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L’eredità del cardinale Martini: periferie, dialogo ma anche grazie e una presunta guarigione

Il cardinale Martini, amico di Padre Sorge.

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 13/02/17
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Tutto pronto per ricordare i 90 anni dalla nascita. Sotto la lente dei gesuiti ci sarebbero anche delle cartelle cliniche In occasione del 90° anniversario della nascita di Carlo Maria Martini (15 febbraio 1927), la Fondazione a lui intitolata promuove il 18-19 febbraio, al Centro San Fedele di Milano, un insieme di iniziative per rivivere il messaggio di speranza del Cardinale.

Martini ha spesso lasciato un segno profondo in chi l’ha incontrato. E ancora oggi il solo nominarlo richiama alla memoria un incontro immortalato da una foto, uno scritto ricevuto, un discorso ascoltato… Ricordi vivi, che raccontano una particolare vicinanza delle persone al proprio Arcivescovo e che rappresentano testimonianze preziose del suo ministero e del suo stile pastorale.

LA RACCOLTA DI TESTIMONIANZE

Tra le iniziative previste c’è una “Call for documents” che verrà lanciata sabato 18 febbraio ed è rivolta a tutti, in particolare a chi vive nella Diocesi ambrosiana: chiunque può portare alla sede della Fondazione ricordi del cardinale sotto forma di documenti cartacei, fotografie, file digitali o altro, per contribuire alla costruzione dell’Archivio Martini.

LE GRAZIE

«Chi lo ha conosciuto e ha ricevuto da lui un bigliettino, un video, una foto, qualunque cosa che lo riguardi, potrà portarceli perché possano essere condivisi con tutti» spiega Chiara Daniele, responsabile del progetto Archivio Martini. Conclusa la raccolta dei documenti su Martini, partirà la fase successiva: una collezione delle memorie e dei ricordi propri del cardinale, incluse eventuali grazie ricevute. Tutto materiale che si andrà ad aggiungere a quel che già esiste e non è poco.

UNA GUARIGIONE MIRACOLOSA?

Intanto, scrive Il Giornale (7 febbraio), che tra i materiali già raccolti sul cardinale, c’è anche una guarigione con tanto di cartella clinica, anche se i Gesuiti fanno fatica a parlare di miracolo e di beatificazione, se non altro perché lo stesso cardinale Martini, padre gesuita, non era tra coloro che si appassionavano alle cause dei santi (Il Giornale, 7 febbraio).

IL 31 AGOSTO

Il 31 agosto 2017 saranno trascorsi cinque anni dalla sua morte, l’intervallo di tempo necessario per chiedere l’apertura di una causa di beatificazione. Naturalmente non è sufficiente che sia passato un lustro: perché il vescovo accetti la richiesta, tra la gente deve essere chiara la convinzione della santità della persona e l’efficacia della sua intercessione presso il Signore.

Tutte cose di cui sono convinti in tanti, che si inginocchiano sulla sua tomba in Duomo e che mandano messaggi, testimonianze e documenti alla Fondazione Carlo Maria Martini.

IL FILM DI OLMI

Il regista Ermanno Olmi ha raccolto e trasformato in immagini il lascito prezioso del cardinale Martini. Il film “Vedete, sono uno di voi” è la storia personale di un grande protagonista del nostro tempo. Martini, biblista dotto e versatile, fu scelto nel 1979 da Papa Wojtyla per diventare arcivescovo di Milano nonostante non avesse mai avuto prima esperienze pastorali. Martini cercò di evitare l’incarico, argomentando che era uno studioso, un accademico, certamente non abituato alle folle. Il Papa polacco fu profetico: «vedrà sarà la gente a venire da lei». E così fu (Il Messaggero, 13 febbraio).

PASTORE DEL DIALOGO

Martini era il pastore del dialogo, il creatore della cattedra dei non credenti, si recava regolarmente in carcere, nelle periferie anonime, ha portato persino alcuni brigatisti a ravvedersi, fino a che una mattina non gli vennero recapitate in arcivescovado due borse piene di armi. Tutto questo e anche di più è raccontato nella pellicola di Olmi, partendo dalla stanza vuota, abitata nell’ultimo periodo dal cardinale, quando ormai era gravemente malato. Per il regista questo film (che sarà nelle sale a marzo) rappresenta un po’ il suo testamento spirituale.

“LA FIDUCIA UMANA E’ LA RADICE DEL VIVERE”

Un uomo profondo che sapeva ascoltare. Scrisse che sapersi fidare è molto importante nella vita, «perché chi si chiude in se stesso e si arriccia su di sé, chi è sempre sospettoso e suppone sempre qualche retroscena, non si muove mai e rimane sempre bloccato (…) del resto la fiducia umana è la radice di tutto il nostro vivere, fin dalla nascita, ed essa è il luogo in cui Dio mette il seme della fede, su di essa si innesta la fiducia soprannaturale che ci fa abbandonare a Dio».

IL CONCLAVE E I VOTI A RATZINGER

Martini ad un certo punto fu seriamente candidato al papato: accadde nel conclave del 2005, dopo la morte di Wojtyla, ma lui per evitare uno stallo, dopo alcune votazioni vedendo che si profilavano due blocchi, decise di convogliare i suoi voti su Ratzinger con il quale ha avuto un rapporto di stima e amicizia profonda. Sicuramente possedeva uno spirito profetico che sapeva farsi interrogare dalla realtà storica interpretandola alla luce delle sacre scritture. La Parola di Dio restava la base sulla quale fare decollare il cuore e il pensiero. Il film è una produzione dell’Istituto Luce, Rai Cinema e Edison Spa.

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