La Santa Sede «ritiene essenziale che la comunità internazionale abbracci un’etica di responsabilità, al fine di favorire un clima di fiducia e di rafforzare la sicurezza collaborativa attraverso il dialogo multilaterale». Lo ha detto il Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Antoine Camilleri, alla seconda conferenza internazionale sulla sicurezza nucleare dell’Aiea in corso a Vienna dal 5 al 9 dicembre sul tema «Impegni e azioni», sottolineando che, sullo sfondo dell’obiettivo ultimo di «un mondo libero da armi nucleari», «l’onere della responsabilità grava maggiormente su quegli Stati membri che possiedono una capacità nucleare, in particolare quelli dotati di armi nucleari».
«Molto del successo dell’Aiea nell’adempiere alle sue responsabilità dipende dall’impegno degli Stati membri a rispettare i propri obblighi giuridici ed etici», ha detto il rappresentante della Segreteria di Stato vaticana. «Pertanto, le responsabilità degli Stati membri devono rimanere al centro del nostro dibattito. L’onere della responsabilità, naturalmente, grava maggiormente su quegli Stati membri che possiedono una capacità nucleare, in particolare quelli dotati di armi nucleari. Per concludere, la Santa Sede desidera precisare che non ci si può fare illusioni riguardo alla gravità delle sfide che si pongono alla comunità internazionale. Tuttavia, è proprio a motivo di queste sfide legate alla sicurezza nucleare che la Santa Sede desidera ribadire il suo sostegno all’Aiea mentre cerca di svolgere, in modi sempre più efficaci, il suo ruolo indispensabile a difesa della sicurezza nucleare, nell’ambito di un impegno più ampio a rafforzare la cooperazione per la sicurezza. Come ha detto Papa Francesco: “La sicurezza del nostro stesso futuro dipende dal garantire la sicurezza nella pace degli altri, poiché se la pace, la sicurezza e la stabilità non hanno un fondamento globale, non porteranno frutti per nessuno”».
Il «vice-ministro degli Esteri» vaticano ha rilevato che sono stati fatti «progressi notevoli nel rafforzare la sicurezza e la protezione nucleare», sottolineando, però, che «non dobbiamo ritenerci soddisfatti. La promozione della sicurezza nucleare deve proseguire affrontando importanti sfide, migliorando gli sforzi finora limitati, insufficienti e spesso rallentati per prevenire la proliferazione e procedere verso un mondo libero da armi nucleari». A questo scopo, la Santa Sede – ha rimarcato monsignor Camilleri – «ritiene essenziale che la comunità internazionale abbracci un’etica di responsabilità, al fine di favorire un clima di fiducia e di rafforzare la sicurezza collaborativa attraverso il dialogo multilaterale». In questo senso, «la logica della paura e della diffidenza che trova la sua sintesi nella deterrenza nucleare deve essere sostituita da una nuova logica di etica globale. Abbiamo bisogno di un’etica di responsabilità, solidarietà e sicurezza collaborativa adeguata al compito di tenere sotto controllo il potere della tecnologia nucleare. Le minacce alla sicurezza nucleare costituiscono gravi sfide sul piano tecnico e su quello diplomatico. Per rispondervi, occorre affrontare le dinamiche più ampie della sicurezza, della politica, dell’economia e della cultura, che guidano attori statali e non statali nel cercare sicurezza, legittimità o potere nelle armi nucleari».
La delegazione vaticana ha evidenziato due ambiti, in particolare, in cui «sono richiesti sforzi maggiori»: primo, «la protezione fisica del materiale nucleare: assicurare che il materiale nucleare e altro materiale radioattivo siano custoditi in modo sicuro deve continuare ad essere prioritario nell’impegno per la sicurezza nucleare, poiché il mancato controllo del materiale nucleare potrebbe avere conseguenze catastrofiche». Secondo, «il contrasto di minacce interne e la prevenzione di cyber-attacchi a dati e strutture sensibili: occorre impegnarsi ad aumentare il livello di sicurezza delle informazioni e dei computer, così come occorre preservare la riservatezza delle informazioni pertinenti alla sicurezza nucleare».
Per entrambe le questioni, Camilleri ha ricordato che «sebbene la responsabilità del mantenimento di una sicurezza nucleare efficace per tutto il materiale nucleare e radioattivo all’interno di uno Stato competa principalmente a quello Stato, la cooperazione tra gli Stati è essenziale, poiché tante minacce alla sicurezza nucleare non rispettano i confini e sono agevolate dall’instabilità politica e dalle crisi che purtroppo affliggono molte zone del nostro mondo». La Santa Sede, pertanto, è lieta che l’Aiea e i suoi Stati membri «abbiano compiuto grandi sforzi per rafforzare il regime di sicurezza, facendone una grande priorità, e per migliorare e integrare le regolamentazioni e il quadro giuridico pertinenti. Tali sforzi devono proseguire».