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La buona comunicazione apre le porte della speranza

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Vatican Insider - pubblicato il 22/02/17
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Carlo Climati, giornalista e scrittore, ha tenuto all’Università Europea di Roma una conferenza sul tema della cultura del dialogo e dell’accoglienza, in apertura del secondo semestre del Laboratorio di comunicazione “Non sei un nemico!”.
 

«Grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, come i social network, parlare con gli altri sembra diventare sempre più facile», ha spiegato Climati. «Oggi basta spingere il tasto di un computer per inviare in pochi secondi una e-mail da Roma a New York. Il semplice gesto di un dito della mano è sufficiente per metterci in contatto con il mondo intero». 

Ma qual è la qualità della nostra comunicazione? Che cosa stiamo comunicando? E come lo stiamo comunicando? Riusciamo a dialogare in spirito di reale amicizia con tutti? «Un grande male dei nostri tempi è la mancanza di accoglienza», ha spiegato il giornalista. «È la voglia di puntare il dito contro gli altri, per sottolineare soltanto ciò che potrebbe separarci. Invece di scoprirci fratelli e sorelle, a volte perdiamo tempo ad erigere muri, a creare divisioni, ad alimentare pregiudizi e diffidenze». 

«Questo rischio – ha aggiunto è presente anche nell’uso dei nuovi mezzi di comunicazione, che non devono diventare occasioni di conflitto, ma opportunità per costruire relazioni autentiche con ogni essere umano. Il mondo che ci circonda è affascinante, tutto da scoprire». Secondo Climati, però, «non possiamo scoprirlo se ci chiudiamo in un guscio. La vita è amore, apertura, dialogo infinito, che si può manifestare concretamente nell’accoglienza dell’altro, anche quando navighiamo sul web o dialoghiamo nei social network». 

«Ci rendiamo conto, quindi, che quel piccolo gesto che compiamo ogni giorno, spingendo i tasti del computer, può trasformarsi in un gesto molto grande, che può spalancare le porte della speranza. La speranza di un mondo unito, solidale e aperto all’amicizia. Cerchiamo di rispondere all’invito di Papa Francesco a vivere la cultura dell’incontro. Tutti – ha concluso Carlo Climati – possiamo farlo, attraverso i piccoli gesti della vita quotidiana». 

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