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Le 3 fonti della tristezza e qualche risorsa per affrontarla

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Carlos Padilla - pubblicato il 27/12/16
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Se so come perdo l’allegria, posso rimediareLa tristezza a volte mi turba. Perdo la pace e non sono felice. So che ho le mie fonti personali di tristezza. So per quali vie finisco per vivere senza gioia.

Padre Josef Kentenich diceva: “Guardando le nostre esperienze e le nostre osservazioni, scopriamo che le fonti di tristezza sono tre: in primo luogo il demonio; in secondo luogo il temperamento malinconico; in terzo luogo i duri colpi del destino. Diventa necessario avere forza per superare il pessimismo, la tristezza e la malinconia, attraverso una sana educazione” .

Molte volte so che il mio peccato mi intristisce. Quando non faccio ciò che voglio fare. Quando non mi comporto come vorrei. Quando mi lascio trasportare dalle tentazioni e divento schiavo. Essere libero mi rallegra. Essere schiavo mi toglie la gioia.

A volte il mio temperamento mi porta a uno stato permanente di malinconia. Mi lascio trascinare dallo scoraggiamento e penso che non cambierò mai. Ma non è così. Maria può cambiarmi.

A volte sono i duri colpi della vita che mi turbano. Non è semplice uscire dalla tristezza provocata da una disgrazia. Mi resta solo di guardare il cielo e di confidare nel fatto che Gesù sia con me. Chiedere la grazia dell’abbandono. Una gioia che venga da Dio e mi sollevi l’animo.

E penso di aver bisogno di eliminare la tristezza che a volte mi offusca l’anima. Nei momenti di croce confidare nel fatto che Gesù è con me. E soffrire la tristezza naturale di perdere quello che amiamo.

In quei momenti non ci sono parole di consolazione che servano. A volte cerchiamo di consolare chi soffre con frasi fatte e belle, volendo far sì che veda un senso nella sua croce, ma non è possibile. In quei momenti è quasi meglio tacere e non dare consigli. È meglio abbracciare che cercare spiegazioni. E pregare in silenzio vicino a chi soffre.

Le parole spesso sono superflue davanti a una persona che vive il suo dolore con tristezza. In ogni caso, nella mia tristezza voglio vedere la luce e trovare un po’ di allegria e di speranza.

Padre Kentenich menziona alcune risorse che possono essere d’aiuto: “Dobbiamo tirar fuori dai pensieri tristi che ci assalgono la forza di propulsione che emerge e ci risveglia. Come possiamo farlo? Di tanto in tanto possiamo parlare con una persona formata in questo campo, che ci comprenda e ci orienti, forse un confessore a cui possiamo dire tutto. O possiamo affidare il nostro dolore alla carta. Possiamo agire in vari modi, ad esempio sforzandoci di compiere un lavoro e distraendoci, agendo in modo creativo. Questi sono i mezzi indiretti per prevenire la tristezza, o per allontanarci sempre più dalla tristezza che ci ha invasi”.

So che la via che devo seguire è quella della trasformazione interiore a partire da quello che sono, dalla mia argilla, dal mio legno, dalla mia originalità. Per questo l’Avvento è una nuova opportunità per vivere la conversione e rinascere.

Diceva padre Kentenich: “Dobbiamo essere trasformati. Devono diventare realtà le parole di San Paolo ‘Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me’. E se Cristo vive in me vivrà in me anche il suo spirito; sarà quindi lo Spirito Santo a vivere in me”.

Gesù viene a nascere nella mia vita perché io diventi più come Lui. Perché ami e viva come Lui. Perché sia riflesso del suo volto tra gli uomini. Cambia il mio sguardo sulla vita, e io cambio di conseguenza.

Imparo allora ad affrontare le difficoltà del cammino, i duri colpi che mi arrivano. Mi aiuta nella lotta contro i miei peccati e le mie mancanze. A far fronte alle mie tentazioni più abituali.

Oggi mi chiedo: come sorge la tristezza nel mio cuore? So che Dio può cambiarmi dentro. Ma è bene sapere quali sono le dinamiche in cui mi chiudo e per via delle quali finisco per lasciare che regni la tristezza.

Una volta che mi conosco e so come perdo la gioia posso porre rimedio, posso spezzare le dinamiche che mi danneggiano. Conoscermi bene è fondamentale per sapere come arrestare le fonti della tristezza, curando nel mio cuore le fonti della gioia. L’autoeducazione gioca un ruolo importante.

L’aiuto degli altri mi dà la forza per uscire da questo circolo vizioso della tristezza. Quali sono le mie fonti di tristezza? Quali pensieri mi turbano?

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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