La donna doveva accoglierlo a casa durante la visita a Milano. Ma qualche giorno prima è stata costretta al ricovero in ospedaleAdele Agogini ha 81 anni. È oramai cieca e molto malata. La visita del Papa a casa sua, al terzo piano del civico 32 delle Case Bianche di Milano dove abitano 400 famiglie, sarebbe stato un dono. Ma Adele una settimana fa è finita in ospedale per una brutta bronchite. Papa Francesco non è un Papa come tutti gli altri. Durante la visita del 25 marzo a Milano è andato direttamente a casa sua.
A Nuccio Oneto, suo marito, ha chiesto il telefonino di Adele e l’ha chiamata. «Mia moglie non ci credeva. Non voleva crederci che Papa Francesco era dall’altro capo del telefono», racconta lui (La Stampa, 26 marzo)
L’ALLEGRIA DI FRANCESCO
«Signora Adele – ha detto il Papa parlando al telefono nel video pubblicato da Tv2000 (26 marzo) – buongiorno, come si sente ? Bisogna offrire gli acciacchi e i dolori al Signore. Un abbraccio».
IL TUMORE DI NUCCIO
Adele e Nuccio sono una coppia cattolica, che partecipa ogni giorno alla Messa attraverso la televisione e spesso riceve la comunione. Adele, come detto, è quasi completamente cieca e Nuccio soffre dal 2006 di un tumore alla gola parzialmente ridotto con la radioterapia. Ma ha grossi problemi nei polmoni e ci sono timori di metastasi. Erano felici di prepararsi ad accogliere il Papa con la loro fede semplice e profonda (Zenit.org, 26 marzo).
“MI PARLAVA DI GESU’…”
Ad Avvenire (29 marzo) la donna confessa le emozioni incredibile provate al momento di quella telefonata: «È stata una felicità enorme. Mi sentivo battere il cuore forte, tanto che i medici mi dicevano. “Si calmi signora Agogini, si calmi!”… Una parola! Come fai? Ho riconosciuto subito la voce di papa Francesco, mi parlava della malattia, mi parlava di Gesù, e io piangevo, avevo tutta una rivoluzione dentro… Poi mi ha detto: “le do la benedizione”. Ma io continuavo a piangere, perché non me l’aspettavo…».
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“UNA RIVOLUZIONE DENTRO”
«Non era una cosa programmata – sottolinea Adele – l’ho saputo sabato mattina [25 marzo, ndr] da mia figlia. Quando è venuta da me, in ospedale, le ho chiesto: “Come sta il papà?”. E lei: “Bene, anzi meglio di te, perché viene il Papa”. “Lo so che viene il Papa”, le ho detto. “Sì, ma in casa tua!”. E ho cominciato a sentirmi tutta una rivoluzione dentro… Mia figlia mi ha lasciato il telefonino, e per fortuna che le infermiere mi hanno aiutata a farlo funzionare. La voce del Papa l’ho riconosciuta subito, noi seguiamo sempre l’udienza del mercoledì e le sue celebrazioni».
“SONO UN PO’ PAZZERELLA”
Prosegue Adele: «Le infermiere hanno capito che sarebbe venuto a trovarmi in ospedale, hanno fatto festa e si sono messe a mettere tutto in ordine! Desideravo proprio incontrarlo, gli anni passano, per lui e per noi… Che gioia! Ma sa che le dico? Io in casa non sono mai sola – sussurra Adele, sorridente e serena – Sento sempre la presenza del Signore. Che mi aiuta e protegge, prima che combini qualche guaio, perché sono un po’ pazzerella…».