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La storica ammissione della BBC: il silenzio di Pio XII è una notizia falsa

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Miguel Cuartero Samperi - Aleteia - pubblicato il 23/01/17
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Il 19 dicembre del 2009 l’allora papa Benedetto XVI firmava uno storico decreto col quale riconosceva le “virtù eroiche” di papa Pio XII, al secolo Eugenio Pacelli. Allo stesso tempo riconosceva le “virtù eroiche” di Giovanni Paolo II, la cui causa di canonizzazione si è poi definitivamente conclusa il 27 aprile del 2014 a soli nove anni dalla sua morte.

Per Pio XII l’iter di canonizzazione ha invece mantenuto ritmi lenti, dettati da estrema prudenza, senza compiere, sino ad oggi nessun ulteriore passo in avanti. Ad ostacolare la strada verso la canonizzazione di Pacelli esistono ancora alcune grandi difficoltà come lo studio di tutti i documenti conservati nell’Archivio Segreto riguardanti il pontificato nel tempo della Seconda Guerra, le accuse di una parte della comunità ebraica (che in occasione del decreto del 2009 alzò voci di protesta) e infine la grande ostilità nei confronti del papa da parte di chi continua a dipingerlo e a raccontarlo come il “papa di Hitler”, complice e alleato del dittatore tedesco.

Decenni di menzogne: la macchina di fango contro il Pastor Angelicus

E’ questa forse una delle più diffuse e recenti “leggende nere” – o “false testimonianze” come le ha definite il sociologo R. Stark nel suo ultimo libro – diffuse in odio alla Chiesa Cattolica. L’infamante diceria che sporca la memoria di Pio XII nasce negli ambienti comunisti dell’ex Unione Sovietiva. Già il 7 giugno del 1945 Radio Mosca diffondeva un comunicato dirompente: le atrocità commesse da Hitler non hanno suscitato il disprezzo né l’indignazione del Vaticano più interessato a difendersi dal pericolo del comunismo! La teoria del papa filo-nazista viene presentata al grande pubblico col dramma “Il Vicario” di R. Hochhuth, un’opera teatrale commissionata e ideata dal KGB [1] e accolta in un primo momento da un’ondata di proteste per il grossolano tentativo di revisionismo e le calunnie contro il Papa. Eppure, in poco tempo, la teoria del “Papa di Hitler” trovò una accoglienza globale grazie alla grossa macchina di fango che attraverso film, documentari, libri e articoli artefatti ha dipinto il Sommo Pontefice come un complice della follia nazista influenzando pesantemente l’opinione pubblica. Cornwel, tra i più accaniti protagonisti della propaganda diffamatoria, parla di un Pacelli che covava una “segreta antipatia per gli ebrei” religiosa e razzista, il “papa ideale per l’indicibile piano di Hitler. Pedina di Hitler” (Cfr. CORNWEL J., Il papa di Hitler, Garzanti 2000, pp. 246, 428). Più tardi anche Cornwel ritratterà le sue posizioni. Ma ancora oggi in Italia sono in molti a considerare Il Vicario un’opera basata su fatti realmente accaduti, basti leggere l’elogio appassionato, non privo di partigiano risentimento verso la Chiesa, apparso su Il Fatto Quotidiano in occasione della rappresentazione del febbraio 2016 al Teatro dell’Elfo di Milano.

La verità su Pio XII: il vero antagonista del Führer

Ciononostante in questi ultimi anni la verità su Pio XII sta finalmente venendo alla luce e chi vuole togliere i paraocchi ideologici e guardare al di la delle dicerie può scoprirla da se; grazie alla pubblicazione di saggi storici, documenti e di testimonianze dell’epoca è possibile certificare la verità dei fatti, riportando alla luce il vero ruolo di Pio XII durante la grande guerra come l’unico grande antagonista di Hitler (cfr. la bibliografia consigliata in fondo all’articolo, in particolare il libro di M. Riebling, Le spie del Vaticano). Mentre dunque per decenni si è accusato Pio XII per i suoi presunti “silenzi” di fronte alle atrocità del nazismo, ciò che realmente si è passato sotto silenzio fu la guerra tra i due grandi leader dell’epoca: da una parte il Führer che pianificava invadere il Vaticano, per sequestrare e deportare l’odiato papa, dall’altra il Pastor Angelicus che prendeva parte attiva nel tentativo di distruggere i demoniaci piani di Adolph Hitler assieme agli Alleati, una cospirazione segreta di cui nessuno era al corrente (su Aleteia il dettagliato articolo di Gelsomino del Guercio: Una cospirazione contro Adolf Hitler? A guidarla…fu Pio XII!).

Si aspetta il miracolo per la beatificazione

Il postulatore della causa di beatificazione di Pio XII è il padre gesuita Peter Gumpel che ha conosciuto personalmente Pio XII, ha sentito centinaia di testimoni e studiato tutti i documenti dell’Archivio Segreto sul pontificato di Pacelli. Gumpel ha affermato di aver ricevuto in questi anni diverse segnalazioni di miracoli di guarigione attribuiti all’intercessione del papa. Ma al momento nessuno di queste guarigioni miracolose è stata considerata decisiva per la beatificazione. Una decisione che spetta in ultima istanza a papa Francesco, che – ha affermato Gumpel – sembra molto favorevole a concludere l’iter della causa. Parlando a Tv2000 nel gennaio del 2015 per la Giornata della Memoria, padre Gumpel ha affermato: «Siamo storicamente certi che Pio XII e la Chiesa Cattolica hanno fatto tutto quello che ragionevolmente in quel tempo poteva essere fatto» per salvare gli ebrei. Dal canto suo papa Francesco, in un’intervista rilasciata al giornale argentino La Vanguardia ha difeso la memoria del suo predecessore:

«Al povero Pio XII è stato buttato addosso di tutto. Ma bisogna ricordare che prima era visto come il grande difensore degli ebrei. Ne nascose molti nei conventi di Roma e di altre città italiane, e anche nella residenza estiva di Castel Gandolfo. Lì, nella stanza del Papa, sul suo stesso letto, nacquero 42 bambini, figli di ebrei e di altri perseguitati rifugiatisi lì. Non voglio dire che Pio XII non abbia commesso errori – anche io ne commetto molti – ma il suo ruolo va letto nel contesto dell’epoca. Era meglio, per esempio, che non parlasse perché non uccidessero più ebrei, o che lo facesse? Voglio anche dire che a volte mi viene un po’ di orticaria esistenziale quando vedo che tutti se la prendono con la Chiesa e con Pio XII e si dimenticano delle grandi potenze. Lo sa che conoscevano perfettamente la rete ferroviaria dei nazisti per portare gli ebrei ai campi di concentramento? Avevano le foto. Ma non bombardarono quei binari. Perché? Sarebbe bene che parlassimo un po’ di tutto».

La storica ammissione della BBC: su Pio XII una fake-news!

A dicembre del 2016 la BBC ha ammesso che la teoria dei “silenzi” della Chiesa Cattolica ed in particolare del papa Pio XII nei confronti della strage nazista non rispecchia la verità dei fatti. La sorprendente dichiarazione dell’emittente inglese è stata ripresa dal Catholic Herald come una svolta storica che pone punto finale ad una leggenda nera che ha fatto molto male alla Chiesa. In effetti durante la diretta della visita di papa Francesco al campo di sterminio di Auschwitz avvenuta a luglio, il corrispondente della BBC aveva affermato che «la risposta della Chiesa di fronte alla demonizzazione del popolo ebraico da parte della Germania nazista fu il silenzio». Dopo diversi mesi, a seguito di una formale denuncia e di diversi reclami, la BBC è dovuta tornare sui suoi passi pubblicando nella sezione “complains” (denunce/contestazioni) un mea culpa dal sapore storico; nel comunicato l’emittente ammette l’errore del suo giornalista che non ha dato «il giusto peso alle dichiarazioni pubbliche dei papi successivi e agli sforzi compiuti da Pio XII per salvare gli ebrei dalla persecuzione nazista, ed ha perpetuato così una visione che contrasta con l’equilibrio delle prove». Allo stesso tempo la BBC ha auspicato che future coperture mediatiche dell’argomento si preoccupino di «riflettere una comprensione storica più aderente ai fatti».

Piccolo florilegio di ringraziamenti a Pio XII dopo la guerra

Sarebbe qui impossibile elencare tutte le dichiarazioni che nell’immediato dopoguerra furono rivolte a Pio XII per il suo impegno in favore degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma sarà utile scoprire la vera storia attraverso le testimonianze dei protagonisti che la vissero in prima persona. Ecco dunque alcuni nomi di coloro che resero omaggio a papa Pio XII dopo la fine del conflitto:

  • Israel Zolli, rabbino capo di Roma, si convertì al cristianesimo nel 1945 e chiese il battesimo scegliendo il nome di Eugenio in onore a papa Pacelli.
  • Il senatore Abramo Levi. Fu salvato assieme alla sua famiglia da Pio XII. Convertitosi al cristianesimo dopo la guerra, donò una villa di sua proprietà a Pio XII (Villa Giorgina, in via Po 29, sede della Nunziatura italiana). Nel testamento (1949) si rivolse al papa: «Grato alla Provvidenza per avermi preservato dai pericoli della iniqua lotta razziale … e grato alla protezione concessami in questo turbinoso periodo…».
  • Giuseppe Nathan, commissario dell’Unione delle Comunità Israelite, nel 1945 rense omaggio al Papa e ai religiosi «per aver visto nei perseguitati dei fratelli, secondo le indicazioni del Santo Padre».
  • L’11 ottobre del 1945 il Congresso Ebraico Mondiale offre alla Santa Sede 20mila dollari come riconoscimento per lo sforzo della Santa Chiesa Cattolica Romana per salvare gli ebrei perseguitati dal nazismo e dal fascismo.
  • Il 25 maggio del 1955, 94 musicisti dell’orchestra filarmonica ebraica hanno suonato sotto gli appartamenti papali in riconoscimento della «grandiosa opera umanitaria compiuta dal papa per salvare un gran numero di ebrei durante la Seconda Guerra mondiale».
  • Alla morte di Pio XII nell’ottobre del 1958, Golda Meir, primo ministro israeliano, dichiarò: «Durante il decennio del terrore nazista, mentre il nostro popolo subiva un terribile martirio, la voce del papa si è elevata per condannare i persecutori. Piangiamo un grande servitore della pace».

Queste voci, assieme a tante altre qui non citate, ricordano quel “Santo subito” che si alzò come un grido unanime dopo la morte di Giovanni Paolo II. Ma Pio XII, dopo la sua morte, doveva ancora fare i conti con la storia, con l’odio del comunismo e poi ancora col rancore del mondo anticattolico in generale, che da li a poco avrebbe scatenato una globale e sistematica demonizzazione della sua persona. Difendere Pio XII da questa falsa narrazione (da questa “post-verità” dove “i fatti oggettivi sono meno influenti degli appelli a emozioni e credenze personali nel formare l’opinione pubblica”), è un dovere nei confronti della verità; ce lo chiede la storia prima ancora che la memoria di Pacelli, al di là di quello che sarà l’esito del suo processo di beatificazione.

Bibliografia recente consigliata:

  • Hasemann M., Pio XII, il papa che si oppose a Hitler, Paoline 2008.
  • Riccardi, L’inverno più lungo, 1943-44: Pio XII, gli ebrei e i nazisti a Roma, Laterza 2008.
  • Garibaldi L., O la croce o la svastica, Lindau 2009.
  • Noé J.B., Pie XII face au nazis, Le Laurier 2009.
  • Frale B., Il principe e il pescatore, Mondadori 2011.
  • Guiducci P.L., Il Terzo Reich contro Pio XII. Papa Pacelli nei documenti nazisti. San Paolo 2013.
  • Dal Bello M., La congiura di Hitler, Citta Nuova 2014.
  • Guiducci P.L., Oltre la leggenda nera. Il Vaticano e la fuga dei criminali nazisti, Mursia 2015.
  • Riebling M., Le spie del Vaticano, Mondadori 2016.
  • Bartley P., Catholic confronting Hitler. The Catholic Church and the Nazis, Ignatius Press 2016

[1] Cfr. Chi era Rolf Hochhuth. Le calunnie su Pio XII, in: appuntiitaliani.com. http://appuntiitaliani.com/chi-era-rolf-hochhuth-le-calunnie-su-pio-xii/

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