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Perché sono diventato cattolico nonostante tutto quello che sentivo dire

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David Mills - pubblicato il 02/01/17
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Qualunque fossero le argomentazioni dei protestanti contro la conversione al cattolicesimo, la peccaminosità esemplare dei cattolici non era tra questeUno degli aspetti che mi hanno aiutato a entrare nella Chiesa cattolica è stata una piccola Chiesa battista vecchio stampo che ho conosciuto quando ero un adolescente secolare perché alcuni amici mi ci avevano portato.

Era la tipica chiesa del New England uscita da un film anni Cinquanta. Una splendida ragazza iniziò a frequentare al gruppo giovanile, e poiché era stata abusata dal padre, alcuni membri della Chiesa iniziarono subito a cercare di estrometterla. Nessuno oppose grande resistenza. La gente temeva che potesse essere promiscua e seducesse i ragazzi.

Non ricordo di aver sentito un’unica parola misericordiosa detta a lei o su di lei. Se n’è andata. È stata una cosa spregevole.

Cattolici che si comportano male

Poco tempo dopo essere diventato un cristiano serio, alcuni amici protestanti devono aver percepito in me una pericolosa inclinazione cattolica che non sapevo di avere. Mi raccontavano storie di cattolici che si comportavano male. Lo faceva anche gente che conoscevo appena. La cosa è continuata per anni, e alcuni continuavano a raccontarmi storie di questo tipo anche dopo che io e la mia famiglia avevamo aderito alla Chiesa.

Parlavamo di football o di gelati e sentivano il bisogno di raccontarmi del cardinale di epoca rinascimentale che aveva avuto figli da varie donne o del gangster cattolico che andava a Messa dopo aver ucciso delle persone. Amavano le storie sui cattolici irlandesi tormentati dai sensi di colpa che pensavano che Dio li odiasse. Adoravano raccontare storie su ex cattolici che avevano conosciuto, soprattutto su quelli che alla fine avevano “trovato Gesù” in una Chiesa protestante.

Offrivano queste storie come esempi di quello che pensavano che sia e faccia il cattolicesimo. Ogni storia era paradigmatica, esemplare. Ritenevano che i peccati e i fallimenti che descrivevano fossero tipicamente cattolici.


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La maggior parte di loro credeva che quelle storie provassero che il cattolicesimo non era semplicemente una forma inferiore di cristianesimo, come l’hamburger è inferiore alla bistecca, ma una forma corrotta di cristianesimo, inferiore al protestantesimo come lo è il flusso di una fogna rispetto a una sorgente limpida. Non esagero.

Avevano un sistema teoretico tale da giustificare, in base alla loro concezione, questa lettura del cattolicesimo. Il loro sistema aveva a che fare con quella che definivano “correttezza delle azioni” e la presunta natura meccanica dei sacramenti. I cattolici non si curavano della santità perché potevano comprare il favore di Dio in saldo.

Credevano anche al cattolicesimo “mondano”. Anche a questo riguardo avevano una teoria: i cattolici erano i discendenti di coloro che nei primi giorni del cristianesimo avevano rifiutato di sostenere gli standard elevati del “cristianesimo evangelico” e avevano conformato la loro religione al mondo. Questa era l’origine della comprensione cattolica della tradizione – “tradizione umana”, come la definivano –, della gerarchia e del sistema sacramentale. Ancora una volta non sto esagerando.

Un sorprendente numero dei miei compagni episcopali raccontava storie di vicini d’infanzia italiani. Ho iniziato a pensare che gli episcopali WASP (white anglo-saxon protestants, n.d.t.) dovessero comprare intenzionalmente casa vicino a famiglie italiane nel modo in cui una persona vorrebbe vivere accanto alla biblioteca o allo zoo. Nelle loro storie, i genitori italiani bevevano troppo, il padre aveva delle amanti, le ragazze erano disinibite, i ragazzi piccoli criminali, e tuttavia (lo dichiaravano con indignazione) andavano sempre a Messa, chiunque indossava crocifissi e avevano un quadro di Maria grande e vistoso in salotto.

La protezione

Eppure devo molto a loro. Devo buona parte della mia conversione al cristianesimo serio, a un santo diacono battista e a suo figlio.

Quello che avevo visto in quella piccola chiesa di campagna mi ha protetto. Le storie dei miei amici erano come l’acqua che scivola addosso a un’anatra. Non erano le argomentazioni contro il fatto di diventare cattolici che pensavano che fossero, perché avevo visto l’autentica malvagità in uno dei loro modelli ecclesiali (non è stata l’unica cosa del genere che ho visto lì, e poi altrove tra i miei fratelli evangelici).

Quando la gente mi raccontava quelle storie pensavo: “Senti chi parla”. Era come essere istruiti sul proprio senso estetico nel vestire da un uomo che indossa una cravatta sulla t-shirt. Conoscevo bene il loro mondo e non venivo scosso dalle loro affermazioni relative a un “cristianesimo superiore”. Qualunque fossero le argomentazioni dei protestanti contro il fatto di diventare cattolici, la peccaminosità esemplare dei cattolici non era tra queste.

Perfino da protestante, pensavo che la Chiesa avesse molti splendidi santi, e avevo conosciuto alcuni di quei cattolici che i miei amici condannavano trovando persone che amavano il Signore profondamente quanto qualsiasi loro critico protestante. E gli italiani erano molto più divertenti delle vecchie signore.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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