Don Aniello Manganiello, già parroco di Scampia, contro Roberto Saviano, accusato di utilizzare toni populistici per descrivere i mali di Napoli.
“IGNORATO IL BENE”
La presa di posizione del parroco anticamorra è netta: «Riconosco a Saviano – dice il sacerdote – il merito di aver raccontato in modo sistematico e chiaro le attività criminali che infestano la Campania, ma ha sempre ignorato il bene che comunque esiste nelle nostre terre».
TRAME CRIMINALI
Secondo Don Aniello «l’opinione pubblica preferisce le storie che aumentano l’adrenalina, le trame violente e criminali. E lo scrittore preferisce ignorare gli uomini le donne che rischiano ogni giorno per contrastare la cultura mafiosa e il degrado del territorio napoletano» (www.articolotre.com, 11 gennaio).
“STANCHI DEI TUOI ROMANZI”
«Caro Saviano – esorta il sacerdote, che ha vissuto la realtà di uno dei quartiere più degradati di Napoli – a Scampia ci sono stato come parroco e so di cosa parlo. Ti dico che non basta scrivere libri, fare antimafia a tavolino, ma occorre lottare per creare nuove condizioni di vita. Caro Saviano, siamo stanchi dei tuoi romanzi, delle produzioni cinematografiche e televisive».
TESTIMONI E NON MAESTRI
Da qui il duro monito: «Siamo stanchi di Gomorra, vogliamo un’anticamorra delle opere. Anch’io sono stato minacciato di morte dai Lo Russo e ho rifiutato la scorta per stare in mezzo alla mia gente. Non chiedo altrettanto a Saviano, ma abbiamo bisogno di testimoni e non di maestri».
“MAI DISPONIBILE A CRITICHE”
Anche il Corriere del Mezzogiorno, come don Aniello, alimenta una polemica netta nei confronti dell’autore di “Gomorra”.
«Oggi in tanti rimproverano al sindaco di essere populista e di mistificare per la propria vanità le questioni reali della città. Prima o poi qualcuno dovrà domandarsi se le medesime accuse non debbano essere prima rivolte allo scrittore: Saviano è stato mai disponibile ad essere criticato senza ergersi a vittima?».
Si domanda ancora l’autorevole quotidiano napoletano: «Il suo messaggio anticamorra non è un po’ troppo generico ed emotivo, del tipo noi i buoni e loro i cattivi, secondo il tipico riflesso populista e demagogico? Siamo davvero disposti a condividere la visione di Napoli a dimensione unica, teatro di uno scontro omerico tra criminalità, polizia, magistrati e persone di buona volontà, purché Saviano possa vestire per molto tempo ancora i panni dell’aedo?».