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Cosa distingue il cattolicesimo dalle altre religioni?

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Catholic Link - pubblicato il 23/02/17
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Non ci è stata trasmessa l’esperienza soggettiva e individuale di una persona, ma l’incontro di migliaia di persone con il Figlio di Diodi Kenneth Pierce

Qualche tempo fa ho partecipato ad un incontro con delle persone molto credenti. Si dicevano preoccupate perché avevano visto in televisione (sarà stato su Discovery Channel?) che avrebbero aperto la tomba di Gesù. Che succederà – mi fu chiesto – se dovessero scoprire il corpo di Gesù nella tomba? Che dovremmo pensare della Resurrezione? La conversazione passò poi sui Rotoli del Mar Morto, e si speculò sui molti documenti nascosti in qualche angolo buio del Vaticano… Per fortuna non abbiamo parlato dei marziani, perché probabilmente in un’altra stanza del Vaticano sono memorizzate informazioni segrete sulla extraterrestre.

A volte penso che una delle cose più belle della fede cattolica è che sia amica della storia. La Chiesa – e, pertanto, tutti i cattolici – non hanno nulla da temere dalla storia, né dalla scienza autentica, né dalla verità. Nel peggiore dei casi queste cose possono farci vergognare per il peccato commesso da membri della Chiesa, ma non servono a confutare le verità che sostengono la nostra fede e le incredibili testimonianze di amore e di speranza che la sostengono.

Il cattolicesimo è una religione storica. Il percorso del popolo ebraico, in preparazione alla venuta di Gesù, si è verificato nella storia. Gesù è nato in un’epoca determinata, che possiamo verificare. Conosciamo il contesto religioso, culturale e politico in cui ha vissuto, e possiamo fare un confronto con altre testimonianze che non hanno nulla a che fare con la fede.

La storia è amica della Chiesa, perché la rivelazione di Gesù fu pubblica e non ci fu niente da nascondere. La Sua vita ha dato autorità al Suo messaggio, e il Suo messaggio è stato visto da tantissime persone, che poi lo hanno raccontato a molti altri. Come ha scritto Luca: “Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio…”. La storia di quei primi discepoli non è una favoletta, ma una storia di fedeltà, debolezza, misericordia e redenzione, vissuta negli occhi delle persone del tempo.


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Il video qui sopra ci ricorda di questo. La rivelazione fu pubblica, e  pubblico è il messaggio di Gesù. E non è solo pubblico: è cattolico, cioè universale. Per tutti. E ciò che ci è stato trasmesso non è l’esperienza soggettiva e individuale di una persona, ma l’incontro di molte persone, di migliaia di persone, con il Figlio di Dio. Non c’è nulla da nascondere di quella storia. Anzi, si deve condividere tutto, senza paura di vivere pubblicamente la propria fede.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

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