Si terrà in Vaticano i prossimi 7 e 8 febbraio, nella Casina Pio IV sede della Pontificia Accademia delle Scienze, un Summit internazionale per riflettere sul dramma moderno del traffico di organi e sul cosiddetto “turismo dei trapianti”. L’evento è sostenuto da Papa Francesco che, cosciente dei numeri sempre più in crescita di tale fenomeno, ha posto come uno degli obiettivi del suo pontificato sradicare quella che in diverse occasioni ha definito una «nuove forme di schiavitù del XXI secolo». In un breve messaggio autografo inviato al cancelliere dell’Accademia, mons. Marcelo Sanchez Sorondo, il Pontefice scrive: «Credo che sarebbe bene esaminare il traffico di esseri umani e le moderne schiavitù. Il traffico di organi potrebbe essere esaminato in relazione al traffico di esseri umani. Grazie tante, Francesco».
All’evento in Vaticano prenderanno parte specialisti provenienti da oltre 20 Paesi dei cinque i continenti: funzionari statali, pubblici ministeri, ricercatori, magistrati e giornalisti che da anni si occupano di questo tema che rappresenta ormai un’emergenza sociale. I lavori saranno suddivisi in sei pannelli su base regionale (America, Africa, Europa, Mediterraneo orientale, Pacifico occidentale e Sud Est asiatico). Al termine, i diversi ospiti redigeranno una Dichiarazione che verrà diffusa a livello mondiale.
La problematica del traffico di organi figura nell’agenzia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità da circa tre decadi. Del tema si parlò per la prima volta nel 1987 e, successivamente, il 21 maggio 2010, è stato riaffermato l’impegno della Oms tramite la pubblicazione della “Risoluzione WHA63.22”. Nel documento, gli Stati membri dell’Oms stigmatizzavano con vigore «l’acquisizione di parti del corpo umano tramite trapianto e lo sfruttamento delle popolazioni più povere e vulnerabili e il traffico di esseri umani derivanti da tali pratiche».
Il Vaticano si unisce a tale condanna. Come si legge in una nota della Pontificia Accademia delle Scienze: «Il traffico di organi viola i principi di giustizia, uguaglianza e rispetto della dignità umana. Esso «è diventato anche una forma di schiavitù che sfrutta i lavoratori in condizioni deprecabili, le popolazioni migranti, i rifugiati in fuga dai genocidi commessi nei loro paesi di origine, i prigionieri giustiziati e i minori. In una parola: i diseredati e gli esclusi».
Già nel 2014 l’organismo aveva presentato al Papa alcune statistiche allarmanti. A cominciare dal fatto che, secondo le stime dell’Oms, annualmente sono circa un milione gli interventi di trapianti di organi compiuti (la maggior parte riguarda i reni che costituiscono il 75% del commercio illegale), laddove quelli veramente necessari arrivano a malapena al 10% (120.000). La maggior parte
Secondo i dati divulgati durante la conferenza in Campidoglio ogni anno in tutto il mondo si verificano 10.000 trapianti illegali di organi, «più di uno ogni ora. Soprattutto i reni, che ».
Il traffico di organi, dunque, non si ferma. Tra i luoghi in cui questo flagello avviene ci sono diversi paesi dell’Asia, il Messico e altre zone dell’America Latina, l’Egitto, il Pakistan, l’India. Le principali destinazioni sono il Canada e i paesi dell’Europa occidentale; poi l’Australia e il Golfo persico, in particolare Arabia Saudita, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti. In Iran si è poi arrivati a legalizzare la vendita di organi umani.
Obiettivo del vertice della Pontificia Accademia è pertanto riflettere sulle dimensioni e l’ampia portata di tale problematica attraverso le testimonianze dirette degli ospiti provenienti dai Paesi coinvolti. Si vogliono quindi chiamare in causa rappresentanti delle istituzioni e soggetti rilevanti che «possono influenzare la lotta al traffico di organi a lungo termine», in collaborazione anche con professionisti del settore. Tra gli obiettivi anche quello di sviluppare un’alleanza di persone per contrastare queste aberranti pratiche e coinvolgere le autorità sanitarie per garantire che si proibisca il traffico di organi dichiarandolo come «forma di schiavitù umana».
Si legge nella nota vaticana: «Speriamo che la celebrazione del Summit possa promuovere una trasformazione dinamica nella società, in modo da creare una maggiore consapevolezza della portata e della gravità di questo dramma in corso”, in modo da “porre le fondamenta per la ricerca di soluzioni appropriate, sulla base della dignità umana, della libertà, della giustizia e della pace». «Probabilmente – si legge ancora – l’unico modo per risolvere alla radice la suddetta carenza di organi in tutto il mondo e la sua tragica conseguenza, il traffico di organi, arriva quando i progressi scientifici relativi alle cellule staminali pluripotenti indotte e altre innovazioni consentono di riparare e di creare gli organi necessari».