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L’attacco del subdolo virus del gender alla famiglia

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Silvia Lucchetti - Aleteia - pubblicato il 02/02/17
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La ricostruzione storica e giuridica dell’aggressione in corso alla cellula fondante della società La famiglia è sotto attacco? Chi e come sta tentando di sgretolarla?

Il corposo e dettagliato libro “La famiglia in Italia dal divorzio al gender” (Sugarco edizioni) scritto a quattro mani dal giurista Giancarlo Cerrelli e dallo storico Marco Invernizzi, traccia in maniera approfondita e documentata la storia moderna dell’istituto familiare.

Il testo affronta l’attacco culturale, politico e giuridico alla famiglia a partire dal Sessantotto fino ai giorni nostri, con la teoria del gender e l’approvazione delle unioni civili. È diviso in due parti, nella prima Marco Invernizzi analizza il processo politico e culturale che ha con il tempo minato il ruolo centrale della famiglia, al punto da considerarla una delle molteplici espressioni affettive. Prima infatti si parlava di famiglia, mentre oggi si sta imponendo nella società il termine famiglie. Nella seconda parte Giancarlo Cerrelli esamina l’iter legislativo e giuridico che tenta di trasformare la famiglia in ciò che famiglia non è.

Nella prefazione del libro Massimo Gandolfini parla di famiglia come “santuario della vita”, immagine di un’altra famiglia quella di Nazareth, per questo così colpita e danneggiata, proprio perché luogo di amore assoluto e incondizionato, di conoscenza di sé e dell’altro.


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«La famiglia è il luogo antropologico per eccellenza, è la « fabbrica » e il « laboratorio » della relazione, è lo « specchio » che fa conoscere se stessi in quanto si conosce l’altro, è la prima agorà della vita, spazio di incontro e scontro, di mutuo soccorso e di irriducibile contrasto, fucina di caratteri e personalità, atelier ove la creta dell’essenza umana prende forma con gli strumenti dello sguardo, delle parole, dei suoni, delle emozioni, delle interazioni – fisiche e psichiche – fra corpi e anime. (…) i decenni che stiamo vivendo, orfani – ringraziando Dio – di guerre combattute con armi, sono contrassegnati da una scelta culturale, politica e sociale che tanto efficacemente il Santo Padre Francesco ha definito « una guerra mondiale contro la famiglia ». È certamente un conflitto che mira a decostruire la cellula fondamentale della società, ma che ritengo faccia parte di una strategia più globale, di portata universale: la lotta al sentimento religioso dell’uomo, in generale, e al cristianesimo, in particolare. Laddove la famiglia è « chiesa domestica », luogo/specchio di ben altra « famiglia », quella di Nazareth, non è tollerabile la sua esistenza. Va combattuta, annichilita, destrutturata, banalizzata… famiglie e non più famiglia, progetti polimorfi di aggregazioni affettive e non più società naturale, fluide convivenze frutto di convenienze momentanee e non più progetti esistenziali stabili, luoghi di relazioni sessuali e non più « santuari della vita », accettata e trasmessa».

IL GENDER NASCE DAL RIFIUTO DI RICONOSCERSI CREATURE

Gli autori partono dall’assunto che oggi più che mai l’uomo tenta di svincolarsi dalla realtà, dalla natura, dal dato biologico, dall’essere una creatura non autodeterminata, giungendo alle derive più folli come per l’appunto quella:

«(…) dell’ideologia gender contro la realtà del progetto di Dio che ha creato l’uomo maschio e femmina. «Ciò che spesso viene espresso ed inteso con il termine “gender”, si risolve in definitiva nella autoemancipazione dell’uomo dal creato e dal Creatore. L’uomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo ciò che lo riguarda. Ma in questo modo vive contro la verità, vive contro lo Spirito creatore. Le foreste tropicali meritano, sì, la nostra protezione, ma non la merita meno l’uomo come creatura, nella quale è iscritto un messaggio che non significa contraddizione della nostra libertà, ma la sua condizione ». Queste parole di Papa Benedetto XVI, del 22 dicembre 2008, aiutano a collocare l’ideologia gender nella lunga storia della ribellione della creatura contro il Creatore (…) L’uomo trova la propria natura sessuata e non la sceglie, così come trova la realtà nascendo in un’epoca storica, in una famiglia e in una nazione, senza essere in grado di determinare queste scelte».


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LA TEORIA DEL GENDER NEGA IL FONDAMENTO BIOLOGICO DELLA DIFFERENZA SESSUALE

«L’ideologia di genere è la negazione del corpo sessuato, della differenza biologica fondamentale tra maschio e femmina, come tentativo di dimostrare che la mascolinità e la femminilità non sono che costruzioni sociali, separando così natura da cultura. (…)Così, l’ideologia gender, per un preteso superamento delle diseguaglianze di genere, mortifica profondamente, invece, la bellezza della differenza sessuale, prediligendo, al suo posto, una sterile neutralità dei ruoli sociali e delle relazioni tra i sessi, che offende gravemente la ricchezza che l’umano porta in sé».

IL DIRITTO VIENE MANIPOLATO PER VEICOLARE LA TEORIA DEL GENDER

Per potersi affermare la teoria del gender deve appoggiarsi sul diritto e stravolgerlo trasformandolo da scienza che “leggeva la natura, ossia la grande realtà dove erano scritti i canoni del giusto, a strumento per manipolare la realtà”. Questa manipolazione non ha solamente una portata teorica e ideologica ma giunge a pervadere ogni aspetto della vita dell’individuo e della società.

«Sbaglierebbe chi pensasse che il gender sia soltanto una teoria astratta. Il gender è, anzi, declinato dai suoi promotori, in ogni ambito della convivenza sociale e il diritto ne è il mezzo per la sua attuazione. Per raggiungere il suo scopo, il gender arriva a forzare il diritto, mettendone alla prova la sua capacità estensiva, e così il diritto diviene il mezzo per propiziare un mutamento sociale in base ai desideri dei consociati136, anche se essi sono in contrasto con il dato di natura, di cui il diritto tende a non tenere più conto».

ALLA TEORIA DEL GENDER DEVE CONTRAPPORSI UNA NUOVA ALLEANZA TRA L’UOMO E LA DONNA

La bellezza della differenza tra l’uomo e la donna, che trova la sua sintesi nella coppia, rispecchia pienamente l’immagine di Dio come affermato dal Pontefice nell’udienza generale del 15 aprile 2015, alcuni passi della quale sono stati riportati nell’introduzione dagli autori:

«(…)non solo l’uomo preso a sé è immagine di Dio, non solo la donna presa a sé è immagine di Dio, ma anche l’uomo e la donna, come coppia, sono immagine di Dio. La differenza tra uomo e donna non è per la contrapposizione, o la subordinazione, ma per la comunione e la generazione, sempre ad immagine e somiglianza di Dio».

Il Santo Padre pur riconoscendo che «la cultura moderna e contemporanea ha aperto nuovi spazi, nuove libertà e nuove profondità per l’arricchimento della comprensione di questa differenza», ha affermato con forza che questa stessa cultura «ha introdotto anche molti dubbi e molto scetticismo». Riferendosi specificatamente alla teoria del gender il Papa si domanda «se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa».


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La risposta autentica alla falsa soluzione di negare la differenza tra maschio e femmina deve pertanto essere individuata in una ritrovata e vigorosa alleanza fra l’uomo e la donna, tale da poter creare le premesse per una rinascita della svuotata società attuale:

«Dio ha affidato la terra all’alleanza dell’uomo e della donna: il suo fallimento inaridisce il mondo degli affetti e oscura il cielo della speranza».

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