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“Sfida accettata”. Sì, ma quale?

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Lucandrea Massaro - pubblicato il 18/03/17
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Un tormentone social o qualcosa di più? Una lettrice ci coinvolge nella sua prova più dura: quella contro il cancroMentre le bacheche di amici e conoscenti si popolavano di vecchie foto corredate dalla scritta “sfida accettata“, in redazione ci domandavamo quale fosse l’origine dell’ennesimo sciocco tormentone da social network, fino a che un po’ le ricerche, un po’ la Provvidenza non ci hanno fatto scoprire il mondo che c’è dietro: quello di chi affronta la chemioterapia, che davvero “accetta la sfida” di lottare per la vita, per se stessi o al fianco dei loro cari. Sfide di persone come lei:

https://www.facebook.com/ester.busatto.9/posts/10212752171627940

Oltre ad Ester, sono tante altre le persone che si sono messe in gioco per creare un legame empatico con il mondo esterno, ignaro delle conseguenze della chemioterapia, dolorosa ma necessaria. Ester ci ha mandato anche la foto del suo presente:

Una nuova consapevolezza

Da “braccialetti rossi” (una fiction) fino al format più recente delle “Kemio amiche” (un docu-reality), in tv – e quindi non può che trovare spazio anche sui social – c’è una presenza sempre più forte ed empatica delle persone malate di cancro che affrontano questo dramma, da sole o molto spesso facendo squadra. In malattie come queste è essenziale il contatto umano, che la rete dell’amicizia non si sfaldi e anzi si allarghi il più possibile. La storia di #sfidaaccettata è però questa, ben spiegata (anche con ruvidezza) dall’esperto di web David Di Tivoli:

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10158404258490204&set=a.142669805203.235701.536055203&type=3&theater

Quello che poteva sembrare un fenomeno molto superficiale, qualcosa di stupido come l’anno scorso il famoso “Ice Bucket Challenge” che ha coinvolto vip e non gente comune, che in molti hanno preso in giro, ma che ha permesso alla Als Association che l’aveva promosso (una associazione no profit americana contro la SLA) di raccogliere 115 milioni di dollari. Qui non ci sono soldi, ma c’è in ballo qualcosa di più prezioso: la solidarietà. Donare 5 euro o 10 costa poco e sgrava la coscienza, stare 1 ora accanto ad un malato mentre fa la chemioterapia, o andarlo a trovare o farlo ridere e scherzare, vale molto di più e mette in gioco molto di più che il proprio portafoglio. Quindi forza, #sfidaaccettata!

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