“I manifesti? Il Papa ci ha ha riso su, gli è piaciuto il romanesco”. A dirlo, con la solita schiettezza che lo contraddistingue, è monsignor Giovanni Angelo Becciu, sostituto alla Segreteria di Stato vaticana, commentando la vicenda dei poster appesi in giro per Roma che criticavano la scarsa misericordia del Pontefice verso certe “situazioni” nella Chiesa. A cominciare da quella con l’Ordine di Malta, impegnata per settimane in una bagarre con la Santa Sede, dove il Papa ha deciso di nominare prima una Commissione che indagasse sulla procedura fumosa che aveva portato alla defenestrazione del Gran Cancelliere Albrecht von Boeselager, e poi un delegato pontificio che possa monitorare la situazione dopo le dimissioni del Gran Maestro Matthew Festing, fautore del licenziamento insieme al patrono, il cardinale Raymond Burke.
Il delegato in questione è lo stesso monsignor Becciu, nominato lo scorso sabato 4 febbraio con una lettera del Pontefice. Su questo nuovo, delicato, incarico il vescovo parla con Vatican Insider che lo ha incontrato a San Giovanni in Laterano, a margine della celebrazione per i 49 anni della Comunità di Sant’Egidio. “Quale sarà il mio compito nell’Ordine è già scritto nella lettera che il Papa mi ha inviato”, spiega, “ovvero cercare di aiutare i Cavalieri di Malta a trovare le loro origini e il loro attaccamento alla Chiesa ed essere fedeli al mandato dell’Ordine, tenendo ben presenti le due frasi del motto: custodia della fede e protezione dei poveri”.
Il Sostituto dice di non avere ancora chiaro quanto avvenuto nei mesi scorsi durante l’acceso bailamme tra l’Ordine e il Vaticano (e tra gli stessi membri dell’organismo). “Devo ancora scoprire tutto, ho appena iniziato. Ne parleremo tra qualche mese”, taglia corto. Di una cosa però Becciu è certo: “Il Papa va avanti su tutto”. Nonostante abbia all’interno della Barca di Pietro anche “chi rema contro”, come ha ammesso lo stesso Pontefice nell’udienza di oggi alla Civiltà Cattolica. “I rematori contro ci sono sempre stati nella Chiesa, sin dai tempi di Gesù Cristo. Non è una novità…”, afferma Becciu, “il Santo Padre comunque va avanti, ha una grande serenità anche nel proseguire la sua riforma e da coraggio a tutti noi”.
Di coraggio il prelato ha parlato anche nella sua omelia nella Basilica lateranense per l’anniversario della nascita di Sant’Egidio. Un coraggio che ha contraddistinto sin dall’inizio i fondatori della Comunità, “un gruppo di liceali che, invece di progettare un futuro pensando esclusivamente al successo e alla carriera professionale, ha deciso di dar vita a una scuola popolare per i bambini emarginati delle baraccopoli romane, lasciandosi interpellare dalle audaci esigenze del Vangelo”.
Un coraggio che oggi deve servire a tutti i membri e i volontari, impegnati nei corridoi umanitari per i rifugiati, per l’assistenza ai poveri e il dialogo interreligioso. Siete chiamati ad “andare in tutte le periferie, dove vi sono conflitti, dove le persone non sono riconosciute nella loro dignità, dove le diversità sono vissute come esclusione e conflitto invece che come arricchimento”, ha detto monsignor Becciu.
Sant’Egidio, ha aggiunto, “gradatamente si è diffusa in tante altre Chiese nel mondo” ampliando il raggio d’azione “non soltanto geograficamente, ma anche nella molteplicità delle iniziative e delle opere… Con apertura e generosità vi siete lasciati guidare dallo Spirito che, attraverso le circostanze più varie, vi ha aperto strade sempre nuove, dilatando i vostri orizzonti su quelli stessi della Chiesa”.
Rivolgendosi infine a tutti i membri della Comunità, presenti alla Messa insieme a migranti, anziani, senzatetto, che sedevano poche file più dietro delle autorità, tra cui il presidente del Senato, Pietro Grasso, il sindaco di Roma Virginia Raggi e i ministri Fedeli, Delrio, Boschi, Madia, monsignor Becciu ha concluso: “Siete una “presenza vivace e creativa nella Chiesa di Roma. Continuare a lavorare tenacemente per la pace, la riconciliazione, il dialogo fraterno con i membri delle varie religioni”.