La collezione “Petite Vie” [“Piccola Vita”] propone una nuova versione della biografia di Marc Joulin dedicata a Jean-Marie Vianney. Un’opera ideale per riscoprire il santo patrono dei preti e meditare sulle grazie del sacramento della riconciliazioneSono numerose le biografie del curato d’Ars. Quella di Marc Joulin, domenicano, è una delle migliori (1986). Ne ha ricavato una versione semplificata e abbreviata che ne fa un’eccellente “Petite Vie”.
Il racconto della vita del santo parroco è armoniosamente combinato con i tratti dominanti dell’uomo e del suo ministero. Quando si tratta delle difficoltà del giovane contadino di Dardilly a impratichirsi col latino, la lingua degli studi ecclesiastici; della sua lotta contro i costumi dissoluti dei suoi parrocchiani («Lasciate una parrocchia vent’anni senza prete e vi si adoreranno le bestie»); delle sue impressionanti mortificazioni; delle manifestazioni di quello che lui chiamava “grappin” [lett. “colui che arpiona”: impressionante assonanza con il “chiappino” di Gemma Galgani, N.d.T.] e che altri non era che il diavolo; della fondazione della Providence, pensionato per le ragazzine di Ars, aperto alle orfane; della sua povertà personale, ma anche del gusto del lusso per la sua chiesa.
Che abisso fra i due estremi! Al suo arrivo, nel 1818: «Quanto è piccola, Ars!». Nel 1929 diventa patrono dei parroci del mondo! Nel mezzo, Ars viene invasa già durante la sua vita: trentamila pellegrini nel 1834. Tutti questi aspetti che tessono la vita del santo sono certo conosciuti, ma qui si trovano esposti e trattati con sapienza e misura.
Segnaliamo l’apporto prezioso di questa opera: Marc Joulin studia l’evoluzione del santo curato nel suo ministero e la via che la porta verso la santità. Ed eccone due esempi: la predicazione e la confessione.
La predicazione da una parte. Nei primi tempi, ad Ars, passa ore ad imparare a memoria pagine da raccolte di sermoni per pronunciarle con la sua voce malferma: non si sente a suo agio, non è sé stesso. Molto presto, sommerso dalle incombenze, si mette a improvvisare, parla dall’abbondanza del cuore in un linguaggio semplice, spontaneamente immaginifico, ma dalla presa irresistibile. Negli ultimi tempi – stremato, sdentato – si perde in frasi inarticolate. Allora, barcollando, si gira a metà verso il tabernacolo e, indicandolo col dito, incendiato d’amore, in lacrime, ripete: «Egli è là… Egli è là…». Lacordaire, l’illustre predicatore di Notre-Dame, testimone oculare, dichiara: «Vorrei predicare come lui».
La confessione dall’altra parte. All’inizio, in virtù della sua formazione rigorista, diciamo giansenista, il giovane parroco è tanto esigente da risultare respingente per i penitenti. Poco a poco, comprende che il sacramento della penitenza è anzitutto quello della misericordia. Di lui non resta che bontà – è lesto a fare egli stesso le penitenze che nemmeno impone più a quelli che perdona: «Piango perché voi non piangete».
In ultimo, l’intento di don Marc Joulin è meno quello di informare che quello di prolungare il ministero del santo parroco. Fa scivolare tra i capitoli pagine di citazioni: Parole sul sacerdote, sulla sofferenza, sulla povertà, sulla preghiera, sull’amore di Dio. Vi fa scivolare pure delle “parabola”, che sono immagini provenienti recta via dall’infanzia contadina del santo. Ecco, questo è il miracolo: parole e parabole sconvolgono, convertono. E poiché non mancano le Parole sul perdono, non c’è miglior lettura di questa “Piccola Vita” per preparare una buona confessione.
[traduzione a cura di Giovanni Marcotullio]
Petite Vie de Jean Marie Vianney: curé d’Ars, di Marc Joulin, Desclée de Brouwer, collana Petite Vie, agosto 2017, 153 pp., 10 €.