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Nuova apertura ai lefevbriani: ora potranno celebrare anche i matrimoni

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 04/04/17
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La Commissione Ecclesia Dei detta le condizioni. Papa Francesco approva il nuovo passo verso la ricucitura dei rapportiOltre a confessare i fedeli, d’ora in poi i membri della Fraternità Sacerdotale San Pio X potranno anche celebrare i matrimoni dei loro seguaci.

È la novità della lettera inviata dalla Commissione Ecclesia Dei ai vescovi, in modo da «rimuovere disagi di coscienza» in tali fedeli e «incertezza circa la validità del sacramento del matrimonio», e con l’auspicio che «si possa affrettare il cammino verso la piena regolarizzazione istituzionale» (Agensir, 4 aprile).

L’APERTURA SULLA CONFESSIONE

«Sono in corso da tempo diversi generi di incontri e iniziative intenti a riportare nella piena comunione la Fraternità Sacerdotale San Pio X», si legge nella lettera firmata dal cardinale Gerhard Müller, presidente della Commissione, in cui si ricorda che di recente il Papa «ha deciso di concedere a tutti i sacerdoti del suddetto istituto le facoltà per confessare validamente i fedeli (Lett. Misericordia et misera, n. 12), in modo da assicurare la validità e la liceità del sacramento da loro amministrato e non lasciare nell’inquietudine le persone».

LE LICENZE PER I MATRIMONI

«Nella stessa linea pastorale mirata a contribuire a rasserenare la coscienza dei fedeli, malgrado l’oggettiva persistenza per ora della situazione canonica di illegittimità in cui versa la Fraternità di San Pio X», si legge nella lettera. il Papa, su proposta della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Commissione Ecclesia Dei, ha deciso di autorizzare i vescovi locali «perché possano concedere anche licenze per la celebrazione di matrimoni dei fedeli che seguono l’attività pastorale della Fraternità».

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LE CONDIZIONI PER LA DELEGA

Le modalità di tale concessione sono le seguenti: «Sempre che sia possibile, la delega dell’Ordinario per assistere al matrimonio verrà concessa ad un sacerdote della diocesi (o comunque ad un sacerdote pienamente regolare) perché accolga il consenso delle parti nel rito del Sacramento che, nella liturgia del Vetus ordo, avviene all’inizio della Santa Messa, seguendo poi la celebrazione della Santa Messa votiva da parte di un sacerdote della Fraternità».

LA CONCESSIONE “DIRETTA”

«Laddove ciò non sia possibile, o non vi siano sacerdoti della diocesi che possano ricevere il consenso delle parti – si precisa – l’Ordinario può concedere di attribuire direttamente le facoltà necessarie al sacerdote della Fraternità che celebrerà anche la Santa Messa, ammonendolo del dovere di far pervenire alla Curia diocesana quanto prima la documentazione della celebrazione del Sacramento»

«Il Sommo Pontefice Francesco – si legge in calce – nell’Udienza del 24 marzo 2017, concessa al sottoscritto Cardinale Presidente, ha approvato la presente Lettera e ha ordinato la sua pubblicazione».

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POZZO: UN GESTO PER RASSERENARE

Monsignor Guido Pozzo, segretario della Commissione Ecclesia Dei, in un’intervista all’agenzia francese I.Media (4 aprile) precisa: «Come dice la lettera, questa misura intende rasserenare la coscienza dei fedeli che vogliono far celebrare il loro matrimonio da un sacerdote della Fraternità San Pio X, ed evitare così dei dubbi sulla sua validità – dal momento che per i cattolici il matrimonio richiede sempre il rispetto della forma canonica. È dunque un’attenzione particolare al bonum matrimonii [il bene del matrimonio, N.d.R.], che è un diritto del fedele cattolico».

LA DECISIONE DEL VESCOVO ORDINARIO

Monsignor Pozzo puntualizza anche che «rientra nelle competenze dell’Ordinario del luogo, o del parroco, il concedere la delega perché il matrimonio sia valido». Con questa misura, «l’Ordinario è autorizzato a concedere questa delega a un sacerdote della diocesi o a un sacerdote pienamente regolare, perché accolga il consenso delle parti nel rito del sacramento. L’Ordinario può anche concedere direttamente le facoltà necessarie al sacerdote della Fraternità che celebrerà la Santa Messa».

LA FIRMA DELLA DICHIARAZIONE DOTTRINALE

Per arrivare alla piena riconciliazione, conclude il segretario della Ecclesia Dei, «bisogna che il Superiore della Fraternità San Pio X firmi la Dichiarazione dottrinale [elementi dottrinari essenziali che definiscono la cattolicità, e che vengono considerati preliminari a un accordo, N.d.R.], e quanto a questo non credo che ci siano ancora delle difficoltà. Ciò che la Fraternità San Pio X domanda è di poter conservare pienamente la propria identità spirituale, disciplinare, teologica e pastorale, con l’elaborazione di uno statuto proprio che conterrà le sue leggi particolari e che permetterà l’erezione della stessa quale Prelatura personale. Il mio auspicio è che tutto questo si faccia presto».

(traduzione a cura di Giovanni Marcotullio)

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