di Hans Urs von Balthasar
«La semplicità Cristiana è un mistero e opera come tale. Il cristiano non può ambire ad essa e produrla con un proprio sforzo come “virtù”, come se essa fosse fattibile ed egli ne fosse il padrone, poiché essa è invece il riflesso in lui di una luce divina che gli si dona.
Allorché dei cristiani ritengono di poter produrre da sé il loro atteggiamento interiore diventano stupidi e come tali agiscono, poiché vorrebbero andare al di là della semplicità dell’Evangelo e anche di quella dei loro predecessori. Per sbarazzarsi di questa manifesta stupidità non rimane loro che adeguarsi alla furbizia di questo mondo, che è del tutto priva di mistero.
Ma così finiscono in una contraddizione, poiché vorrebbero essere pur sempre religiosi, ma giacché il mondo odierno, valutando tutto in base alla fattibilità, non è più religioso, bensì a-teo (non interessato a Dio), finiscono nel solco dell’ateismo, il quale – allorché viene annunciato e imposto come un programma privo di contraddizioni – si rivelerà più forte della stupida furbizia dei cristiani.
Così si può solo sperare che perfino questi stupidi furbi conservino in sé, senza saperlo e volerlo, un piccolo resto di quel mistero della semplicità cristiana che si rivela in essi, laddove la battaglia con l’ateismo diventa seria, come un diamante senza scalfitture».