Così il pontefice in occasione del 25esimo World Water DayPapa Francesco oggi ha voluto sottolineare la “necessità di tutelare l’acqua come bene di tutti, valorizzando anche i suoi significati culturali e religiosi”. Il pontefice lo ha detto a margine dell’Udienza generale di oggi, salutando i partecipanti al Convegno internazionale organizzato dal Pontificio Consiglio per la Cultura, in occasione dell’odierna Giornata mondiale dell’acqua.
Non è la prima volta che Bergoglio si interessa di temi ecologici, ma non è un approccio ideologico il suo, bensì profondamente legato ad una visione integrale del rapporto uomo e ambiente, che soprattutto mette al centro i poveri, le principali vittime del costo dell’acqua.
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Ancora oggi 663 milioni di persone sono prive di acqua potabile in casa e 2,4 miliardi non hanno accesso a servizi igienico-sanitari adeguati e questo causa la morte ogni anno di oltre 300 mila bambini sotto i 5 anni. Da questa situazione tragica è scaturita la decisione dell’Onu di dedicare la 25ma Giornata mondiale dell’acqua alle acque reflue, vale a dire quelle contaminate da attività domestiche, industriali e agricole, che vanno ridotte, depurate e riutilizzate, secondo l’obiettivo sostenibile fissato nel 2015 dalle Nazioni Unite: “migliorare entro il 2030 la qualità dell’acqua eliminando le discariche, riducendo l’inquinamento e il rilascio di prodotti chimici e scorie pericolose, dimezzando la quantità di acque reflue e aumentando il riciclaggio e il reimpiego sicuro a livello globale” (Radio Vaticana).
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La crisi dell’acqua, così come ha denunciato il World Economic Forum, incide anche sull’aumento dei flussi migratori e sulla creazione di nuovi conflitti sociali, economici e armati. “A soffrire maggiormente sono i più deboli”, dichiara Dina Taddia, presidente della ong bolognese Gvc Italia. Avere accesso all’acqua pulita significa anche avere accesso alla salute, al cibo, all’istruzione e allo sviluppo, sia economico che sociale. Eppure questo diritto viene ancora negato a troppe persone” (TPI).
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