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10 frasi “scandalose” di Papa Francesco nel 2016

Pope Francis leads a mass For the Marian Jubilee in Saint Peter's Square at the Vatican on October 09, 2016. © Antoine Mekary / ALETEIA

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 04/01/17
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Gli interventi del pontefice fanno discutere. La sua chiarezza a volte viene volontariamente travisata

Dieci frasi “scandalose” di Papa Francesco che nel 2016 hanno suscitato dibattiti, critiche, commenti, polemiche. Si sa che il pontefice fa discutere nelle sue uscite pubbliche, entrando spesso con toni forti e decisi sui temi all’ordine del giorno. Ma sempre nel solco degli insegnamenti evangelici.

1) RICCHEZZA E MORTE

«In diversi passi si parla dei potenti, dei re, degli uomini che stanno “in alto”, e anche della loro arroganza e dei loro soprusi. La ricchezza e il potere sono realtà che possono essere buone e utili al bene comune, se messe al servizio dei poveri e di tutti, con giustizia e carità. Ma quando, come troppo spesso avviene, vengono vissute come privilegio, con egoismo e prepotenza, si trasformano in strumenti di corruzione e morte» (Udienza generale in Piazza San Pietro, 24 febbraio 2016).

2) MATRIMONIO E’ IMMAGINE DI DIO

«Quando si parla del matrimonio come unione dell’uomo e della donna, come li ha fatti Dio, come immagine di Dio, è uomo e donna. L’immagine di Dio non è l’uomo [maschio]: è l’uomo con la donna. Insieme. Che sono una sola carne quando si uniscono in matrimonio. Questa è la verità. È vero che in questa cultura i conflitti e tanti problemi non sono ben gestiti, e ci sono anche filosofie dell’“oggi faccio questo [matrimonio], quando mi stanco ne faccio un altro, poi ne faccio un terzo, poi ne faccio un quarto”. È questa “guerra mondiale” che lei dice contro il matrimonio. Dobbiamo essere attenti a non lasciare entrare in noi queste idee. Ma prima di tutto: il matrimonio è immagine di Dio, uomo e donna in una sola carne» (Volo di ritorno dal viaggio apostolico in Georgia e Azerbaijan, 2 ottobre 2016).

3) LA PROCREAZIONE ILLIMITATA

«Le famiglie numerose sono una gioia per la Chiesa. In esse l’amore esprime la sua fecondità generosa. Questo non implica dimenticare una sana avvertenza di san Giovanni Paolo II, quando spiegava che la paternità responsabile non è «procreazione illimitata o mancanza di consapevolezza circa il significato di allevare figli, ma piuttosto la possibilità data alle coppie di utilizzare la loro inviolabile libertà saggiamente e responsabilmente, tenendo presente le realtà sociali e demografiche così come la propria situazione e i legittimi desideri» (Amoris Laetitia, 19 marzo 2016).

4) CRIMINE ORRENDO

«Ho pensato all’abitudine di mandare via i bambini prima della nascita, questo crimine orrendo: li mandano via perché è meglio così, perché sei più comodo, è una responsabilità grande – è un peccato gravissimo» (20 novembre 2016, intervista a Tv2000).

5) GLI ANTICONCEZIONALI E PAOLO VI

«L’aborto non è un “male minore”. E’ un crimine. E’ fare fuori uno per salvare un altro. E’ quello che fa la mafia. E’ un crimine, è un male assoluto. Riguardo al “male minore”: evitare la gravidanza è un caso – parliamo in termini di conflitto tra il quinto e il sesto comandamento. Paolo VI – il grande! – in una situazione difficile, in Africa, ha permesso alle suore di usare gli anticoncezionali per i casi di violenza. Non bisogna confondere il male di evitare la gravidanza, da solo, con l’aborto» (Conferenza stampa nel ritorno dal viaggio in Messico, 17 febbraio 2016).

6) NEMICO GENDER

«Un grande nemico del matrimonio, oggi: la teoria del gender. Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio. Oggi ci sono colonizzazioni ideologiche che distruggono, ma non si distrugge con le armi, si distrugge con le idee. Pertanto, bisogna difendersi dalle colonizzazioni ideologiche» (Viaggio in Georgia e Azerbaijan, nell’incontro con sacerdoti, 1 ottobre 2016).

7) CRISTIANI CONFUSI

3 maggio 2016, omelia a Santa Marta, parla dei cristiani confusi:

«La loro vita è girare, di qua e di là, e perdono così la bellezza di avvicinarsi a Gesù nella vita di Gesù. Perdono la strada, perché girano e tante volte questo girare, girare errante, li porta ad una vita senza uscita: il girare troppo si trasforma in labirinto e poi non sanno come uscire. Quella chiamata di Gesù l’hanno persa».

8) NON CHIUDERE IL CUORE A UN RIFUGIATO

1 novembre 2016, conferenza stampa, volo di ritorno dal viaggio in Svezia:

«Io credo che il più cattivo consigliere per i Paesi che tendono a chiudere le frontiere sia la paura, e il miglior consigliere sia la prudenza (…). In teoria non si può chiudere il cuore a un rifugiato, ma ci vuole anche la prudenza dei governanti: devono essere molto aperti a riceverli, ma anche fare il calcolo di come poterli sistemare, perché un rifugiato non lo si deve solo ricevere, ma lo si deve integrare. E se un Paese ha una capacità di venti, diciamo così, di integrazione, faccia fino a questo».

9) I LECCACALZE

«Io ho allergia degli adulatori. Ho allergia. Mi viene naturale, eh?, non è virtù. Perché adulare un altro è usare una persona per uno scopo, nascosto o che si veda, ma per ottenere qualcosa per se stesso. Anche, è indegno. Noi, a Buenos Aires, nell’argot porteño nostro, gli adulatori li chiamiamo “lecca calze” [leccapiedi], e la figura è proprio di quello che lecca le calze dell’altro» (Intervista a Tv2000, 20 novembre 2016).

10) IL PROSELITISMO E GLI ORTODOSSI

«Lasciamo che i teologi studino le cose astratte della teologia. Ma che cosa devo fare io con un amico, un vicino, una persona ortodossa? Essere aperto, essere amico. “Ma devo fare forza per convertirlo?”. C’è un grosso peccato contro l’ecumenismo: il proselitismo. Mai si deve fare proselitismo con gli ortodossi! Sono fratelli e sorelle nostri, discepoli di Gesù Cristo» (Viaggio in Georgia e Azerbaijan, 1 ottobre 2016).

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