Mentre si preparano il cenone di san Silvestro e i calici per il brindisi all’anno nuovo a Burlington in Vermont, diocesi suffraganea di Boston, i cattolici decidono di dedicare il 2017 al creato.
Contro la cultura dello spreco a danno dei più poveri, i prossimi 12 mesi saranno quindi all’insegna della «Laudato Si’», l’enciclica di papa Francesco sulla cura della casa comune, rivolta a tutti gli abitanti del pianeta. Ed è proprio su questa caratteristica inclusiva che il vescovo, Christopher Coyne – 58 anni, originario del Massachussetts, dottorato in Liturgia a Roma e presidente della commissione episcopale per la comunicazione – intende far leva per giungere a una maggiore attenzione ai temi della giustizia nel mondo. «A due anni dalla pubblicazione, credo proprio che si giunto il momento per la nostra Chiesa di studiare, riflettere e cominciare ad attuare ciò che il pontefice ci chiede di fare», scrive su Vermont Catholic, il magazine diocesano interamente pubblicato anche online.
«I 118.000 cattolici del Vermont possono avere un impatto sostenibile sullo stato del pianeta e dei suoi abitanti», dichiara Stephanie Clary, coordinatrice della comunicazione diocesana, che aggiunge: «Se nel corso dell’Anno dedicato al creato la diocesi di Burlington avrà successo nella sensibilizzazione e nell’azione verso una maggiore giustizia ecologica, questo potrà diventare un esempio incoraggiante per le altre diocesi in tutto il Paese e nel mondo intero. Abbiamo una stima di 1,2 miliardi di cattolici sulla Terra: pensiamo solo a quello che potrebbe essere raggiunto se ci impegnassimo tutti quanti insieme per la cura del creato».
Sull’esempio di quanto attuato fin dall’estate 2015 dal cardinal Cupich di Chicago – la prima «diocesi verde» degli Stati Uniti – anche al n. 55 di Joy Drive, la sede diocesana nel South Burlington, sono state avviate una serie di misure ecologicamente sostenibili per contrastare la cultura dello scarto (pratica del compostaggio in orto e giardino, esclusivo uso di materiali riciclati a cominciare dalla carta, modelli circolari di produzione e consumo alimentare e non solo), insieme all’avvio di un monitoraggio sulle proprietà immobiliari diocesane riguardo all’approvvigionamento energetico da convertire in forme rinnovabili o a basso impatto ambientale.
Ma, come chiede Bergoglio, in attuazione della dottrina sociale, lo sguardo è puntato a quanti fanno più fatica e in prima fila saranno proprio gli alloggi della cooperativa Green Mountain Habitat for Humanity: le abitazioni popolari ad affitto contenuto o gratuito per le famiglie in difficoltà saranno ad alta efficienza energetica e sostenibile. Perché «lo stato della vita interiore va di pari passo con la qualità della vita esteriore» ricorda il direttore David Mullin al lavoro per il benessere fisico e spirituale degli inquilini.
Per il progetto «2017, year of Creation» è stato istituito un apposito comitato cui fanno parte tecnici ed esperti ambientali e della comunicazione, giuristi e operatori pastorali (come Phil Lawson, direttore dell’ufficio diocesano evangelizzazione e catechesi, Ellen Kane alla guida della comunicazione diocesana e Stephanie Clary coordinatrice della diffusione): tra questi spiccano Brian Tokar, docente di Studi ambientali alla Vermont University e direttore dell’Istituto di Ecologia sociale, e il cappuccino Thomas Houle, parroco a Rutland, prima parrocchia della diocesi ad adottare le energie rinnovabili. Il comitato sta già lavorando a una campagna di sensibilizzazione che andrà a regime nel mese di aprile, mentre a settembre è previsto un convegno diocesano sulla giustizia ecologica. Ampio il pacchetto di iniziative a margine: dal coinvolgimento della scuola cattolica diocesana alla prevista pubblicazione di un numero speciale del magazine diocesano (con un aggiornamento continuo dell’apposita sezione del sito web) fino a un serio programma di formazione sui temi della Laudato si’ sia a livello diocesano che parrocchiale.
Da parte sua il vescovo Coyne, forte della sua formazione al Pontificio Istituto Liturgico, ha promesso la preparazione di quattro Celebrazioni sul tema del creato e un’intensificazione del coinvolgimento sul suo blog personale, dal titolo significativo di «Let us walk together», camminiamo insieme.
Ma la diocesi di Burligton in queste settimane sembra essere solo la punta di un iceberg costituito da una nutrita serie di iniziative in diverse comunità degli Stati Uniti. Se la diocesi di Chicago ha intensificato in diverse forme la collaborazione con la locale Loyola University, sede di un Istituto ambientale di fama mondiale che richiama centinaia di studenti da ogni parte del mondo, se il vescovo Wester di Santa Fe si oppone fermamente alla «food tax» che finirebbe per gravare sulle famiglie degli emigranti ispanici, quella di Fall River nel Rhode Island, altra diocesi suffraganea di Boston, ha istituito il Richmond Pond Wildlife Sanctuary, un’oasi ambientale di 24 acri, su terreno di proprietà diocesana, allo scopo di salvaguardare l’area costiera nei pressi delle saline di Westport (zona ad alta biodiversità). «È bello sapere che le prossime generazioni potranno ancora godere della bellezza unica di questo territorio naturale – ha dichiarato con soddisfazione il vescovo Edgar da Cunha, 63 anni di origine brasiliana – e soprattutto essere consapevoli del ruolo che la diocesi ha avuto in tutto questo».
Dall’altra parte della nazione l’arcivescovo Cordileone di San Francisco (uno che, in estrema sintesi, nessuno definirebbe un vescovo di Bergoglio) sta promuovendo una diffusione capillare della Laudato si’, a partire da una sezione in grande evidenza sul sito diocesano perché «il futuro dell’umanità e quello dell’ambiente sono indissolubilmente intrecciati». I cattolici della West Coast – guidati dal Green Team – sono stati così invitati a firmare la petizione del Catholic Relief Service volta a sollecitare il Congresso per l’attuazione degli accordi sul clima di Parigi.
Sul sito anche l’invito a promuovere, insieme a un Green Team in ogni parrocchia, un sondaggio a livello delle comunità locali su quali iniziative mettere a punto per rispondere alle indicazioni di papa Francesco (la più semplice? Andare a piedi o in bicicletta alla messa domenicale …).
E, quasi a rispondere a intento comune, all’Enciclica sociale di Bergoglio dichiarano di ispirarsi anche gli indiani Sioux che in Nord Dakota si oppongono alla costruzione di un oleodotto che porterebbe petrolio ottenuto col metodo fracking (denunciato per la sua insostenibilità ambientale) fino in Illinois e il cui percorso lungo il fiume Missouri attraverserebbe la Riserva indiana e i luoghi di sepoltura dei loro avi sconvolgendo altresì l’approvvigionamento di acqua e gli equilibri ecologici millenari del vicino lago Oahe. A loro finora hanno garantito il proprio sostegno diverse comunità cattoliche che hanno promosso anche veglie di preghiera interreligiosa.
Se poi si aggiungono il «Messaggio» dei vescovi a fine novembre sui temi dell’emigrazione e la petizione dei cattolici al presidente eletto Trump perché onori gli impegni presi dall’amministrazione Obama a livello nazionale e internazionale sui temi ambientali e sociali – che definiscono una «leadership coraggiosa» – sembrerebbe proprio che negli Stati Uniti si sia deciso di giocare d’anticipo sull’imminente insediamento presidenziale a gennaio perché i temi della Laudato si’ siano a tutti gli effetti responsabilità ormai irrinunciabile anche oltreoceano.