«L’aspetto più importante di questo incontro sono i legami di amicizia che si sono rafforzati negli anni, un incontro di cuori e di menti». Questo il commento dell’Arcivescovo Bruno Forte, che sintetizza l’atmosfera della due giorni svoltasi dal 28 al 30 novembre scorso della Commissione Bilaterale – composta dalla Pontificia Commissione per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo ed il Gran Rabbinato d’Israele. Gli incontri della Commissione si svolgono a scadenze regolari, e il tema di questo quattordicesimo incontro, di grande attualità, è stato “Promuovere la Pace nel contesto della violenza in nome della religione”. Le due delegazioni, ciascuna composta da sei membri, erano presiedute dal Cardinale Peter Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, per la parte cattolica e dal Rabbino Rasson Arussi, Rabbino Capo di Kiryat Ono, in Israele per la parte ebraica.
Durante le ampie discussioni sul tema principale, le parti si sono trovate in prevedibile e totale accordo sul ruolo positivo che possono svolgere i leader religiosi, con il loro esempio di rispetto e solidarietà, ammettendo i terribili peccati commessi in passato in nome della religione, sottolineando i valori comuni ed identici quali la santità della vita, l’importanza dell’educazione, il «ripudio dell’uso violento della religione», e così via.
Ma negli otto punti di cui è composta la dichiarazione finale della Commissione, forse quello più importante e sotto certi aspetti più inaspettato è stato l’ultimo. Pur non menzionandola direttamente, in esso si trova un chiarissimo riferimento alla recente controversa mozione dell’UNESCO che chiama i siti sacri di Gerusalemme solamente con il loro nome arabo e non quello ebraico. Nel Comunicato Congiunto si legge infatti: «Nella discussione di argomenti di attualità, è stato affermato il principio del rispetto universale per i luoghi santi di ciascuna religione, ponendo attenzione ai tentativi di negare l’attaccamento storico del popolo ebraico al proprio luogo più santo. La commissione bilaterale ha preso posizione con forza contro la negazione politica e polemica della storia biblica, esortando tutte le nazioni e le fedi a rispettare tale legame storico e religioso».
Negli ultimi cinquant’anni è oramai diventata un’ovvietà affermare che la Bibbia ebraica lega indissolubilmente il cristianesimo alle sue radici ebraiche, e che gli insegnamenti di Gesù scaturiscono dalla sua educazione ebraica, anche quando contestava le pratiche correnti delle elites dell’epoca. Di conseguenza, è anche ovvio che il tentativo politico messo in atto dall’UNESCO di riscrivere la Storia biblica abbia indignato egualmente sia i cattolici che gli ebrei.
Il Rabbino David Rosen, Direttore degli Affari Interreligiosi dell’AJC, ha affermato che questo è stato «un incontro tra la seconda generazione di leader nel dialogo, che inaugura una nuova era nei rapporti religiosi tra Israele e la Santa Sede, con pieno impegno da entrambe le parti». È stato il primo incontro svoltosi da quando è venuto a mancare il co-fondatore da parte ebraica della Commissione, Rav. Shear Yashuv Cohen. Durante l’incontro sono stati ricordati anche i precedenti co-Presidenti di parte cattolica, Cardinale Jorge Meija e Cardinale Georges Cottier; Il Sig. Oded Wiener è stato confermato quale coordinatore della delegazione ebraica mentre Rav. Moshe Dagan è stato nominato nuovo Direttore del Gran Rabbinato d’Israele. Le parti si sono congratulate con l’Arcivescovo Pierbattista Pizzaballa per la sua elevazione all’arcivescovado e per la sua recente nomina ad Amministratore Apostolico di Gerusalemme dei Latini.
Un segno molto concreto dell’atmosfera prevalente si è potuto vedere alla fine dell’incontro, quando – a seguito del “la” dato da un componente cattolico – tutti i presenti, ebrei e cattolici, hanno intonato assieme, spontaneamente e immediatamente, il canto in ebraico del salmo 133 (“Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme”), durante il ricevimento d’addio svoltosi nella residenza dell’Ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Oren David.
Sono passati poco più di cinquant’anni da “Nostra Aetate”, e solo alcuni decenni dall’instaurazione dei rapporti diplomatici tra Israele e la Santa Sede, ma visti i secoli di tormentate e tragiche vicissitudini che hanno segnato i rapporti tra cattolici ed ebrei, sembra di aver vissuto un millennio di trasformazioni in questo breve periodo che ha dato luce come per miracolo ad una nuova e notevolmente solida amicizia che potrà fornire la forza ed il coraggio di cui abbiamo bisogno per affrontare insieme le grandi sfide che ci aspettano negli anni a venire.
Le due delegazioni erano composte per la parte cattolica dal Card. Peter Turkson (Presidente), Arciv. Pierbattista Pizzaballa O.F.M., Arciv. Bruno Forte, Vesc. Giacinto-Boulos Marcuzzo, Mons. Pier Francesco Fumagalli, P. Norbert J. Hofmann S.D.B.; e per la parte ebraica dal Rav. Rasson Arussi (Presidente), Rav. David Rosen, Rav. Prof. Daniel Sperber, Rav. Prof. Avraham Steinberg, Rav. Moshe Dagan, Mr. Oded Wiener.
*Rappresentante in Italia e di Collegamento presso la Santa Sede dell’AJC – American Jewish Committee