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L’arte di essere fragili: a scuola di vita da Leopardi

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Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 21/12/16
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L’ultima fatica di Alessandro D’Avenia a confronto con Giacomo LeopardiC’è un professore di italiano che è quello che molti di noi avrebbero voluto come docente al liceo, uno di quelli che ha voglia, molta voglia, di relazionarsi con te e di spiegarti non la storia della letteratura, ma le storie di passioni, idee, sentimenti, vite, amori e dolori attraverso gli scrittori del passato. Questo professore è a sua volta scrittore, parliamo di Alessandro d’Avenia. L’ultima sua fatica è “L’arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita“, ve lo consigliamo, anche come regalo di Natale. Qui la quarta di copertina:

“Esiste un metodo per la felicità duratura? Si può imparare il faticoso mestiere di vivere giorno per giorno in modo da farne addirittura un’arte della gioia quotidiana?” Sono domande comuni, ognuno se le sarà poste decine di volte, senza trovare risposte. Eppure la soluzione può raggiungerci, improvvisa, grazie a qualcosa che ci accade, grazie a qualcuno. In queste pagine Alessandro D’Avenia racconta il suo metodo per la felicità e l’incontro decisivo che glielo ha rivelato: quello con Giacomo Leopardi. Leopardi è spesso frettolosamente liquidato come pessimista e sfortunato. Fu invece un giovane uomo affamato di vita e di infinito, capace di restare fedele alla propria vocazione poetica e di lottare per affermarla, nonostante l’indifferenza e perfino la derisione dei contemporanei. Nella sua vita e nei suoi versi, D’Avenia trova folgorazioni e provocazioni, nostalgia ed energia vitale. E ne trae lo spunto per rispondere ai tanti e cruciali interrogativi che da molti anni si sente rivolgere da ragazzi di ogni parte d’Italia, tutti alla ricerca di se stessi e di un senso profondo del vivere. Domande che sono poi le stesse dei personaggi leopardiani: Saffo e il pastore errante, Nerina e Silvia, Cristoforo Colombo e l’Islandese… Domande che non hanno risposte semplici, ma che, come una bussola, se non le tacitiamo possono orientare la nostra esistenza. La sfida è lanciata, e ci riguarda tutti: Leopardi ha trovato nella poesia la sua ragione di vita, e noi? Qual è la passione in grado di farci sentire vivi in ogni fase della nostra esistenza? Quale bellezza vogliamo manifestare nel mondo, per poter dire alla fine: nulla è andato sprecato? In un dialogo intimo e travolgente con il nostro più grande poeta moderno, Alessandro D’Avenia porta a magnifico compimento l’esperienza di professore, la passione di lettore e la sensibilità di scrittore per accompagnarci in un viaggio esistenziale sorprendente. Dalle inquietudini dell’adolescenza (dal sito dell’Autore)

Alessandro D’Avenia ci apre al mondo di Leopardi e ci spiega che “Fu un cacciatore di bellezza, intesa come pienezza che si mostra nelle cose di tutti i giorni a chi sa coglierne gli indizi, e cercò di darle spazio con le sue parole, per rendere feconda e felice una vita costellata di imperfezioni” (Huffington Post). Insomma non solo il malinconico e ingobbito intellettuale che molti credono fosse.

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