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Usa: separare le madre dai figli, la nuova idea per fermare i migranti

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Vatican Insider - pubblicato il 04/03/17
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Sono 54mila i minori accompagnati entrati illegalmente negli Stati Uniti dal Messico nei mesi trascorsi, molti di più rispetto al periodo precedente. Così il Dipartimento per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti starebbe valutando il progetto di dividere le madri e i figli che entrano illegalmente dal Messico. La proposta sarebbe stata confermata all’agenzia Reuters da fonti governative. L’intenzione è quella di creare un deterrente che argini il gran numero di donne che, in fuga da povertà e diffuse violenze anche sessuali, entrano con i loro figli ancora minori negli Stati Uniti. Il progetto prevedrebbe che le donne siano trattenute in fermo fino al provvedimento di espulsione o alla concessione dell’asilo, mentre i minori verrebbero affidati in custodia.  

Il progetto corrisponde all’annuncio del presidente Trump di voler superare l’attuale sistema che vede i migranti attendere in libertà la decisione sul loro status dopo un breve periodo di detenzione, visto che una decisione della corte federale proibisce la detenzione prolungata di minori. Secondo la televisione MSNBC il capo della Divisione sulle Richiesto d’Asilo, John Lafferty, ha detto nel corso di una riunione che il Dipartimento per la Sicurezza nazionale avrebbe già individuato 20mila possibili posti-letto per migranti illegali in attesa di espulsione o di asilo. Richiesto di un commento, Lafferty ha risposto di non poter parlare al riguardo.  

Marielena Hincapie, direttore esecutivo del National Immigration Law Center, ha dichiarato che il nuovo progetto «potrebbe causare dei traumi psicologici irreversibili ai minori, soprattutto se la separazione dalla madre giungesse dopo un viaggio pericoloso» e sofferto, come quasi sempre accade. E che il governo può trovarsi costretto a dover affrontare delle sfide legali in base alle leggi sul diritto di famiglia e sull’immigrazione.  

Monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e canonista, sottolinea come «questa casistica non sia certo una particolarità statunitense, qui in Sicilia assistiamo da anni a sbarchi con numerose madri che hanno con sé minori, bambini, anche lattanti. È un’enormità pensare di separarle dai loro bambini, perché nessuna legge positiva può andare contro natura e il trauma psicologico per il minore, già in evidente condizione di disagio, sarebbe certamente grave e probabilmente irreversibile». 

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