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Perché Julia, il nuovo personaggio autistico del Muppet Show, è tanto importante

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Jessica Watson - pubblicato il 24/03/17
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E altri quattro momenti memorabili in cui lo show ha insegnato ai bambini ad abbracciare le differenzeAlla mia figlia maggiore è stato diagnosticato l’autismo più di 15 anni fa. Quando ha iniziato la scuola è stata rapidamente relegata in una classe per bambini con necessità speciali in un’altra città, senza essere affiancata ai suoi coetanei. Ha avuto degli insegnanti fantastici e ha fatto grandi progressi negli anni prescolari, ma non è mai stata a contatto con bambini della sua età che non avessero necessità speciali. E lo stesso valeva per questi ultimi, che non sono mai stati a contatto con lei.

Quando ha iniziato l’asilo è stata riportata nel nostro distretto scolastico e inserita in una classe “normale”. Non è accaduto perché fosse pronta per quel passo, ma perché il sistema educativo dell’epoca non contemplava altre possibilità (15 anni fa le mamme di bambini affetti da autismo che lottavano perché i loro figli avessero quello che meritavano erano ben poche).

Posso dire con certezza assoluta che i bambini della sua classe all’asilo non sapevano cosa fare con mia figlia. Non capivano perché non riuscisse ad abbottonarsi il cappotto, perché battesse i piedi e piangesse se il suo programma cambiava improvvisamente e perché i suoi compiti sembrassero in genere un mucchio di scarabocchi.

E allora quell’anno (e per molti anni in seguito) mi sono offerta di parlare nella sua scuola. I bambini annuivano, e speravo che capissero quando spiegavo i comportamenti di mia figlia, ma sapevo anche che c’era una buona possibilità che le mie parole venissero rapidamente dimenticate. Mi confortava, però, il fatto che stessi almeno cercando di avviare una conversazione sul tema.

Ed eccoci a questa settimana del 2017 in cui il Muppet Show ha annunciato un nuovo personaggio di nome Julia. Julia sarà il primo personaggio affetto da autismo, e le darà la voce Stacey Gordon, mamma di un bambino autistico di sei anni.

Un personaggio come Julia avrebbe dato un grande contributo agli anni scolastici di mia figlia. I bambini con cui non era mai stata in classe avrebbero potuto imparare qualcosa sui bimbi come lei ancor prima di incontrarla. Avrebbero potuto sapere già prima di arrivare all’asilo che sventola le braccia quando è felice, che al parco giochi vuole partecipare anche se non sempre riesce a dirlo e che al di là di queste cose è proprio come loro.

Sono felice che sia stata creata Julia per far capire meglio agli altri tante cose, ma anche per la “convalida” che dà alla comunità autistica. Come ha detto Stacey Gordon, “significa che i nostri bambini sono abbastanza importanti da essere ‘visti’ nella società”.

Non vedo l’ora di seguire le avventure di Julia nel Muppet Show e di vedere come possa modellare la comprensione e l’inclusione dei bambini autistici da parte dei loro coetanei.

Christina Ferraro, uno degli autori del Muppet Show negli ultimi 25 anni, ha condiviso esattamente quello che penso sul futuro di Julia quando ha detto: “Vorrei che non fosse Julia, la bambina autistica del Muppet Show. Vorrei che fosse semplicemente Julia”.

Altre 4 occasioni in cui il Muppet Show ha accolto le differenze

Sedie a rotelle. Quando Christopher Reeve è apparso nello show, genitori e bambini hanno sperimentato una lezione molto semplice e tangibile sulle persone in sedia a rotelle.

Cecità. Questo passo sulla cecità ha aiutato i bambini a comprendere non solo il concetto del Braille, ma anche quanto siamo tutti simili anche quando possiamo sembrare diversi.

Cani per disabili. Questi cani insegnano ad Elmo (e a tutti i bambini che stanno guardando lo show) perché alcune persone hanno bisogno di un piccolo aiuto e quanto sia importante che lo ottengano.

Diversità e basta. Parlare della diversità in generale con i nostri bambini, coprendo ogni aspetto – dal colore della pelle al cibo che ci piace o alle attività che amiamo -, è estremamente importante, e quando Willi.i.am è apparso nello show, il suo brano accattivante ha rafforzato l’idea che non importa come sembriamo a livello esteriore, perché ciò che conta è quello che abbiamo dentro. Tutti noi possiamo essere persone gentili, forti e coraggiose in grado di raggiungere grandi obiettivi.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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