Il Natale è una festa che scalda il cuore e avvicina grandi e piccini al mistero di un Dio che prende la nostra carne umana e che decide di nascere non in un palazzo sontuoso ma in una grotta perché « non c’era posto per loro nell’alloggio». Sfide della vita quotidiana, mancanza di mezzi materiali ma niente ferma il piano di Dio e la sua scelta di venire al mondo umilmente e farsi accogliere per primi dai pastori.
Forse anche per questo vedere i volti asiatici ed africani di tanti bambini, figli di migranti che sono arrivati in Israele e qui vivono e lavorano, porta così tanto alla mente quella grotta di Betlemme. Il 16 dicembre a Tel Aviv i 60 bambini dai tre mesi ai tre anni ospitati nelle nove unità familiari per l’accoglienza diurna organizzate dal Vicariato San Giacomo per i cattolici di espressione ebraica hanno vissuto una coloratissima festa di Natale nella cappella del Centro pastorale Nostra Signora Donna di Valore. Padre David Neuhaus, vicario patriarcale e responsabile della pastorale per i migranti ha ringraziato tutto lo staff e in particolare Suor Dinesha, direttrice delle strutture, per rendere ogni giorno Natale quando si aprono le braccia a queste piccole creature fornendo loro uno spazio sicuro e pieno d’amore in cui crescere.
La situazione dei migranti in Terra Santa è critica e l’Ordine del Santo Sepolcro è impegnato nel sostenerli attraverso le attività e le strutture gestite dal Vicariato San Giacomo. Infatti, più di 60.000 migranti sono cattolici e rappresentano una parte importante del volto che la Chiesa Cattolica ha e avrà in Israele. Questioni legali, povertà, bisogno di lavorare e nessun posto in cui poter lasciare i propri figli: tutto ciò contribuisce a creare un quadro complesso che purtroppo spinge spesso i genitori a lasciare i bambini in pericolose “baby warehouses”.
L’Ordine del Santo Sepolcro desidera che questi bambini possano iniziare a vivere evitando le sofferenze, promuovendo il loro dritto a fiorire come esseri umani. Per fare in modo che ciò accada, sostiene la promozione di asili nido che garantiscano un ambiente positivo per i bambini dai tre mesi ai tre anni. Attualmente sono un centinaio i bambini che vengono quotidianamente accolti in queste strutture (fra Tel Aviv e Gerusalemme) che applicano un modello sano di cura del bambino che può essere adottato anche da altri. Inoltre, viene offerta la possibilità di programmi di doposcuola nei quali i bambini più grandi possono ricevere un aiuto adeguato per far fronte al carico scolastico rimanendo all’interno di uno spazio sicuro dove i bambini possono stare quando i genitori sono ancora al lavoro.
In occasione delle celebrazioni per la Nascita di Nostro Signore, il cardinale Edwin O’Brien, Gran Maestro, desidera ricordare le attività che l’Ordine sostiene al servizio di questi giovani migranti e invitare tutti i membri a vivere il Natale in comunione spirituale con questi bambini che oggi danno un volto africano o asiatico al Bambino Gesù, mostrando così l’universalità della Chiesa. Attraverso i contributi regolari che arrivano dalle 64 Luogotenenze e Delegazioni Magistrali dell’Ordine, ogni anno il Gran Magistero è in grado di inviare una somma di denaro per sostenere queste strutture per i figli dei migranti e così aiutare non solo loro ma tutto il loro nucleo familiare.