Con questa idea nella testa alla Lateranense stanno organizzando il Festival Internazionale della Creatività nel Management PastoraleSe si pensa ai “manager” nella Chiesa, si pensa subito, istintivamente, a qualcosa di antievangelico. Un disastro che parla di numeri invece che anime, di rendicontazione invece che di Salvezza. La virtù della Carità, svilita a “core business” di una sorta di ONG globale. E se fosse il contrario? E’ questa la sfida lanciata dalla Pontificia Università Lateranense che da tre anni ha inaugurato un apposito corso di studio: una “Scuola di Pastoral Management” e che quest’anno ha deciso di tracciare un primo bilancio con una iniziativa molto innovativa, il “Festival Internazionale della Creatività nel Management Pastorale”, in collaborazione tra la Villanova University (Pennsylvania) e la fondazione Creativ.
Le domande che il Festival pone alla Chiesa sono molteplici e tutte all’insegna di una visione: quale Chiesa tra vent’anni? Da questo spunto nasce l’esigenza di capire alcune delle linee di cambiamento della Chiesa nel mondo: quale è l’apporto originale che la cultura del fundraising e dell’economia delle organizzazioni può dare alla Chiesa Cattolica? Quali saranno le riforme durature che lasceranno il segno del Pontificato di Papa Francesco? Come cambierà la parrocchia, unità fondamentale della Chiesa locale, nel perdurante contesto di calo delle vocazioni sacerdotali?
Solo alcune delle domande che si sono posti gli organizzatori e che hanno girato alla comunità di sacerdoti e laici che hanno già deciso di partecipare da tempo (ma le iscrizioni sono ancora aperte).
Il festival, che si svolgerà a Roma, presso i locali della Pontificia Università Lateranense, si comporrà di tre giorni (23-25 marzo) ricchi di discussioni, di ricerca in quello che gli organizzatori definiscono “un clima fraterno e comunitario” in cui studiosi ed esperti da tutto il mondo (sedici relazioni di ricercatori provenienti da Italia, Cile, Australia, Olanda, Germania, Austria, USA, Kenya, Spagna) assieme a religiosi, presbiteri e laici dialogheranno sulle migliori pratiche nella Chiesa Cattolica, “affrontando di petto e con coraggio profetico alcuni fra i più profondi temi all’attenzione del dibattito ecclesiale per immaginare e generare percorsi nuovi”.
La domanda iniziale però resta. Può l’approccio manageriale aiutare la Chiesa? Oppure la svilisce? E’ una domanda che sembra che Gesù non si sia neppure posto se pensiamo alla parabola dei talenti, dove il Signore premia chi ha saputo fare bene e investire quello che aveva per farlo fruttare, oppure quando – con ammirazione – ascolta il centurione romano che gli spiega come egli dia ordini ai suoi sottoposti con organizzazione e disciplina ferrea. Il bene fatto bene, è questo un altro slogan che caratterizza questo esperimento nel cuore delle istituzioni culturali della Chiesa, inserire la professionalità nel cuore dei processi organizzativi e gestionali, oltre a mettere il cuore nella gestione delle risorse nella doppia consapevolezza dell’antico adagio “Aiutati che Dio t’aiuta” ma anche che la Divina Provvidenza non smette mai di operare…