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Buttiglione: “Approfondendo Wojtyla si capisce Amoris laetitia”

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Vatican Insider - pubblicato il 03/02/17
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«Sbaglia chi oppone l’esortazione post-sinodale a Veritatis splendor»di Rocco Buttiglione*

(Di seguito quattro brevi stralci del saggio del filosofo profondo conoscitore della dottrina di Giovanni Paolo II, sotto la foto e in calce è possibile scaricare il pdf del testo completo)

Ci siamo soffermati sulla filosofia di Wojtyła perché pensiamo che essa aiuti a capire il Magistero di S. Giovanni Paolo II più in profondità e ad evitare interpretazioni unilaterali. È nota la battaglia di S. Giovanni Paolo II contro la etica della situazione e, più in generale, contro la nuova teologia morale. Dobbiamo concludere che egli sia stato semplicemente un difensore dell’oggettivismo nell’etica e vada quindi identificato con una posizione tradizionalista? No. Già alla luce di quanto abbiamo detto fino ad ora è chiaro che egli ha proposto una rivoluzione nella teologia morale che avrebbe dovuto superare e ricomprendere in sé la etica della situazione. Questa rivoluzione non è stata compresa ed è stata rigettata da molti teologi moralisti che parlavano a nome della “svolta antropologica nella teologia morale”. Essi si sono opposti all’insegnamento del Papa. La proposta di S.Giovanni Paolo II è stata sostanzialmente rigettata o almeno è rimasta incompresa da parte di molti “tradizionalisti” che hanno visto in essa solo la conferma delle proprie posizioni sulla oggettività dell’etica ma hanno passato sotto silenzio il suo aspetto innovativo. Proprio per questo il Magistero di S.Giovanni Paolo II contiene ancora molte potenzialità inespresse. A me sembra che Papa Francesco con la Esortazione Apostolica postsinodale Amoris Laetitia si situi esattamente sulla linea di queste potenzialità inespresse. (…)

Adesso forse comprendiamo meglio l’approccio di Papa Francesco e l’errore di alcuni dei suoi critici. I critici presuppongono un soggetto cristiano ben formato, in cui le passioni sono interamente soggette alla ragione, che vive in una società che facilita o almeno non ostacola la percezione del giusto ordine dei valori e dei beni morali. Il Papa vede un’umanità dolente, fatta in gran parte di vite danneggiate, alla quale tuttavia bisogna comunicare la lieta novella che Dio li ama e li chiama alla comunione con Lui e con tutti gli uomini. Talvolta questi uomini non sono affatto cristiani e bisogna fare i conti con le loro culture, con l’insieme di valori e di disvalori che sono propri di ciascuna di esse. (…)

Molti critici di Amoris Laetitia la oppongono a Veritatis Splendor. La stessa cosa fanno alcuni presunti sostenitori che la considerano una specie di rivincita della teologia della situazione contro S. Giovanni Paolo II. Sbagliano gli uni e sbagliano gli altri. L’errore nasce dal fatto di non considerare il fatto che Papa Francesco si pone sul terreno non della giustificazione dell’atto ma delle circostanze attenuanti soggettive che diminuiscono la responsabilità dell’agente. Questo è proprio dell’equilibrio dell’etica cattolica e distingue l’etica realista di S.Giovanni Paolo II dell’etica oggettivista di alcuni avversari di Papa Francesco. (…)

Certamente non è cambiato nulla dal punto di vista della teologia del matrimonio. Il Papa non dice, contrariamente a quello che pretendono i più scriteriati dei suoi critici (ed anche qualche suo falso sostenitore): adesso i divorziati risposati sono ammessi alla comunione. Dice se mai che adesso sono ammessi alla confessione. Vadano dal confessore, dicano le loro ragioni, se ne hanno, ed il confessore, insieme con il penitente, valuterà. Ieri i divorziati risposato erano peccatori di tipo particolare, quasi scomunicati (non scomunicati ma anche non ammessi alla comunione a meno che non si impegnassero a vivere “come fratelli e sorelle”). Adesso sono diventati peccatori ordinari. (…)

Qui il testo completo

* Filosofo, politico e accademico italiano, è stato Ministro per due volte, Parlamentare europeo, è profondo conoscitore del pensiero e del magistero di san Giovanni Paolo II

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