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Perché i miei figli ricevono ogni anno lettere da San Nicola

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Philip Kosloski - pubblicato il 06/12/16
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Ho preso ispirazione da J.R.R. Tolkien, che scriveva ai suoi figli firmandosi “Babbo Natale”Qualche anno fa mi capitò di leggere un libro di J.R.R. Tolkien,Le lettere di Babbo Natale.” È una raccolta di lettere che ogni anno, sotto Natale, Tolkien scriveva ai suoi bambini. Tolkien ricopriva il ruolo di Babbo Natale e scriveva loro un’avvincente storia dal Polo Nord.

Lettere che arrivavano, puntualmente, poco prima di Natale. Erano spesso ricoperte dalla neve della mattina, a volte era il postino stesso a consegnarle. Le storie raccontate erano divertenti. Orsi polari come assistenti, elfi, pupazzi di neve e persino un attacco al Polo Nord condotto dai goblin (niente paura, stando ai suoi racconti gli orsi polari ne fecero fuori almeno un milione).

Ciò che ha davvero dato vita a queste storie furono le numerose illustrazioni che Tolkien realizzò per accompagnare ciascuna lettera. Evidentemente spese un bel po’ di tempo ad immaginare l’aspetto di questo mondo fantastico, prestando attenzione ad ogni dettaglio della lettera. Ha persino riprodotto la firma tremolante dell’anziano Babbo Natale. Voleva portare allegria ai suoi bambini, sentire le loro risate durante la lettura di quelle storie.


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Il suo esempio di paternità mi ha ispirato molto; ho voluto dunque imitarlo e scavare un po’ più in profondità per vedere cosa avrei potuto trasmettere ai miei figli.

Tolkien scrisse queste lettere soprattutto per amore, nel desiderio di mantenere viva nei suoi figli la fiamma della fantasia e il desiderio di eternità. Nel libro “Sulle fiabe“, ha parlato del potere della fantasia in questi termini:

“La particolare qualità della «gioia» nella Fantasia ben riuscita può quindi essere spiegata come uno sguardo improvviso alla realtà, o verità, sottesa. Non è solo una «consolazione» per i dolori di questo mondo, ma una soddisfazione, e una risposta alla domanda: «E vero?» … nella «eucatastrofe» scorgiamo in una fugace visione come la risposta possa essere più ampia: può essere un bagliore o un’eco distanti dell’evangelium nel mondo reale”.

Le storie di fantasia hanno in sostanza il potere di mostrare qualcosa di più grande. Quando presentate ai bambini, veicolano le verità eterne in modo potente. I bambini adorano ascoltare storie, e la figura di San Nicola resta una fantastica icona di vita cristiana che ha un fascino straordinario sui nostri piccoli.

In particolare, le origini di San Nicola offrono degli spunti incredibilmente ricchi. Ho creato dunque una mia personale tradizione di Natale, scrivendo lettere ai miei figli il giorno della Festa di San Nicola (il 6 dicembre). Man mano che passano gli anni, adatto le lettere alla loro età (il più grande adesso ha 5 anni), ma ogni dicembre riesco a scrivere storie più articolate e ad includere delle esortazioni alla vita cristiana. Non lo faccio con un tono serioso, bensì unendo una delicata saggezza ad eventi comici.

Ciò che provo a proporre ai miei figli non sono dei racconti sui diavoletti “Krampus” che puniscono chi si comporta male; voglio proporre l’immagine di un “Santa Claus” allegro che è profondamente interessato alle loro vite e che prova per loro un autentico affetto.


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Oltre ad una lettera personalizzata, San Nicola lascia alcuni oggettini nelle loro calze (e i bambini lo notano sempre). In definitiva spero che negli anni a venire continuino a credere a San Nicola, rendendosi conto pian piano che dietro gli orsi polari, gli elfi e dei piccoli regalini si nasconda il vero “San Nicola” che dal Cielo si prende cura di loro e che prega per loro ogni giorno.

Le fiabe non sono contrarie al cristianesimo… devono soltanto essere battezzate.

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Un’immagine da Le lettere di Babbo Natale

[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]

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