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“Il Vaticano non copre la Cina sulle estrazioni forzate di organi”

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Vatican Insider - pubblicato il 07/02/17
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«Qualcuno potrebbe pensare che il Vaticano copre le cattive pratiche della Cina, ma non è così». Lo ha dichiarato monsignor Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, aprendo il summit internazionale sul traffico di organi e il cosiddetto “turismo dei trapianti” nella Casina Pio IV. 

Il prelato ha voluto fare alcune precisazioni in merito alla polemica internazionale suscitata dalla partecipazione all’incontro di due funzionari cinesi, uno dei quali segnalato per aver favorito l’estrazione forzata di organi di alcuni prigionieri. I delegati di Pechino si sono già difesi nei giorni scorsi accusando la stampa di pubblicare menzogne e assicurando di essere invece impegnati in un cambio del sistema per garantire il rispetto dei diritti dei detenuti. Il tutto sotto l’occhio vigile del Papa, che segue da vicino il caso e aspetta chari segnali di cambiamento. 

Oltre ai due ospiti cinesi, all’incontro in Vaticano sono presenti, per la prima volta nella storia, 50 tra i massimi esperti medici e istituzionali del mondo per discutere su questo flagello che è il traffico di organi, fenomeno in crescente aumento. Obiettivo del convegno internazionale, che si concluderà domani 8 febbraio, è quello di fare il punto su tale allarmante situazione, firmare una dichiarazione congiunta e sostenere la lotta a livello globale.  

La presenza dei due alti rappresentanti del governo cinese ha subito attirato l’attenzione pubblica. In particolare, il nome nella lista dei partecipanti di Huang Jiefu Wang Haibo, presidente e membro del Comitato nazionale per la donazione e il trapianto di organi, ha provocato una forte ondata di indignazione da parte dei gruppi che indagano sulla pratica dell’estrazione forzata di organi nel paese asiatico. Una polemica che si è scatenata alla vigilia della due giorni e che è arrivata anche alle orecchie del Papa. Il quale ha risposto eloquentemente alla controversia mantenendo l’invito dei funzionari cinesi, chiedendo però un gesto evidente di ‘conversione’ come quello di «smontare le sale operatorie nelle carceri».  

In loro difesa, i due delegati cinesi avevano inviato un messaggio alla Pontificia Accademia delle Scienze nel quale affermavano il loro «devoto impegno» per la costruzione di un nuovo sistema di donazioni che proibisca l’uso di organi di carcerati. I due si dichiaravano vittime di attacchi dentro e fuori la Cina, da parte di coloro che vogliono continuare a mantenere in piedi “il vecchio sistema” perché porta loro benefici economici. Nella lettera, domandavano anche l’appoggio della comunità internazionale per ottenere un cambiamento definitivo.  

Sulla questione, monsignor Sánchez Sorondo ha spiegato che la Pontificia Accademia ha studiato approfonditamente il caso ed è giunta alla conclusione che invitare i delegati cinesi poteva ottenere due effetti: uno positivo e uno negativo. «L’effetto negativo – ha detto – è che qualcuno potrebbe credere che invitando la Cina vogliamo coprire le cattive pratiche conosciute nel Paese. Ma non è così». «L’effetto positivo – ha aggiunto – è rafforzare la posizione attuale del governo cinese, del presidente e dei ministri che vogliono realmente operare un cambiamento, rispettare la dignità umana e impedire l’attuale pratica della vendita di organi di prigionieri».  

«C’è una evoluzione in questo – ha sottolineato Sorondo –: chiedono un aiuto dalla comunità internazionale e dalla Chiesa, noi siamo contenti di questo atteggiamento e crediamo realmente nella loro volontà di cambiamento». Tuttavia l’arcivescovo argentino rimane prudente e precisa: «Che oggi in Cina non avvenga alcun trapianto illegale di organi non lo possiamo dire, però vogliamo sostenere fortemente il cambio di direzione». 

Nel suo discorso in apertura dei lavori, il cancelliere ha poi rimarcato che l’estrazione e il traffico di organi sono «delitti di lesa umanità»: «Dobbiamo affermare chiaramente che questo è un crimine contro la persona umana perché se non lo diciamo, si confonde la gente… Estrarre un organo ad una persona, nel modo così cosciente come si fa, è un delitto contro l’umanità. È necessario che le legislazioni trovino un accordo su questo, ci sono già delle leggi ma non sono sufficienti. Le multinazionali sono più veloci delle leggi e approfittano delle circostanze».  

Il prelato ha anche spiegato che la causa principale del commercio criminoso è l’esistenza di una società che, come affermato più volte da Papa Francesco, «non pone al centro la persona umana bensì il dio denaro». Una società in cui i ricchi vogliono «vivere bene» e, per questo, fanno di tutto per avere gli organi di cui hanno bisogno. «Negli anni passati si diceva che questo rappresentava solo l’1% di tutto il traffico, ora no… Ora si parla di un fenomeno di grosse dimensioni e vogliamo avere, dopo questo incontro, una informazione più o meno vasta di quale sia il movimento di soldi che gira intorno ad esso. Naturalmente la prima cosa che tutti hanno osservato oggi è che c’è molto silenzio intorno ad esso! Si tratta di una pratica che non si può fare senza la complicità dei medici; bisogna quindi promuovere l’etica, in modo che i medici coinvolti possano recuperare la loro coscienza», ha concluso monsignor Sorondo. 

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