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Auguri del Papa ai dipendenti vaticani, elogio del lavoro

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Vatican Insider - pubblicato il 22/12/16
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Il Papa ha voluto ringraziare i suoi collaboratori per il loro lavoro, nell’udienza ai dipendenti vaticani e ai loro familiari ricevuti in aula Paolo VI per gli auguri di Natale dopo quelli alla Curia nel Palazzo apostolico, assicurando che in Vaticano non c’è posto per il lavoro in nero o i sotterfugi e esortandoli a pregare per chi non ha lavoro.
 
«Prima di tutto, voglio ringraziare con voi il Signore per tutti i suoi doni», ha esordito il Papa, «perché è vero che in questi giorni si pensa ai regali di Natale, ma in realtà chi fa il vero regalo è lui, il nostro padre, che ci dona Gesù. E i nostri regali, questa bella tradizione di scambiarsi dei doni, dovrebbe esprimere proprio questo: un riflesso dell’unico dono che è il suo figlio fatto uomo e nato della Vergine Maria». Ad accogliere il Papa, il cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato.
 
Oggi, ha proseguito il Papa, «noi vogliamo ringraziare Dio prima di tutto per il dono del lavoro. Il lavoro è importantissimo sia per la persona stessa che lavora, sia per la sua famiglia. E mentre ringraziamo, preghiamo per le persone e le famiglie, in Italia e in tutto il mondo, che non hanno il lavoro, oppure, tante volte, fanno lavori non degni, pagati male, dannosi per la salute… Dobbiamo sempre ringraziare Dio per il lavoro. E dobbiamo impegnarci, ciascuno con la propria responsabilità, a fare in modo che il lavoro sia degno, sia rispettoso della persona e della famiglia, sia giusto. E qui in Vaticano abbiamo un motivo in più per farlo, abbiamo il Vangelo, e dobbiamo seguire le direttive della Dottrina sociale della Chiesa. Qui in Vaticano – ha insistito il Papa – io non voglio lavori che non siano su questa strada. Niente lavoro in nero, niente sotterfugi».
 
Francesco ha poi proseguito: «Da parte mia, oggi voglio ringraziare voi per il vostro lavoro. Ringrazio ognuno di voi, ognuno, per l’impegno che mette ogni giorno nel fare il suo lavoro e cercare di farlo bene, anche quando magari non sta tanto bene, o ci sono preoccupazioni in famiglia… Una cosa bella del Vaticano è che, essendo una realtà molto piccola, si riesce a percepirla nel suo insieme, con le diverse mansioni che formano il tutto, e ciascuna è importante. I vari settori di lavoro sono vicini e collegati, ci si conosce un po’ tutti; e si sente la soddisfazione di vedere un certo ordine, che le cose funzionano, con tutti i limiti, naturalmente, si può sempre migliorare e si deve, ma fa bene sentire che ogni settore fa la sua parte e l’insieme funziona bene a vantaggio di tutti. Qui, questo è più facile, perché siamo una realtà piccola, ma ciò non toglie nulla all’impegno e al merito personale; e pertanto sento il desiderio di ringraziarvi».
 
Il Papa, che ha salutato i dipendenti e i loro famigliari entrando in aula Paolo VI dal fondo, all’inizio dell’udienza, e si è fermato con i malati a conclusione, ha ricordato il Giubileo della misericordia appena concluso per poi esortare a invocare continuamente lo Spirito Santo, «risvegliare l’azione dello Spirito in noi, per “vivere in questo mondo” – anche in questo piccolo mondo del Vaticano – “con sobrietà, giustizia e pietà”». Il Papa ha inviato un saluto speciale «ai bambini e agli anziani delle vostre famiglie» e, dopo una preghiera, ha concluso: «Davanti al presepe, ricordatevi di pregare per me». 

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