Centofanti riflette sul rapporto tra la materia storica e la fededi Don Gianpaolo Centofanti
La storia è una materia delicatissima in quanto si tratta sempre e comunque di una interpretazione, di una filosofia. Ma trattando di eventi questa lettura emerge in vario modo e misura subliminalente. Quasi come fosse la visione naturale di quei fatti. Si potrebbe parafrasare: l’interpretazione della storia è profondamente maestra di vita. Entriamo in realtà nel mistero abissale della vita umana e dell’universo. Già il non procedere così, umilissimamente, a piedi scalzi vorrei dire, può rischiare di non aprire, di stimolare meno, una vissuta ricerca spirituale e umana della vita stessa. In tal caso anche chi cercasse di non ideologizzare potrebbe comunque finire per banalizzare, indirizzare per esempio a una lettura in varia misura pragmatica, che non orienta più intensamente a cercare di vissutamente decifrare le questioni profonde.
Emerge dunque con forza per lo storico il bisogno di una maturazione spirituale, umana, culturale, sempre più profonda, equilibrata, a tutto campo circa i nodi essenziali. Una tale crescita comporta una comprensione continuamente rinnovata della storia che, per esempio, stimola a ulteriori vissuti rinnovamenti. A non stare seduti in un immobilismo comodo e, magari inconsapevolmente, arrogante dove ogni cosa viene catalogata secondo paradigmi immutabili.
Scoprendo sempre più profondamente, vissutamente, per grazia, le chiavi del discernimento spirituale e umano in Cristo, nel suo cuore divino e umano, si possono aprire le porte profonde di tante questioni decisive. Le vie sempre più adeguate della formazione spirituale, umana, culturale, costituiscono un punto decisivo di tutta la vita umana. Per uno storico è fondamentale una vissuta crescita, anche nello scambio, che gli consenta di entrare concretamente, dettagliatamente, nei nodi profondi di esse. Ogni aspetto della vita viene visto in modo sempre rinnovato in questo cammino e offre contributi per visuali e soluzioni nuove anche agli altri aspetti, talora invece affrontati all’interno di sempre uguali paradigmi, di frammentazioni o interdisciplinari, variamente meccaniche, giustapposizioni. (Si vedano in proposito gli articoli su Vatican Insider).
Presentare la storia come un cantiere aperto, da vissutamente aprire sempre più, in modo esplicito per i cristiani, nel Cuore divino e umano di Cristo, mi pare una chiave affascinante per i giovani, per la loro formazione, per la loro sempre rinnovata partecipazione. Evidente che siamo in un passaggio, al quale la venuta di Francesco ha dato un aiuto poderoso perché anche nella Chiesa si possono in qualche caso vivere, da parte di alcune guide, di qualche intellettuale, più o meno coriacee, anche variamente inconsapevoli, strutturazioni. Per esempio spiritualiste, razionaliste, pragmatiste. Il passaggio appunto verso il Cuore divino e umano di Cristo nella luce che scende a misura, delicatamente, come una colomba.
Quando il seme del rinnovamento comincia, Dio volendo, a farsi strada si possono gradualmente aprire vie rinnovate in ogni campo. Le resistenze, di certi potenti, che persino un papa può incontrare, lasciano intuire certe possibili difficoltà. Il dono del cielo di papi profeti aiuta a intuire, a credere sempre più profondamente, che Dio conduce con amore, sapienza, pazienza, la storia.
L’attenzione sempre rinnovata alla storia ci può aiutare, può aiutare un giovane, a sentirsi profondamente, senza false utopie, protagonista della costruzione di una società rinnovata. Cercando, trovando, riconoscendo, le vie per un protagonismo personale, comunitario, intercomunitario… Le mamme, per esempio, che fanno la storia profonda… Dunque la storia è una materia che scoprendo i punti decisivi, a tutto tondo, può smascherare le manipolazioni, le schiavizzazioni, della politica, dell’economia, dei veri, talora variamente occulti, detentori del potere, quelli che possono riuscire a trasformare in tecnocrazia, oligarchia, pensiero unico, le aspirazioni più profonde dei popoli. E, per esempio con il razionalismo, con il vario pragmatismo, sottilmente condurre, rendere innocue, inconsapevoli facilitatrici del secolarismo, persino alcune guide, anche alcuni intellettuali, nella Chiesa.
Opponendo ragione astratta, schematica, a pancia, a timori e reazioni istintive, i potenti hanno sempre in mano il potere, la manipolazione. Non a caso, forse, troviamo non pochi potenti fautori dell’una o dell’altra strada. La via dell’umano può venire da una libera, graduale, a misura, maturazione delle coscienze (dei cuori nella luce) nelle libere identità, anche nello scambio, nella costruzione comune… E qui la sordità del potere può essere diffusa.
Una tale attenzione alla storia può orientare dunque i cristiani, i giovani cristiani, a divenire sempre più, vissutamente, attenti al venire di Cristo, Dio e uomo, di Maria, stella del mattino, porta del cielo, aiuto dei cristiani e di ogni uomo. Cristiani partecipi della storia della salvezza, in profonda preghiera, per esempio in passaggi impegnativi e fecondi come questo.