAI” e riportata da The Tablet il 10 aprile 2017.

Secondo il cardinale Müller, i messaggi che la Vergine Maria trasmetterebbe a Medjugorie dal 1981 non hanno alcuna urgenza particolare. Non c’è dunque «una data-limite specifica per completare l’indagine sulla soprannaturalità degli avvenimenti», ha dichiarato. La Congregazione che presiede «non si lascerà fare pressioni», e una presa di posizione «potrà richiedere del tempo», ha quindi avvertito l’alto prelato.

Nel caso delle apparizioni di Fatima (Portogallo) nel 1917, ha ricordato il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, c’era «un’invocazione chiara e categorica contro la propagazione del comunismo, e un appello profetico a opporvisi con la preghiera e la testimonianza». Le apparizioni di Fatima erano state ufficialmente riconosciute nel 1930, cioè 13 anni dopo aver avuto luogo.

Se le apparizioni di Medjugorie dovessero essere finalmente riconosciute dalla Chiesa, bisognerà «sfumare la posizione», ha proseguito il cardinal Müller. In effetti, a suo avviso «la grande massa dei fedeli è troppo affascinata da Medjugorie perché il bene futuro della Chiesa [locale, N.d.R.] dipenda dalla veracità delle apparizioni».

Un fenomeno pastorale non può basarsi su “fondamenta false”

Nell’ipotesi contraria, dell’affermazione della non-soprannaturalità degli avvenimenti, l’alto prelato ha vivamente avvertito: «Un fenomeno pastorale non può essere basato su fondamenta false». Così, «non si possono separare le preoccupazioni pastorali dalle questioni circa l’autenticità delle visioni».

Queste dichiarazioni sopraggiungono mentre monsignor Henry Hoser, inviato speciale di papa Francesco a Medjugorie, è arrivato il 29 marzo nel santuario mariano. La sua missione è puramente di ordine pastorale e dunque non deve prendere posizione circa la realtà delle apparizioni che vi si svolgerebbero da 36 anni.

Il 5 aprile, monsignor Hoser aveva affermato in una conferenza stampa che il santuario mariano poteva permettere di confortare “la sete di sacro” dei 2,5 milioni di pellegrini che vi si recano annualmente. Questi, aveva osservato, «scoprono o riscoprono [a Medjugorie, N.d.R.] il senso del sacro nella loro vita», attraverso «la celebrazione dell’eucaristia, la trasmissione della Parola di Dio, l’adorazione del Santissimo Sacramento».

Una commissione le cui conclusioni non sono state pubblicate

Nel 2010 papa Benedetto XVI aveva nominato una commissione specifica per studiare il caso delle apparizioni mariane di Medjugorie. Questa commissione aveva tracciato un bilancio del proprio lavoro e nel 2014 ne aveva consegnato un resoconto a papa Francesco. Contrariamente a quello che a più riprese era stato annunciato, le conclusioni non sono state presentate al pubblico. La posizione della Chiesa resta quindi per il momento quella dichiarata dalla Conferenza episcopale yugoslava nel 1991 nella Dichiarazione di Zadar: «Non si può affermare il carattere soprannaturale di queste apparizioni o rivelazioni».

Il cardinal Müller ha del resto rivelato nel corso dell’intervista con l’agenzia “KAI” che la Congregazione per la dottrina della fede studia più di 42.000 affermazioni di apparizioni della Santa Vergine dal 1981. Possono esserci delle “apparizioni private” – ha spiegato – che non apportano elementi nuovi o necessari.

Vaticano, 11 aprile 2017, h. 12:05 – agenzia I.Media

[traduzione a cura di Giovanni Marcotullio]

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