La sua vita si divideva nel servizio ai deboli, gli orfani e i poveri o nel confessionale dove trascorreva ore ed ore ad ascoltare i penitenti per mostrare loro la paternità di Dio. Sant’Alfonso Maria Fusco, che la Chiesa festeggia il 7 febbraio, è uno di quelli che il Papa definisce «testimoni di misericordia» da cui ogni sacerdote, come ogni fedele, dovrebbe prendere esempio.
Nato ad Angri, primo di cinque figli di una coppia di contadini, il fondatore della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista sin da bambino si mostrò sensibile alla preghiera e ai poveri. Ad 11 anni comunicò ai genitori di voler diventare sacerdote. Esaudì questo desiderio il 29 maggio 1863. Come prete si distinse presto fra il clero di Angri per lo zelo e una predicazione profonda, semplice ed incisiva. Negli ultimi anni di seminario, una notte, aveva sognato Gesù Nazareno che gli aveva chiesto di fondare un istituto di suore e un orfanotrofio maschile e femminile. Fu l’incontro con Maddalena Caputo di Angri, donna dal carattere forte e volitivo, che aspirava alla vita religiosa, a spingere don Alfonso ad accelerare i tempi per la fondazione dell’Istituto. Il 25 settembre 1878 la Caputo ed altre tre giovanette si ritirarono in una casa fatiscente a Scarcella, nel rione di Ardinghi in Angri. Nacque così la Congregazione delle Suore Battistine del Nazareno e alla Casa Scarcella, che prese il nome di Piccola Casa della Provvidenza, cominciarono a bussare presto le prime orfanelle.
Don Alfonso le accoglieva tutte e vegliava su di loro con grande tenerezza, come raccontano i testimoni. Nella Piccola Casa c’era sempre un posto anche quando il cibo scarseggiava o mancava. Le crescenti richieste di assistenza per un numero sempre maggiore di orfani e bambini spinsero Fusco ad aprire nuove case, prima in Campania, poi in altre regioni d’Italia.
Il 5 febbraio 1910 si sentì male durante la notte. Chiese e ricevette i Sacramenti e la mattina del 6 febbraio, dopo aver benedetto le “figlie” in lacrime intorno al suo letto, esclamò: «Signore, ti ringrazio, sono stato un servo inutile». Alla notizia della sua morte vi fu una processione di persone che piangendo dicevano: «È morto il padre dei poveri, è morto il santo!». Tuttavia l’iter per la canonizzazione non è stato così breve. Proclamato Beato, il 7 ottobre 2001, dopo l’inspiegabile guarigione di un bambino africano e una suora originaria della provincia di Campobasso, è stato canonizzato il 16 ottobre 2016 per volontà di Papa Francesco
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«È una grande gioia per noi sue figlie spirituali avere il Fondatore Santo – ha dichiarato suor Lina Pantano, Superiora Provinciale della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista, oggi diffuse in 16 paesi del mondo – Alfonso Maria Fusco è stato un uomo che ha amato tanto, ha donato tutto se stesso, ha fatto del bene a tutti prendendosi cura soprattutto dei bambini poveri, degli orfani ai quali ha dato un futuro. È un grande modello di vita».