7 motivi per cui seguire Gesù non è un insieme di regole anacronistiche Uno dei principali motivi citati da coloro che si rifiutano di abbracciare la fede e di convertirsi a Gesù è che il cattolicesimo sarebbe una religione di divieti e di regole, che non permette di vivere liberamente e che tutto ciò che è bello e piacevole è peccato; e che pertanto una vita così, basata sulla paura, non varrebbe la pena di essere vissuta.
Chiaramente, da un punto di vista esterno e superficiale, sembrerebbe che vivere da cristiani comporti un elenco di precetti e di “no” da rispettare senza alcuna mediazione.
Dicono che “non si può fare questo o quello” e che “vediamo come peccato tutto ciò che rende bella la vita”. E così, tenendo con le unghia e i denti la loro presunta libertà, ci bollano come retrogradi, poco evoluti, conservatori e legalitari. Ma non siamo così. Il cristianesimo è la religione della libertà. E San Paolo dice che Cristo ci ha resi liberi e non dobbiamo ricadere nella schiavitù (cfr Gal 5,1). In modo che, vivendo come ci chiede Gesù, non perdiamo la libertà, ma la guadagnamo.
Per questo motivo vogliamo elencare alcuni motivi per i quali seguire Gesù è un cammino di gioia, di libertà piena, di completa realizzazione della vita; e non di restrizioni, divieti e leggi anacronistiche che Dio ha posto come se fosse un poliziotto cosmico che ci ha teso una trappola e che vorrebbe vederci cadere per poterci condannare.
1. La lista dei “si” è molto più grande di quella dei “no”
È umano vedere il bicchiere mezzo vuoto. In merito al cristianesimo, molti vedono nei “Dieci Comandamenti” una legge dura e impossibile da rispettare; il “doversi confessare con un prete” è associato al vivere con la paura di non commettere peccati che altrimenti dovranno essere confessati; e così via con una lista enorme. Se dovessimo scrivere una lista con quello che la fede e la morale ci invitano ad evitare, sarebbe davvero una lunga lista; ma allo stesso tempo, in una colonna parallela scriveremmo tutto ciò che possiamo fare. E lo faremmo senza alcuna difficoltà, perché non ci sarebbe carta a sufficienza per scriverne abbastanza.
Ad esempio, siamo invitati ad evitare alcune sostanze che causano danni al nostro corpo, come la droga e l’abuso di alcol. Ma allo stesso tempo siamo invitati a godere del creato, ad apprezzare tutto ciò che Dio ha messo sulla faccia della terra per noi, affinché la nostra vita sia benedetta. Molti si fissano sul piccolo “no a qualcosa”, ignorando completamente un “clamoroso sì” a tutto il resto.
Inoltre, bisogna rimarcare che ci “invita” e non ci “obbliga”; la scelta è sempre la nostra.
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2. La libertà di ricevere la chiamata personale
In questo senso, ne abbiamo solo da guadagnare. Nessuno ti obbliga a credere. Non vengono puntate pistole sulla testa né coltelli sul collo. Che tu creda o no, è un problema soltanto tuo. Tuttavia, sappiamo che è molto meglio credere che non credere. E non perché Dio è un egocentrico che vuole adepti, ma perché ricevere l’abbraccio amorevole di Dio fa bene alla nostra anima.
Tuttavia, se proprio non si vuole credere, non succede nulla. Non siamo un club di proselitismo che vuole aumentare il numero di iscritti nei propri archivi. A noi interessa che gli altri credano come atto d’amore. Ecco perché è falso dire che vogliamo imporre le nostre posizioni, che siamo bigotti o che abbiamo una mentalità ristretta. Per favore! C’è forse stato qualcuno più tollerante di Gesù nella storia del genere umano? Noi seguiamo Colui che accoglie tutti, anche coloro che non credono. Siamo imitatori di Colui che ama coloro che lo considerano nemico loro, e addirittura chiede che coloro che l’hanno assassinato vengano perdonati.
3. Le piccole cose necessarie per vivere la fede
Sono davvero minime. In molti paesi ci vengono persino fornite delle strutture, vengono concesse le domeniche libere e varie feste religiose, per aiutarci a vivere e celebrare la nostra fede. Nessuno ti chiede di portare all’altare tutto quello che guadagni durante il mese, e neanche viene richiesto di isolarsi dal mondo per vivere come un eremita, né di passare una vita di stenti e di sofferenze.
Tutto ciò esiste, ma fa parte della personale chiamata di ciascuno di noi; ciò che la Chiesa ci chiede è soprattutto imitare Gesù e seguirlo. Detto ciò, condividere la tavola con lui nell’Eucaristia è un nostro dovere, bisogna andare.
Così come riconoscere quando cadiamo e chiedere perdono, ecco il perché della necessità di confessarsi. E, ovviamente, bisogna fare tutto il possibile per amare Dio e il prossimo evitando tutto ciò che è male. Gesù stesso si lamenta dei legalisti che impongono ai credenti fardelli pesanti. Lui ci chiede di essere al Suo fianco, di celebrare la fede; non come un obbligo, ma liberamente, come espressione del nostro amore e della nostra fedeltà.
4. La legge morale naturale è la nostra colonna vertebrale
Nel sostenere le nostre posizioni in merito a temi come la famiglia, la sessualità, la castità – e quindi tutte le questioni legate ai valori e sulle quali, in molti paesi, si stanno discutendo delle leggi – fondiamo le nostre argomentazioni sulla “legge morale naturale”, anche più che sulla Parola di Dio o sul Magistero della Chiesa.
Il disegno di Dio è perfetto, e non serve essere credenti per guardare la creazione e rendersi conto che funziona in perfetta armonia, perché in essa è innata una legge naturale. Ecco perché i genitori si prendono cura dei loro figli e non li uccidono; ecco perché maschi e femmine hanno bambini e formano delle famiglie; ecco perché viviamo in gruppo e stare da soli ci mette a disagio; ecco perché ci prendiamo cura dei vulnerabili, dei malati e degli svantaggiati.
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5. I principi del cristianesimo come base per costruire la società
Non c’è da stupirsi che, in molte scuole di diritto, chi studia per diventare avvocato deve sostenere corsi di diritto canonico o simili. Perché la legge cristiana non si applica solo a distinguere ciò che è peccato da ciò che non lo è. È molto di più. Le indicazioni che Gesù ci ha lasciato, e che vengono descritte anche nel Vecchio Testamento, ci aiutano a vivere come società, ci permettono di stabilire limiti obiettivi tra ciò che è giusto e ciò che non lo è. Altrimenti, come potremmo dire se qualcosa è legale o meno? Qual è il punto di riferimento per indicare che qualcuno commette qualcosa di illegale? Ecco perché esistono le leggi.
Quelle stesse leggi che hanno sempre perseguito il bene comune, cercando di portare beneficio alla società, e che ora sono minacciate da nuove leggi che perseguono il bene individuale, la libertà personale. Avere leggi a favore dell’aborto, ad esempio, potrebbe sembrare una conquista di libertà; ma in realtà la società diventa schiava di quelle leggi meschine e pensate solo per alcuni.
6. L’esperienza amara dei paesi liberi
Sui social network girano molti link sulle proposte per immigrare verso i paesi europei: offerte progettate per persone che qui vogliono mettere su famiglia, avere figli, lavorare e produrre. Purtroppo, molti dei paesi che si danno da fare per approvare leggi su tali presunte “libertà individuali”, subiscono le amare conseguenze di quelle stesse “libertà conquistate”.
I tassi di natalità sono bassissimi, la popolazione invecchia, sostenere i pensionati diventa un costo eccessivo, mentre i loro giovani sono immersi in un consumo eccessivo di alcol e droghe. Ma queste sono società “evolute” e “libere”. Gli esperti dicono che le cause sono da ricercare nelle scarse politiche familiari, nella quasi totale assenza di matrimoni e nell’aborto. Oggi, molti di questi paesi danno benefici economici a coloro che desiderano avere una vita come l’hanno gli abitanti dei paesi “conservatori”. È davvero un modello che vale la pena imitare?
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7. No alla legge, sì all’amore… ma attenzione…
Gesù è venuto per adempiere la legge e quanto i profeti hanno insegnato al popolo di Israele. Adempiere per adempiere non basta, ciò che è importante è amare. Non è forse una libertà enorme amare sapendo che Colui che mi ama non mi ingannerà, sarà fedele e desidera il meglio per me? Certo, questo tipo di amore è libero da bugie, paure e obblighi. in totale opposizione all’amore “libero” che invece porta sempre una sensazione di fallimento, di precarietà, di temporaneità.
Un modo per discernere cosa fare è seguire la regola dell’amore. Prima di prendere una decisione, chiedetevi se facendo quella cosa: 1. Stiate amando Dio 2. Stiate amando il vostro prossimo 3. Stiate amando voi stessi. Se così fosse, non potete sbagliarvi: che conosciate o meno i comandamenti o la dottrina della Chiesa, se amate in questo modo, siete liberi.
Sebastian Campos
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[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]