No alla chiusura del servizio in onde corte di Radio Vaticana. A chiederlo è il Comitato permanente del Secam/ Sceam (Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar) che ha inviato una lettera all’emittente vaticana con la quale si fa formale richiesta di ristabilire il servizio in onde corte recentemente terminato anche per le regioni extra-europee ed extra-americane.
Nella lettera, pubblicata nel corso della riunione dell’organo di rappresentanza dei Vescovi africani in corso ad Accra – e rilanciata dall’agenzia Fides – si esprime «la preoccupazione per la recente chiusura dei servizi ad onde corte della radio, che garantiva a milioni di africani l’opportunità di sentire il Santo Padre e di condividere gli interessi e la missione della Chiesa».
Dal 2012 il servizio in onde corte e medie di Radio Vaticana è migrato sulla modulazione di frequenza e su internet per l’Europa e le Americhe, ma era rimasto disponibile per gli ascoltatori in Africa, Asia e Medio Oriente. Quest’anno si è deciso di chiudere completamente il servizio e di puntare sulle nuove tecnologie digitali per raggiungere gli ascoltatori africani e asiatici. «Mentre riconosciamo che i servizi di Radio Vaticana possono essere ricevuti tramite internet – afferma la lettera – il fatto è che molti africani semplicemente non hanno i mezzi o le tecnologie per godere di tali servizi».
Il Comitato permanente del Secam «esprime il suo profondo riconoscimento e apprezzamento per il ruolo giocato da Radio Vaticana in diversi decenni per l’evangelizzazione dell’Africa e per il compito della catechesi e dello sviluppo spirituale del continente africano». «La Radio Vaticana – riconosce l’organismo episcopale – è sempre stata una fonte affidabile di notizie sulla Chiesa universale e un canale rapido per condividere notizie sull’Africa con il resto del mondo».