«Desidero incoraggiarvi tutti a contemplare in Maria, Salute dei malati, la garante della tenerezza di Dio per ogni essere umano». Così Papa Francesco si è rivolto a tutti gli infermi dal suo account Twitter @Pontifex, in occasione della Giornata mondiale del Malato che ricorre oggi, memoria della Beata Vergine di Lourdes.
Le celebrazioni sono presiedute quest’anno dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, nominato dal Papa come suo delegato nella cittadina francese ai piedi dei Pirenei. Nella messa internazionale di questa mattina, il porporato ha parlato ai numerosi malati e fedeli che affollavano il Santuario mariano: «Dio non ci chiede di essere dei “super eroi”. Non chiede neanche di negare che stiamo vivendo delle difficoltà», magari «indossando la maschera di un uomo o di una donna “superiore” a ciò che lo umilia o limita. Dio ci chiede di dargli credito e di fidarci di lui», ha detto il segretario di Stato.
Che ha esortato a «non avere paura», perché il Signore «si fa vicino, non ci dimentica; noi siamo importanti per lui; noi siamo coloro con i quali egli vuole condividere la sua stessa vita». «Cristo apre la porta della gioia, dell’amore a tutti, indipendentemente dalla lingua, dal popolo, dalla cultura, dal colore della pelle», ha affermato.
Di qui un incoraggiamento ai malati affinché non siano sopraffatti dai timori nelle debolezze della malattia: spesso, ha detto, è proprio la fragilità «il principale ostacolo nella relazione con Dio e con gli altri». Il modello a cui guardare, secondo il cardinale, è l’Immacolata che con il suo «eccomi» ha avuto un ruolo insostituibile nella storia della salvezza e della Chiesa. Questo “eccomi” «prende forma nel mezzo di molteplici esperienze problematiche»: Maria, ha annotato il cardinale, «è chiamata a lasciare tutto per fare le esperienze della povertà e dell’esclusione che la storia riserva a quanti, in un modo o nell’altro e per i motivi più svariati, si sono persi».
«Non è questa la stessa esperienza che abbiamo fatto al momento della malattia, della sofferenza, della fragilità, della morte?», ha domandato, «vivendo questi momenti non ci si ritrova improvvisamente spogliati, privati delle abitudini quotidiane? Quanti si sono sentiti in uno stato di povertà radicale, abitato più dal buio che dalla luce? Quanti hanno avvertito improvvisamente di essere diventati un peso per se stessi e per gli altri? Quanti si sono sentiti o sono stati trasformati in oggetti, numeri, protocolli?».
«Se oggi, qui e ora, la madre Immacolata ci spinge ad accogliere, a desiderare, a cercare e a costruire il dialogo dell’“eccomi”, il dialogo che rende credenti, ella lo fa non come una privilegiata ma come una povera, che sa bene cosa vuol dire tutto ciò che ruota attorno al tempo della sofferenza e della fragilità perché lo ha vissuto prima», ha detto il segretario di Stato vaticano.
Nel pomeriggio di oggi, terrà una meditazione durante la celebrazione dell’Adorazione eucaristica; seguirà, subito dopo, il rito dell’unzione dei malati. Ieri sera, il porporato ha invece accompagnato i pellegrini durante la tradizionale processione con le fiaccole al Santuario mariano, portando il saluto di Papa Francesco a tutti i presenti e ricordando che «la fragilità non annulla mai l’altissima e intrinseca dignità di ciascun essere umano». «La dignità umana – ha rimarcato – è qualcosa che nessuno può cancellare o compromettere».