Mia nipote, quasi adolescente, mi ha chiesto: i musulmani che fine fanno quando muoiono? Li giudica Maometto? Ma com’è possibile che la parola di Gesù valga solo per una parte dell’umanità? Non ho saputo rispondere.
Aldo F.
La parola di Gesù vale per tutta l’umanità. Il Vangelo, infatti, è l’annuncio della salvezza che Dio dona gratuitamente a tutti gli uomini. Come leggiamo nella prima lettera a Timoteo, Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità” (2,4). Noi crediamo poi che Gesù Cristo, nell’ultimo giorno, “verrà a giudicare i vivi e i morti”, come recitiamo nel Credo.
Ma cosa succederà a chi non è cristiano?
Il Concilio Vaticano II ricorda che il disegno di salvezza riguarda tutti e “abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in particolare i musulmani, i quali, professando di avere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico, misericordioso che giudicherà gli uomini nel giorno finale”. Perciò, “quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa ma che tuttavia cercano sinceramente Dio e coll’aiuto della grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà di lui, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna” (Lumen gentium, 16).
Gesù lo spiega con la parabola nella quale espone i criteri fondamentali del giudizio finale: “ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi” (Matteo 25, 31-46).